A pranzo non ho mangiato nulla, lo stomaco praticamente è chiuso ermeticamente. Il Don ha guardato prima il mio piatto e poi me e ha scosso la testa, come per dire: "Che combini Ele?"
Non riesco proprio a stare seduta a tavola. È come se la sedia scottasse sotto di me.
Diciamo piuttosto che a scottare è il mio cervello, è come una pentola in ebollizione. Penso e ripenso alla stronzata che ho fatto e a cosa dovrò fare per uscirne. Mi ero ripromessa di andarci con i piedi di piombo. Che non avrei più commesso gli stessi errori. Che avrei riflettuto di più. E invece...
«Don, Teresa viene oggi?» Dico alzandomi per andare a riporre in frigo il mio piatto.
Regola numero uno della casa famiglia "Fratello sole e sorella luna" è che quello che non mangi a pranzo lo ritrovi a cena. Quindi so già che questo piatto di pasta e patate lo tirerò fuori questa sera per riscaldarlo nel microonde. Lo stomaco fa una capriola e si riassesta nella sua posizione originale.
«Non stai bene?» mi chiede mentre osserva con aria interrogativa Samuel che rotea gli occhi verso l'alto e inizia a sghignazzare. « Per chiedermi di parlare con la psicologa dopo non aver toccato cibo a pranzo significa proprio che devi stare malissimo» ridacchia.
«Fai troppe domande Don e sappi che non ho nessuna intenzione di risponderti, specialmente se continui a scambiare occhiate allusive a quel decerebrato che ti sta seduto accanto» e indico Samuel.
Questi due vogliono proprio vedere la mia pazienza fino a che punto possa arrivare! Cosa c'è di strano nel fatto che io voglia parlare con la psicologa? Non abbiamo di prassi un incontro con lei ogni settimana? Cosa non gli è chiaro?
Non gli è chiaro che io fino a oggi ho evitato Teresa come la peste...
Ma oggi cambia tutto, ho bisogno di lei e di un consiglio sincero e professionale. Ho la guerra in testa e voglio un aiuto per deporre le armi e far pace con me stessa.
«Teresa arriva alle sedici e trenta, come ogni pomeriggio, non fingere di non saperlo perché, solitamente a quell'ora, non si sa perché, ma diventi irrintracciabile» dice.
E come dargli torto? A quell'ora ho sempre qualcosa da fare, o mi barrico nella mia stanza, oppure sparisco. In realtà vado solo a rifugiarmi nel mio posto preferito: una spiaggia che si trova a cinque minuti a piedi da dove siamo e che si raggiunge passando per un viottolo nascosto in un vigneto. Samuel me l'ha fatta conoscere quasi subito dopo il mio arrivo in casa famiglia. Credo che d'estate sia un lido, perché ci sono tutte le strutture in legno. Ma ora è tutto chiuso, e io ne approfitto per stare lì a fumare tranquilla e a pensare ai fatti miei.
Il mare mi ha vista piangere e ridere. Al mare ho raccontato i miei dolori e le mie ansie e le mie paure e anche qualche piccola gioia, da quando sono qui.
« Teresa sarà felicissima di ascoltarti» il Don mi risveglia dalle mie riflessioni «Ma se hai bisogno ci sono anche qui io... » Mi dice alzandosi e avvicinandosi per abbracciarmi.
Gli abbracci del Don fanno calore e famiglia. È come se per qualche secondo ritornassi fra le braccia di mamma e papà. Sinceramente un po' mi imbarazzo di queste manifestazioni di affetto. Sarà che per me sono solo un lontano ricordo. E altre volte invece quello che credevo fosse affetto si è trasformato in altro. Ma ora questo suo abbraccio me lo godo tutto. Con lui posso stare tranquilla.
«Hai messo su un po' di pancetta negli ultimi tempi» rido staccandomi da lui e iniziando a dargli schiaffetti leggeri su quelli che forse una volta sono stati degli addominali.
«Grazie ma è arrivato il momento di affrontare i miei problemi con l'aiuto di Teresa. Lo so che tu ci sei sempre!» e intanto mi allontano per andare nella mia stanza. Voglio stare un po' da sola per riordinare le mie idee. Quel bacio con Davide mi ha scombussolata e non poco.
Come d'abitudine dopo pranzo mi lavo i denti e mi stendo sul letto per ascoltare un po' di musica. Tra mezz'ora arriverà Teresa, e non so perché ma mi sento agitata.
Sto cercando la mia playlist su Spotify quando vibra il telefono. Nell'anteprima della chat vedo che è un messaggio di Davide. No, non lo apro. Mi sento già abbastanza ansiosa e so che leggerlo peggiorerà ulteriormente la situazione.
Indosso gli auricolari e sento che la musica sta andando. I Guns N'Roses con 'November rain' mi aiuteranno sicuramente a rilassarmi un po'... Spero.
STAI LEGGENDO
Vita sbagliata - L'età dell'adolescenza
Romansa*Ci sono vite che nascono segnate. Destini che sembrano essere già tracciati. E per quanto si possa provare a liberarsi dalle pesanti catene che ci tengono intrappolati alle origini, ci si ritrova sempre e inesorabilmente, sopraffatti dal proprio pa...