Capitolo 52: Rivelazioni

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La giornata è iniziata proprio per il verso giusto, rottura di coglioni a livello elevatissimo,  ma del resto dopo quello che è successo ieri sera, ci sono tutti i presupposti perché la mia vita non scorra in maniera tranquilla.

Mentre spingo a fatica, fuori dalla mia stanza, un Samuel ancora totalmente stravolto e assonnato, chi assiste a tutta la scena se non Ergi? Certo, vedere me in accappatoio che 'accompagno' il mio amico, lascia via libera alla sua già fervida immaginazione.

«Ah, e così tu e Samuel ve la spassate insieme?» Ha una gran faccia di cazzo mentre mi dice queste cose. 

Chiudo alle mie spalle la porta della stanza di Samu, lui intanto è andato a buttarsi sotto l'acqua ghiacciata per cercare di riprendersi. 

Ancora mi chiedo cosa cazzo ci fosse nell'erba con cui ho rollato il joint ieri notte. Ha avuto un effetto devastante e ancora stento a connettere quello che mi succede, con una certa logicità. 

«Ergi, per favore, non ti ci mettere anche tu questa mattina!»

«Io dico solo quello che vedo. Tu in accappatoio e quindi deduco sotto nuda, e Samuel che esce dalla tua stanza. Cosa dovrei pensare se non che siete in pieno 'after sex'?» Insiste.

Come glielo spiego a Ergi che Samu è gay e anche se mi avesse visto nuda non avrebbe avuto nessun tipo di reazione? Lo dicevo io che doveva fare coming out e parlare a tutti del suo orientamento sessuale! 

Mentre elaboro questi pensieri, mi accorgo che Ergi  fruga con gli occhi nella scollatura del mio accappatoio, che mi affretto a chiudere... Troppo tardi! 

«Ecco, vedi, è inutile che nascondi, ci sono anche le prove! Chi te lo ha fatto quell'enorme succhiotto che hai lì?» 

«Non è stato certo Samuel!» Ma perché cazzo gli ho risposto? Purtroppo i neuroni che vagano depressi nel mio cervello ancora non riescono a connettersi alla realtà.

«Addirittura? Quindi hai passato la notte con Samuel dopo che un altro ha provveduto a marchiarti a fuoco?»

Sorrido all'espressione che ha usato: marchiarti a fuoco. Neanche fossi un vitello! Però è esattamente quello che Lele ha fatto, marchiarmi, lasciare la firma del suo passaggio. Stringo di più la scollatura dell'accappatoio mentre ricordo la sua testa china sul mio seno e le sua bocca che succhiava avidamente.

 Merda, mi tremano le gambe al solo pensiero!

«Ergi, pensa quello che vuoi ma non rompermi il cazzo. Oggi non è giornata!» 

«Certo che penso... Piacerebbe anche a me passare un po' di tempo con te e lasciarti qualche ricordino qua e là» dice con un sorrisetto fesso.

«Oh piantala, io ora devo andare a vestirmi, poi con calma ti spiego tutto.» E gli chiudo in faccia la porta della mia stanza. 

Do una veloce occhiata al telefono per vedere che ore sono: le nove! Non sono mai scesa così tardi a fare colazione! Chissà il don come si incazzerà! 

Recupero dal mio armadio un pantalone nero e  largo di cotone sottile che mi sembra abbastanza fresco e comodo. Le temperature in questi ultimi giorni di giugno stanno diventando davvero molto alte per i miei gusti, fa troppo caldo e io odio il caldo!

E sopra cosa metto?

Non posso sicuramente indossare qualcosa di scollato, devo assolutamente nascondere il succhiotto: cosa racconto al don se mi chiede una spiegazione? Che invece di andare alla festa con Davide, ho fatto un altro tipo di festa con il cugino? No, non posso proprio.

Dovrei avere da qualche parte una t-shirt nera extra large che fa al caso mio. Perfetto, è scollata abbastanza da farmi respirare, ma copre perfettamente quello che voglio nascondere. Lego i capelli ancora bagnati in una pseudo coda e  mi faccio coraggio e scendo ad affrontare il mondo! 

Vita sbagliata - L'età dell'adolescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora