Non me lo chiedi mai che cosa siamo adesso
tu che hai buttato ormai tutto quanto nel cesso...
(Morto per te - Follya)
EMANUELE
«Saverio, me lo dai o no un altro gin tonic? Cosa cazzo stai aspettando che arrivi l'alba?» Biascico con la bocca impastata dal troppo alcool che sto trangugiando come fosse acqua fresca.
«Ema, sono le tre, ho perso il numero dei gin tonic che hai bevuto. Perchè non te ne vai a casa a dormire?» Saverio cerca disperatamente di farmi rinsavire. Vorrei fargli capire che è proprio quello che non voglio fare: tornare in me. Trovo estremamente appagante questo stato di torpore in cui mi fa galleggiare l'alcool, i pensieri si confondono e io riesco a stare tranquillo per un po'.
«Saverio ma che amico sei? Se ti dico che voglio ancora bere, tu fa solo il tuo lavoro e servimi ancora gin tonic, non sono ubriaco, ancora non del tutto, almeno credo.» Cerco maldestramente di rollare una tabacchella, le mani sono davvero malferme, forse Saverio non ha del tutto torto, dovrei andare a casa e cercare di dormire un po'.
Sì dormire, sarebbe davvero un'ottima cosa da fare. Peccato che appena mi allungo sul letto mi ritorna in mente quella stronza di Eleonora. Ogni volta ripenso alla prima sera che siamo usciti insieme e poi siamo finiti a casa mia a scopare. Le sue parole, gli sguardi, i respiri, i gemiti, tutto in perfetto ordine si riaffaccia nei miei ricordi. La sua pelle bianca, le sue pupille dilatate dal desiderio. È una fottuta persecuzione, non riesco a non pensarla.
Anche ora mentre sono qui seduto al bancone del bar spero sempre di vederla arrivare insieme a Samuel e me l'immagino venirmi incontro con quel suo bel sorriso da stronza. Quelle belle labbra imbronciate, le morderei a sangue per farle sentire il dolore che sento dentro di me. Un dolore che mi devasta e non mi lascia vivere.
Le risento ancora le parole dell'altra sera: 'Cosa vuoi che siano un paio di scopate?'
Col cazzo un paio di scopate!
E no piccoletta, non sono state un paio di scopate qualsiasi.
Io ci ho messo il cuore in quei momenti, ti ho detto cose che mai sono uscite dalla mia fottutissima bocca. Mai con nessuna sono stato tanto dolce quanto con te.
E tu, cara la mia piccoletta, con quattro paroline di merda, il mio cuore lo hai trafitto a morte.
Sono consapevole di aver fatto il coglione con te, di averti ferita. Ma non mi hai dato neanche il tempo di spiegarmi, di farti capire come sono fatto. Ti avrei detto che sono uno stronzo, un buffone, che sono un vigliacco che rifugge ogni tipo di impegno e responsabilità. Ma ti avrei anche detto che per te sarei stato disposto a cambiare, a provare a essere diverso.
Perché ti amo e ora vorrei urlarlo ai quattro venti: 'Io Emanuele Maestri sono fottutamente innamorato di Eleonora Viiperi'. Mi farei prendere per pazzo, ma lo farei.
E invece sono qui a stordirmi di gin e sigarette per colmare il vuoto che sento nella mia vita e nel mio cuore.
Anche suonare questa sera al concerto non è servito a nulla. Avrei voluto che ci fossi tu a guardarmi e ad applaudirmi. Tutti a farmi i complimenti per il mio 'solo' di marimba, per il bellissimo arrangiamento che ho fatto di 'Perfect'. Ma io lo avevo fatto per te, ogni nota, ogni vibrazione, ogni sfumatura, tutto per te. Ma tu non c'eri.Per questo subito dopo sono ripartito per tornare qui a Siponto, per sentirti più vicina a me, per respirare la tua stessa aria, per sperare di incontrarti.
«Ehi cugino, è da un po' che non ci si vede, come te la passi?»
La mia vita in queste giornate fa schifo e incontrare Davide è il coronamento perfetto di un periodo di merda. Questa sua faccia da cretino con un sorrisetto fesso stampato su, in questo momento è l'ultima cosa che ho voglia di sopportare.
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Vita sbagliata - L'età dell'adolescenza
Romance*Ci sono vite che nascono segnate. Destini che sembrano essere già tracciati. E per quanto si possa provare a liberarsi dalle pesanti catene che ci tengono intrappolati alle origini, ci si ritrova sempre e inesorabilmente, sopraffatti dal proprio pa...