Capitolo 41: La festa pt.1

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«No, quelle scarpe non le indosso, piuttosto ci vado scalza, ma in  quelle fottutissime scarpe i miei piedi non entreranno mai!» 

Io adoro Teresa, apprezzo tutto quello che fa per me, ma se c'è una cosa che non sopporto di lei è la sua testardaggine. Per darmi la possibilità di partecipare alla festa si è fatta in quattro.  A lei devo il consenso del Don, il vestito che indosso, la pettinatura e il trucco leggero che mi danno un'aria sofisticata ed elegante, ma sulle scarpe non mollo! I miei piedi in un paio di décolleté nere tacco dieci non entreranno mai e poi mai. 

«Ma davvero vuoi indossare i tuoi anfibi?» Mi dice con aria contrariata.

«Sì Teresa, te ne devi fare una ragione! Io con quelle cose lì non so neanche muovere un passo. Starei tutta la sera immobile come una statua e con i piedi doloranti. Ti prego, cerca di capirmi. Ho accettato tutti i tuoi suggerimenti, ma sulle scarpe non mollo. O gli anfibi o ci vado scalza!»

La vedo fare una smorfia di disgusto rivolta alle mie simili Dr. Martens mentre ripone nella scatola il paio di décolleté. «Va bene, se proprio ci tieni indossa pure quelle scarpacce orribili!»

Perfetto, l'ho spuntata! Mi guardo allo specchio compiaciuta. Ora sì che mi sento soddisfatta. L'immagine che vedo riflessa inizia a piacermi davvero tanto. Il vestito che mi ha procurato la mia psicologa preferita è davvero bello. Chiaramente è nero, era fuori discussione che io potessi indossare un abito di un altro colore. Il modello è davvero molto semplice, è un tubino corto non molto aderente, tipo una sottoveste, di un tessuto morbido che accarezza le mie forme senza stringerle molto. Le bretelle sono sottili e quindi le spalle sono totalmente scoperte, ho deciso per questo di non indossare il reggiseno, e ciò mi rende estremamente felice perché io odio quello strumento di tortura. La scollatura non è molto profonda e la mancanza del suddetto non si nota molto, certo se qualcuno ci infila gli occhi dentro si accorge che è tutto in libertà. Ma chi lo farà mai? Beh certo Davide ci proverà sicuramente, ma saprò bene come tenerlo a bada. Sta continuando a tartassarmi di messaggi perché non vede l'ora di vedermi e mi sta facendo salire l'ansia per questa serata. 

Un'ultima occhiata di volata allo specchio per vedere se i capelli sono ancora in ordine. Teresa ci ha lavorato su almeno una buona mezz'ora aiutandosi con la piastra per renderli presentabili. Ora sono perfetti. Li ho pettinati con una riga non proprio centrale altrimenti mi pareva di somigliare a Morticia Addams. Un po' di mascara sulle ciglia e un gloss trasparente sulle labbra completano il mio outfit. Porca paletta, sto iniziando a parlare come le influencer di Instagram! A proposito, ora ci starebbe bene una bella storia. 

Eleonora! Ti stai proprio rincoglionendo!

Ma che coscienza rompi balle che ho. Va bene, niente storia, anche perché sono in ritardo, come al solito! Samuel è fuori che mi aspetta già da una buona decina di minuti e non voglio farlo innervosire, anche perché poi sarà lui a dover venire e riprendermi e non voglio dargli noia più di tanto. Teresa e don Antonio sono vicini al pulmino e mi guardano soddisfatti, per questa sera si sentono un po' come i genitori ansiosi per la loro piccola che va alla prima festa importante. Sono tenerissimi e quasi quasi mi fanno commuovere quando mi salutano con le ultime raccomandazioni.  Mi soffermo a pensare solo per un attimo se al loro posto ci fossero stati i miei genitori... Ma mi riprendo subito, non voglio rattristarmi proprio ora. Nel 'comitato di saluto' manca Ergi, che avrebbe sicuramente detto la sua a suon di allusioni e doppi sensi, ma oggi, nel pomeriggio, doveva incontrare, per la prima volta dopo l'arresto, la sua mamma, detenuta nel carcere di Foggia. 

Samuel con fare cavalleresco apre il portellone del pulmino scassato che per questa sera sostituirà la carrozza di Cenerentola, in fondo mi sento un po' così. Chissà se anche a me il destino riserverà la sorpresa questa sera di farmi incontrare il mio 'principe azzurro'. 

No va beh, davvero mi metto a pensare cose del genere? 

Sinceramente chi vorrei davvero incontrare è Emanuele. Ho sperato in questi giorni di ricevere almeno un suo messaggio su direct, ma niente, neanche un cenno. Mi sono consolata guardando e riguardando le foto pubblicate sul suo profilo Instagram.  Non sono molte, ma a mio parere sono una meglio dell'altra. L'altra sera prima di addormentarmi le ho studiate con un'attenzione quasi maniacale, in ogni dettaglio. Gli occhi, le labbra, il sorriso, non c'è niente di lui in cui io riesca a trovare un piccolo difetto. Per non parlare del resto, ha un fisico perfetto, e porca miseria più lo guardavo e più il mio cervello fantasticava alla grande, tanto poi da non riuscire quasi a chiudere occhio. Spero di vederlo questa sera.

Il telefono che vibra mi fa ritornare alla realtà. Davide mi hai inviato la posizione della sua abitazione e quindi la voce asettica del navigatore di Google maps  del mio telefonino fa ora da sottofondo al tragitto che Samuel segue con attenzione. Da quando mi ha vista non fa altro che guardarmi e sorridere.

«Me lo spieghi cos'è questo sorrisetto che hai stampato sulla faccia da quando sono salita in questo scassone?» Sono troppo curiosa di sapere cosa pensa e non dice. 

«Non so come dirtelo, non trovo le parole per spiegarmi...» Mi guarda ancora una volta e sorride imbarazzato.«Per la prima volta ti vedo come una donna. Questo vestito, i capelli, forse anche il trucco... Non riesco a spiegarmi, non trovo le parole... Ti ho sempre considerata come una specie di sorella, ma ti ho pur sempre vista come una ragazzina. Ora vedendoti così mi rendo conto che in questi mesi sei davvero cresciuta tanto, è come se avessi acquisito una nuova consapevolezza di te stessa. Ecco, per questo ti vedo proprio come una donna, ma non inteso come persona di sesso femminile... Oh scusami dai, sto dicendo un sacco di stronzate!» Scuote la testa e ride.

«Scemo che sei, ora mi fai piangere. Ti sei spiegato perfettamente, e cazzo, come al solito tu sei sempre il primo a capire tutto di me. Da quando sono qui con voi in casa famiglia io mi sento finalmente davvero come se fossi a casa, sento di avere intorno a me persone su cui posso contare.» Me ne frego del trucco e del parrucco, ho voglia di abbracciarlo e gli salto addosso rischiando quasi di fargli perdere il controllo del volante. Ridiamo come due scemi per cercare di superare quel momento di commozione che c'è stato tra noi e ci guardiamo meravigliati quando sentiamo la voce atona del navigatore annunciarci che la destinazione richiesta si trova alla nostra destra. 

Samuel rallenta, siamo davanti all'ingresso del 'Condominio residenziale Viale dei Pini' così ci annuncia il cartello posizionato sul cancello di entrata. 



Rieccomi qui finalmente con un nuovo capitolo

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Rieccomi qui finalmente con un nuovo capitolo. Eleonora è tutta presa da questa festa, ma trova comunque il tempo per pensare a Emanuele. E come lo pensa!!! Si intuisce che i suoi pensieri siano tutt'altro che casti!!!  Vedremo cosa succederà e se questa festa farà da sfondo a momenti e situazioni importanti. 

Sempre grazie di cuore a chi mi segue e aspetta con pazienza i miei aggiornamenti. Senza di voi non saprei davvero come fare... GRAZIE! 









Vita sbagliata - L'età dell'adolescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora