EMANUELE
Un messaggio breve, senza dolcezza, quasi brusco, quello che mi ha inviato la piccoletta questa notte. Così diverso da quelli che mi scrive di solito. Ho trovato la notifica questa mattina, appena sveglio:
Ho avuto il permesso dal carcere, parto questa sera. Ci risentiamo.
L'ho letto e riletto e poi le ho risposto anche io brevemente, senza dilungarmi in parole inutili:
Va bene. Fatti sentire.
In realtà avrei voluto chiederle tante cose: chi ti accompagna, con quale mezzo parti, quanto starai via? Ma ho evitato, per il timore di sembrare troppo invadente e poi, questo suo essere così sbrigativa, mi fa pensare che non le piaccia condividere con me questa cosa. E un po' mi fa male, ma forse è anche giusto così, stiamo insieme da così poco tempo e anche io la tengo fuori da molte cose della mia vita. Tipo che domani è il mio compleanno e che avrei voluto festeggiarlo solo con lei, lontano dalla mia famiglia, lontano dai miei amici. Avevo intenzione di portarla a mangiare fuori, magari un bel ristorante in riva al mare, oppure portarla ad assaggiare il sushi, che lei non ha mai mangiato, oppure mi sarebbe bastato anche prendere una pizza e andare a mangiarla sulla spiaggia di sera per poi finire in mare a fare l'amore al buio, tra le onde. Insomma qualcosa solo per noi due.
Invece non le ho detto nulla e alla fine è stato meglio così.
Questi miei ventun anni mi fanno sentire un senso di angoscia, non sono più un ragazzino ma in tutta sincerità non mi sento ancora adulto. Sento solo il peso del senso di responsabilità di dover prendere tra le mani la mia vita e provare a organizzarla, la paura di non riuscire, di non essere all'altezza. Eternamente combattuto tra la voglia di continuare a cazzeggiare e la consapevolezza di dover iniziare a pensare alle cose serie.
Oggi e domani resto qui a Siponto, ne approfitterò per riposare, tra piscina e spiaggia. Chissà se almeno riesco a vederla prima che parta. Non mi va l'idea di passare qualche giorno senza poter stare con lei, sentirmela addosso, toccarla.
Se passo a prenderti e ti porto in un posto bellissimo, ci vieni con me, prima di partire?
Digito in fretta, sono impaziente di leggere la sua risposta. La voglio portare in una spiaggetta dopo Mattinata, un posto che ho scoperto per caso lo scorso anno. Dovevo raggiungere una tipa che era da quelle parti in campeggio e mi avventurai con il Tmax in una serie di tratturi sperduti e solitari. Il campeggio non lo trovai, persi una scopata sicura ma in compenso mi consolai con una nuotata in un'acqua cristallina, in totale solitudine.
Mi piacerebbe portarci Ele, tuffarmi con lei, nuotare fino al largo e toglierle il costume per prenderla sott'acqua e sentire i baci che sanno di sale e sole. Già ne pregusto il sapore.
La risposta della piccoletta non si fa attendere e io sono al settimo cielo.
Dimmi a che ora passi e mi faccio trovare pronta, ma conta che non posso stare fuori troppo tempo, ho il treno per Firenze alle ventidue.
Tra mezz'ora sono fuori al cancello e tranquilla tornerai in tempo. Vestiti comoda e metti sotto il costume... Sai nuotare?
Sorrido mentre scrivo le ultime parole. Il costume è una formalità, tanto glielo tolgo subito e che sappia nuotare poco importa, la porterei al largo abbracciata a me.
Mi vesto velocemente, non vedo l'ora di essere da lei.
ELEONORA
Io con te verrei anche all'inferno. È questo che vorrei risponderti e invece non te lo scrivo. Verrei anche in un posto brutto e spaventoso con te.
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Vita sbagliata - L'età dell'adolescenza
Romansa*Ci sono vite che nascono segnate. Destini che sembrano essere già tracciati. E per quanto si possa provare a liberarsi dalle pesanti catene che ci tengono intrappolati alle origini, ci si ritrova sempre e inesorabilmente, sopraffatti dal proprio pa...