Capitolo 21: Segreti inconfessabili pt.1

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Puntuale come non mai sono già nella stanza di Teresa. Neanche i Guns sono riusciti a rilassarmi. Sono davvero troppo nervosa. Il bacio di Davide mi ha destabilizzata, in parte, ma è servito a farmi prendere una decisione che rimandavo da troppo tempo. Parlare con qualcuno di quello che mi è successo durante l'ultimo periodo di affido. So che non sarà facile, ma dovrò farlo: è uno di quei passi che mi aiuterà a cercare di vivere d'ora in poi una vita normale.

Teresa quasi non riesce a nascondere la sua meraviglia quando mi vede già seduta alla poltrona nella sua stanza.

«Me lo aveva accennato per messaggio Don Antonio, ma quasi non credo ai miei occhi» mi dice entrando e chiudendosi lentamente alle spalle la porta.
« Sono contenta che finalmente tu ti sia decisa spontaneamente a venire a fare una chiacchierata con me» fa il giro della scrivania e si avvicina allo schedario dove tiene tutti i suoi fascicoli: le vite di noi ragazzi della casa famiglia.

«Lì dentro non ci troverai nulla di quello che sto per dirti» le dico indicando la cartellina.

«Cosa intendi dire?» Lo sguardo che mi rivolge è un misto tra l'interrogativo e il meravigliato.

Teresa si siede alla scrivania e poggia la mia pratica davanti a sé, tenendola chiusa e adagiandoci su le mani come a proteggerla.

La guardo fisso negli occhi. Sto cercando il coraggio per iniziare a parlare, non è facile.

La vedo che lentamente tira fuori i suoi occhiali da vista dalla custodia e con metodica lentezza inizia a pulire le lenti. Sinceramente non so che età abbia. So che ha una figlia mia coetanea e quindi credo che si avvicini alla quarantina. Ha un aspetto rassicurante, forse dato dalla sua figura un po' rotonda e materna, o forse per quello sguardo dolce e paziente che nasconde dietro le lenti spesse.

Ho come la sensazione che il tempo scorra con una lentezza esasperante. La mia salivazione si è azzerata e ho ripreso il mio solito vizio di allungare le maniche della felpa. Ho le mani ghiacciate.

Lei si accorge del mio stato d'animo «Tranquilla Eleonora... Vedo che ti stai agitando, ma non ne hai motivo».

« E invece sì» rispondo in un soffio. La voce esce a stento. Mi sto pentendo di essere venuta a parlare. Forse avrei fatto meglio a continuare a portarmi dentro questo peso, insieme agli altri. "No Ele, hai fatto benissimo! Devi capire che non sei sbagliata! Che non devi sentirti in colpa" la mia coscienza mi sta venendo in aiuto.

«Perché dici che nel tuo fascicolo non c'è traccia di quello che vuoi dirmi? Come mai?» Teresa cerca di stimolarmi al dialogo.

«Perché non ne ho mai parlato con nessuno!» Le parole mi escono di getto e con un tono quasi esasperato.

Mi guarda perplessa mentre dalla sua borsa prende un pacchetto di sigarette. «Ne vuoi una?» E me la porge. La guardo con aria interrogativa? Teresa che mi offre una sigaretta? Lei che ogni volta che mi ha trovata fuori in giardino a fumare me ne ha dette di tutti i colori?

«Al diavolo le regole!» Continua «Se fumare può aiutarti a essere un po' più tranquilla, delle regole ce ne freghiamo. Siamo solo io e te qui dentro. Le regole ora le facciamo noi!»

Ha ragione. Fumare mi rilassa. E mentre accendo la sigaretta sento che tutte le parole si affollano nel mio cervello pronte ad aiutarmi in quella rivelazione che sto per fare.

«L'unica cosa che ti chiedo è di giurarmi che di questa cosa non parlerai con nessuno. Non voglio che ne parli con il Don. Se vorrò lo dirò io a lui. E soprattutto voglio che tu non ne faccia assolutamente cenno con l'assistente sociale. Esiste o no il segreto professionale?»

«Esiste» mi risponde con un'espressione del viso sempre più perplessa. « Ma se le premesse sono queste, Eleonora, temo quasi di immaginare di cosa tu mi voglia parlare»

Mi siedo a gambe incrociate sulla poltrona che per tante volte ho evitato, e prendo fiato.

« Ieri ho baciato un ragazzo. Era da tanto che non succedeva. Mi ero ripromessa di stare lontana da queste 'cose', di non farmi coinvolgere più da queste sensazioni. Ma come faccio? Ho sedici anni e voglio vivere la mia età senza sentirmi sporca, perché è così che mi sento!»

La sigaretta è ormai agli sgoccioli. Mi alzo per andare a spegnerla. La schiaccio con forza nel posacenere, ma come al solito non riesco nell'intento, e continua a bruciare fino a che non si spegne da sola.

Ritorno a sedere sulla poltrona. Nella stanza c'è silenzio assoluto. Teresa mi guarda e aspetta che io continui a parlare.

« È iniziato tutto per gioco. L'ultima famiglia dove sono andata in affido. Una coppia giovane con già un figlio loro. Sai quelle coppie che sono impegnate nel sociale» respiro profondamente. Cazzo se è difficile trovare le parole giuste per raccontare tutto.

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Cos'altro nasconde Eleonora? Nonostante abbia solo sedici anni il suo vissuto è davvero molto ingombrante. Riuscirà a liberarsi dei tanti fantasmi che affollano il suo passato? Teresa saprà aiutarla?

Cosa ne pensate? A voi i commenti e le stelline che sono il pane quotidiano di noi aspiranti 'scrittori'.

Grazie a tutti per esserci sempre! Senza di voi non avrei mai raggiunto quasi 5000 visualizzazioni. Grazie di vero ❤️

Piccolo spoiler: in copertina la traduzione in italiano del testo di "November rain" dei Guns N'Roses. Ascoltatela e leggete le bellissime parole...

Vita sbagliata - L'età dell'adolescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora