ELEONORA
Sono scesa presto a fare colazione, un po' perché ho dormito talmente poco e male che non vedevo l'ora di alzarmi, e poi volevo bloccare Samu prima che andasse a lavorare per parlargli di questa notte e di quello che è successo tra me e l'albanese.
Ho bisogno di alleggerire la mia coscienza parlando con una persona amica che non mi giudica mai.
L'ho trovato infatti già in cucina, intento a bere il suo caffellatte.
«Samuel, ma che fine hai fatto questa notte? Sono venuta a bussare alla tua stanza e non mi hai aperto? Sonno pesante?» Mi siedo accanto a lui e rigiro tra le mani una fetta di pane indecisa se spalmarci su la Nutella o la marmellata di pesche.
«Sh abbassa la voce» mi risponde e mi fa cenno di avvicinarmi di più «Non c'ero in camera, ecco perché non ti ho aperto!»
«Non c'eri?» La cosa mi incuriosisce e non poco. Samuel è una persona molto attenta alle regole e uscire di nascosto di notte non è una cosa che mi aspettavo fosse capace di fare. Io ed Ergi glielo avevamo già proposto ma lui aveva rifiutato categoricamente. Mai disubbidire al don! E ora invece?
La cosa mi intriga molto, devo sapere! In questa casa famiglia stanno succedendo troppe cose che se il don le scoprisse credo scoppierebbe un bel casino.
«E dimmi mio bel Samuel dove te ne sei andato di bello senza coinvolgere me ed Ergi? Lo sai che sei uno stronzo a fare queste cose di nascosto?» Lo dico con un filo di voce proprio perchè non voglio ascoltatori a questa nostra conversazione.
«Ve lo avrei detto prima o poi, lo sai che difficilmente riesco a tenere un segreto, specialmente con te!» Si vede che un po' si sente in colpa. «Anzi, è da un po' che te ne voglio parlare, ma tu hai avuto i tuoi casini e non volevo tediarti con le mie cose.»
«Ma che tediare e tediare, ma sei scemo? Ti rompo costantemente io con le mie pare... Parla ora! Dimmi tutto!» Sono curiosa da morire e non so perchè ma ho la sensazione di sapere quello che mi dirà ora il mio amico.
«Ho conosciuto uno...» Mi dice con una voce tremante. Lo guardo per incitarlo a continuare. Le mie sensazioni erano giuste.
«Cioè, io non so davvero come dire... Ele mi sono innamorato come un coglione!» E lo dice tutto d'un fiato con un espressione del viso che mi fa venire da ridere.
«E lui?» Spero vivamente che la cosa sia ricambiata, non vorrei vederlo soffrire.
«Lui è perso peggio di me!» E sorride come un deficiente, ha gli occhi a cuoricino quando continua a parlare «Stiamo insieme da quasi un mese e lui vorrebbe già convivere!»
«Cioè, voi state insieme da un mese e tu me lo dici solo ora? Sei uno stronzo però! Che amico del cazzo! Io ti racconto tutto di me e tu invece non avresti detto nulla se io non avessi bussato alla tua porta questa notte?» Mi sto leggermente incazzando.
«Hai ragione Ele, ho sbagliato! Avrei dovuto parlartene prima, ma ti sono successe un sacco di cose, ti vedo sempre triste e mi sembrava di poterti ferire con la mia felicità!»
«Ma davvero hai pensato una cosa del genere? Tu sei diventato come un fratello per me, e io non posso che essere felice se qualcosa nella tua vita ti fa stare bene!»
Mi fa troppa tenerezza che questo ragazzone tutto muscoli e sorrisi si sia fatto scrupolo di raccontarmi della sua felicità solo per la paura di ferirmi, solo perchè la mia vita è un casino totale non vuol dire che io non possa gioire della felicità altrui.
«Ora però me lo fai conoscere, vero? Pensi di riuscire a scansarla questa cosa? Non ti mollo fino a che non vedrò chi è questo figaccione che ti ha rubato il cuore!»
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Vita sbagliata - L'età dell'adolescenza
Lãng mạn*Ci sono vite che nascono segnate. Destini che sembrano essere già tracciati. E per quanto si possa provare a liberarsi dalle pesanti catene che ci tengono intrappolati alle origini, ci si ritrova sempre e inesorabilmente, sopraffatti dal proprio pa...