E poi succede che parliamo d'amore senza un "Me" e "Te"
e poi finisce tutto senza un perché,
E poi finisce tutto senza un perché, senza dirci niente...
Rkomi
Camilla è andata via già da un po' e io sono invece ancora qui, in riva al mare, a rimettere in ordine i pensieri e a fumare l'ennesima sigaretta. Ho la bocca secca e amara per quanto ho fumato, ma raccontare alla mia amica una bella fetta della mia vita passata non è stato affatto facile, e le sigarette sono state la mia sola via di fuga. Camilla ha ascoltato in silenzio il fiume di parole che si è riversato fuori dalla mia bocca. È come se in me fosse scattato un interruttore tenuto spento per troppo tempo, ho avuto il bisogno di condividere le mie esperienze senza forzature esterne. Nei suoi occhi non ho letto commiserazione e pena, ma solo tanta comprensione. Il nostro abbraccio e le nostre lacrime hanno reso la nostra amicizia più vera e più forte.
Il sole ormai è tramontato e seduta su questo pedalò mi godo la pace e la tranquillità della spiaggia ormai silenziosa. Ecco, pace e tranquillità, due aggettivi che è davvero difficile accostare a me. Purtroppo devo imparare a convivere con questa continua alternanza di sentimenti e stati d'animo. Devo riuscire a trovare in me stessa e nelle poche persone che mi sono vicine la forza per andare avanti e cercare di percorrere le trame della mia vita verso un futuro che non so cosa mi riserva.
Ai miei piedi ormai si è creato un piccolo mucchietto delle cicche di tutte le sigarette che ho fumato e le raccolgo accartocciandole del fazzolettino di carta che Cami mi ha dato prima, quando presa dal discorso, ho iniziato a piangere. Sono così immersa in quest'operazione che neanche mi accorgo che qualcuno ha preso posto vicino a me, sullo stesso pedalò.
«Ehi... ti disturbo?»
La voce di Lele è un soffio, ma basta ad accelerare all'infinito i battiti del mio cuore. Non mi aspettavo di trovarmelo accanto, ma certo non posso dire che non mi faccia piacere. Mi volto a guardarlo e lo trovo seduto con i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani. Ha un'aria stravolta, tipo la mia.
«Vuoi una risposta sincera, o una di circostanza?» Non riesco a non pensare al messaggio che mi ha inviato e poi alla sua mano sulla schiena della ragazza.
«Ehm, ora dimmi dove ho sbagliato? No perchè se mi rispondi così, devo per forza aver sbagliato qualcosa... È da questa notte che sono certo di aver sbagliato qualcosa con te, vero?» Mi guarda con un mezzo sorrisetto dolce, su quelle labbra che su di me hanno l'effetto di un allucinogeno potente. Le fisso perchè sinceramente non vorrei neanche spendere tempo a parlare. Vorrei solo baciarlo e respirare l'aria attraverso la sua bocca.
«Ele non guardarmi così, per favore... rispondimi solamente» Quasi mi supplica.
Come faccio a non guardarlo come se volessi spogliarlo? Come faccio a sopprimere l'istinto che ho di fondere le mie labbra con le sue, fino a rubargli l'anima, e poi prenderlo a pugni, per quel suo modo di fare che odio? Un minuto prima mi fa sentire l'unica per lui, e subito dopo mi ignora per interessarsi a un'altra? Vorrei anche sapere se ha saputo qualcosa della festa, se la mamma o il cugino gliene hanno parlato.
«Perchè come ti guardo?» È l'unica cosa stupida che riesco a dire invece di rispondergli.
Fa un gesto con la mano, come a voler bloccare altre parole che potrei pronunciare. Avvicina un dito alle mie labbra e continua a guardarmi come se mi stesse supplicando.
«Shhh piccoletta, è meglio che non te lo dico cosa ci leggo in quegli occhi.»
Le sue dita odorano di sigarette e di lui. Perchè è tutto così difficile? Perchè i miei occhi non sanno nascondere quello che sento dentro di me?
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Vita sbagliata - L'età dell'adolescenza
Romance*Ci sono vite che nascono segnate. Destini che sembrano essere già tracciati. E per quanto si possa provare a liberarsi dalle pesanti catene che ci tengono intrappolati alle origini, ci si ritrova sempre e inesorabilmente, sopraffatti dal proprio pa...