Capitolo 11: La sofferenza Pt.1

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Otto anni prima. Marina di Alberese (Grosseto)

Svegliarmi la mattina quando siamo in vacanza al mare è una delle cose che mi piace di più. Senza fretta, senza dover correre per andare a scuola, e soprattutto con la certezza di passare tutta la giornata con mamma e papà.

Mi piace fare colazione tutti insieme con calma, seduti intorno alla tavola rotonda in legno che abbiamo fuori sulla veranda. La mamma apparecchia in una maniera a dir poco spettacolare, a lei piace essere precisa nelle sue cose, fa tutto con calma e con cura. Papà dice che è troppo pignola, ma a me piace che sia così, e forse credo di aver preso da lei questo lato del carattere.

La tovaglia è a quadretti bianchi e azzurri e tutte le stoviglie sono di un bel turchese acceso. Sinceramente la cosa che più adoro di tutta la tavola è il vassoio con tutte le creme al cioccolato che sono la mia passione. Questa mattina poi mamma mi ha promesso che farà i pancake. La mia felicità è alle stelle.

Salto giù dal letto determinata a raggiungerla in cucina, mi piace chiacchierare con lei mentre è affaccendata ai fornelli. E poi se si distrae posso approfittare per assaggiare quella nuova crema al burro di arachidi che abbiamo comprato ieri e che lei pensa di aver nascosto ai miei occhi. Mi sottovaluta a volte la mia mamma, non sa che se si tratta di dolci, io ho un sesto senso nello scovarli ovunque lei li nasconda!

Apro piano la porta della mia cameretta, in casa c'è silenzio, non sento rumori provenire dalla cucina.

Sicuramente quei due dormiglioni saranno ancora a letto. Ieri sera, dopo che mi hanno dato la buonanotte li sentivo ridacchiare di là in salotto. Mi piace sentire le loro risate, mi piace vederli quando si abbracciano e giocano tra loro e mi piace anche andare a svegliarli nel loro lettone. Farò finta di non accorgermi che dormono senza pigiama e che papà cercherà disperatamente di ricoprirsi con le lenzuola.

Come immaginavo, sono ancora a letto.

Ma che sonno pesante che hanno. Va bene che io sono scalza e ho fatto in silenzio, ma anche ora che ho spalancato la porta della stanza non si sono accorti di me?

Papà è girato di spalle e stranamente ha addosso i boxer.

Ma mamma? Mamma dorme in una posizione strana e ha un'espressione sul viso che non mi piace, come se stesse facendo un brutto sogno.

« Mamma» chiamo piano. Ho paura di farla spaventare, ma voglio che si svegli. Non mi piace come dorme,  è come se ci fosse qualcosa di inconsueto in lei.

«Mamma?» Alzo un po il tono della voce e provo a toccarle il braccio...

«Mamma?» Quasi grido.

Il braccio che ho toccato è strano, è freddo. La mia mamma è sempre morbida e calda e sorride felice quando dorme.

No, questa non sembra essere lei!

E perché ho tanta voglia di piangere e sto iniziando ad avere paura?

«Mamma! Svegliati mamma, ti prego!» Ora sto piangendo.

«Mamma non farmi spaventare! Perché non mi sente nessuno? Svegliatevi! Dobbiamo fare colazione insieme! Dobbiamo preparare i pancake e andare al mare» Sto singhiozzando ora.

Mi sto spaventando sul serio.

Spero non sia uno scherzo, altrimenti poi mi sentono!

Papà ha un sussulto e si muove.

Finalmente almeno qualcuno si sveglia!

Ora si girerà e sveglierà lui la mamma.

Forse è un gioco e ora scoppieranno a ridere come al solito e mi faranno salire in mezzo a loro nel lettone per abbracciarci felici.

E invece,  all'improvviso, tutto precipita.
Sento le urla di papà che chiama a gran voce mamma e la scuote. E' disperato e ora oltre a me sta piangendo anche lui. Lei non risponde, non reagisce, le braccia penzolano inerti mentre papà la stringe a se.

E io ora urlo con tutta la forza che ho dentro.

Urlo perché ho paura.

Perché anche se siamo ad agosto, io ho freddo.

Perché ho capito che la mia mamma non si sveglierà più. Che non mi preparerà mai più i pancake, che non giocherà mai più con me e non mi nasconderà più le creme al cioccolato, che non solleverà più la sua maglietta per permettermi di entrarci sotto con la mia testa e sentire il suo odore. Mai più!

Vedo papà che mi guarda, piange, ma quello che mi fa paura in lui e che non dimenticherò mai e che imparerò solo a leggere dopo nel tempo, è il suo sguardo.

In quegli occhi c'è sofferenza, strazio e senso di colpa.

E all'improvviso è tutto buio.

Click, il mio cervello si spegne.

Svengo.

Un capitolo molto delicato

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Un capitolo molto delicato. Un ritorno al passato per iniziare a comprendere meglio Eleonora e i suoi demoni.

Spero vi piaccia. Quali sentimenti e quali sensazioni suscita in voi? Attendo i vostri commenti o se ci sono anche le vostre critiche e i vostri consigli.

Grazie di esserci sempre e di aiutarmi a crescere!

Vita sbagliata - L'età dell'adolescenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora