Sicuramente non ho avuto una bella reazione, questo lo capisco perfettamente. Urlare come ho fatto e andarmene è stato un atteggiamento da ragazzina. Sentirmi giudicata come se fossi una 'troietta' mi ha fatto incazzare e non poco. Già faccio fatica a vivere in pace con me stessa e ad accettarmi per come sono. Poi la faccia di Davide e quelle parole cattive vomitate con così tanto risentimento mi hanno davvero ferita. È proprio una testa di cazzo piena di pregiudizi e io sono stata davvero stupida a ricambiare il suo bacio. Lo ha sbandierato ai quattro venti davanti al cugino, sicuramente solo per vantarsi. Io non ho avuto neanche il coraggio di guardare in faccia Emanuele per vedere una sua eventuale reazione. Ma poi che mi frega? Non sono forse libera di baciare chi voglio? E poi proprio lui non dovrebbe permettersi di aprire bocca, l'ho visto avvinghiato come un polipo alla tizia del suv. Altro che il mio bacio a Davide!
L'assemblea intanto è finita e per 'grazia ricevuta' il preside ci ha concesso di uscire due ore prima. Sarebbe una notizia bellissima se io sapessi come impiegare queste due ore libere fino a quando Samuel verrà a prendermi. Non c'è neanche Camilla, con gli altri della classe non ho legato molto, e per questo devo ringraziare la mia simpatia 'estrema'. Che faccio ora? Provo a messaggiare Sam per vedere se passa prima? Prendo il cellulare dalla tasca posteriore della salopette di jeans che indosso questa mattina e scorro la chat di WhatsApp, l'ultimo accesso di Sam è alle otto e quindici. Da quasi un mese ha iniziato a lavorare ed è la persona più felice sulla faccia della terra. Non che sia un lavoro da favola, è stato il Don ad aiutarlo. Nella sede della Caritas di Foggia cercavano un magazziniere e allora lui ha fatto il nome di Samuel e dopo un rigidissimo colloquio che lo ha fatto sudare non poco, è stato assunto in prova per due mesi. Se tutto procede nel verso giusto poi gli proporranno un contratto a tempo determinato per due anni. Lui è raggiante e lo capisco benissimo: l'indipendenza economica è fondamentale. Ora quindi se io gli rompo le palle con un messaggio, sicuramente non mi risponderà. Posso dargli torto? No! Rimetto il telefono in tasca e mi avvio verso il centro, vuol dire che farò un giro a guardare le vetrine dei negozi. Per una che detesta lo shopping sarà proprio uno spasso questa cosa!
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Guardare le vetrine è stato per me abbastanza demoralizzante. Ho realizzato che il mio guardaroba è totalmente sfornito, che mi vesto da schifo e che non ho un outfit alla moda e per concludere, ho il portafogli totalmente vuoto. Gli ultimi euro che avevo da parte li ho spesi per approvvigionare la mia scorta di 'sigarette magiche' che iniziava a scarseggiare. Mai rimanerne senza!
Penso che mi toccherà affrontare con il Don l'argomento finanze. Non ho ben capito come funziona questa cosa in casa famiglia e non so come comportarmi. Ma essere continuamente al verde non mi piace.
Sento il telefono che vibra proprio mentre sto valutando l'opportunità di spendere l'ultimo euro che ho in tasca per comprare una ciambella con la crema. Ho un buco allo stomaco e le gambe quasi non mi reggono più dalla fame. La mattina non faccio mai colazione, di solito bevo solo un caffè, motivo per cui a metà mattinata la fame mi assale. L'incazzatura di oggi è servita solo a far slittare l'orario dell'attacco di fame, che si è presentato solo dopo essermi rilassata totalmente con la passeggiata.
Appena vedo il mittente del messaggio la fame mi passa di botto: Teresa!
Se mi scrive vuol dire che c'è qualche problema. Lei non lo fa mai a caso! Ripercorro mentalmente quello che ho fatto negli ultimi giorni: non ho combinato casini a scuola, ho fatto la 'brava', ho aiutato nelle pulizie, ho rimesso in ordine la mia stanza. Insomma non riesco a capire il motivo di questo messaggio. Tanto vale aprire la chat e togliermi ogni dubbio:
Ho ricevuto la risposta dall'assistente sociale per la visita a tuo padre. OK! Sabato dalle 8.15 alle 12.30 potrai incontrarlo. Io e Don Antonio saremo con te. Sono felice perché so che sarà per te un momento bellissimo! Oggi pomeriggio prendiamo accordi per il viaggio!
La fame ora è solo un lontano ricordo. Mi avvicino a una panchina e mi siedo. Ho le gambe che tremano e non solo quelle. Sto ancora fissando lo schermo del cellulare come in attesa di non so cosa.
Rivedrò il mio 'papo'!
Mi accorgo che fatico a respirare per l'ansia che mi sta salendo dentro. Ho caldo e senza neanche rendermene conto sento le lacrime che iniziano a pungere i miei occhi e a scendere lente. Sono otto anni che non lo vedo. Otto lunghi anni senza di lui e senza la mamma. Come reagirà quando mi vedrà? Mi vorrà ancora bene? Sarà arrabbiato con me perché non sono mai andata prima a trovarlo? Si sarà sentito solo e abbandonato come mi sono sentita io?
Ho paura, sì ho una fottutissima paura di quelle che potranno essere le nostre rispettive reazioni e solo a questo pensiero le lacrime si trasformano in singhiozzi. Non me ne frega un cazzo dei passanti che mi guardano con aria interrogativa per cercare di capire cosa mi prenda. Sto piangendo perché sono disperatamente sola e spaventata! Non mi accorgo neanche dello stridore di gomme del pulmino di Samuel che parcheggia a due metri da dove sono seduta. Sento solo due braccia che mi stringono forte e tra le lacrime riconosco il suo profumo.
«Che succede Ele? Da lontano ti ho visto piangere e per poco non mi veniva un infarto! Cosa è successo?» E mi stringe forte e io affondo la mia faccia nell'incavo del suo collo. Quante volte in quell'abbraccio ho trovato rifugio negli ultimi mesi. Sam è sempre la mia isola felice, il mio porto sicuro.
Mi libero delicatamente dalle sue braccia e allungo verso di lui il telefono in modo che possa leggere la chat. Non riesco a parlare. Impiega due secondi a leggere e mi abbraccia di nuovo: «Tranquilla piccola! Sarà bellissimo rivedere tuo padre. Capisco che sei spaventata, ma sarà tutto naturale tra voi, sarà come se non foste mai stati lontani. Pensa che sicuramente lui si sentirà peggio di te. Infondo è stato lui a stravolgere le vostre vite e sai bene che il senso di colpa gli ha fatto rifiutare la possibilità di avere la libertà vigilata».
«E se non mi volesse più bene? Infondo l'ho lasciato solo nel suo dolore per tutti questi anni! Potrei capirlo!»
«Eri una bambina Eleonora! Ti sei trovata da sola ad affrontare una vita che non era più la tua! Hai girato l'Italia cambiando istituti e famiglie! Vuoi che tuo padre non lo capisca? Non ti fare colpe che non hai!» Dice abbracciandomi di nuovo.
Ciao a tutti! Eccoci arrivati ad un punto importante della mia storia. Eleonora dopo molti anni finalmente incontrerà nuovamente suo padre. Si ritroverá di nuovo ad avere a che fare con i fantasmi di un passato che ancora non riesce a superare.
Che fatica la vita per una ragazzina di sedici anni!
Spero sinceramente che la mia storia continui ad interessarvi. Non voglio sia il solito romanzetto rosa pieno di clichè e spero di riuscire nel mio intento di farne una storia attuale e aderente alla realtà!
Grazie a tutti quelli che mi seguono e ricordate sempre che un commento e una stellina sono cosa gradita ❤️
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Vita sbagliata - L'età dell'adolescenza
Romance*Ci sono vite che nascono segnate. Destini che sembrano essere già tracciati. E per quanto si possa provare a liberarsi dalle pesanti catene che ci tengono intrappolati alle origini, ci si ritrova sempre e inesorabilmente, sopraffatti dal proprio pa...