Capitolo 6

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Non tornai in stanza prima di sera, cercai di fare il meno rumore possibile ma la porta era difettosa e più ci si impiegava ad aprila e più faceva rumore.

"Malia Berks!" Urlò Satana, cioè Valery. Presi le chiavi dal letto e anche un cuscino per parare un possibile colpo e mi avvicinai aprendo la porta.

"Vieni qui!" Valery era pronta ad uscire come una furia ma fortunatamente fu trattenuta per i fianchi da Finn.

"Lasciami! Non le faccio nulla! Le voglio solo dare un abbraccio per ringraziarla della magnifica giornata e farle tante carezze!"

"Devi lavorare sul passivo-aggressivo." Dissi io cercando di non ridere.

"Almeno mi dite se sto rischiando la vita per qualcosa?" Chiesi sempre con il cuscino nelle mani che parò una scarpa di Val. Finn, che l'aveva trattenuta per i fianchi per tutto il tempo la girò verso di sé e si baciarono."

"Volete la stanza o.."

"Tranquilla, abbiamo già dato." Disse Finn.

"No, nel mio bagno no!" Urlai correndo in bagno pronta a disinfettare a dovere.

"Tranquilla, stavamo solo scherzando." Disse Valery per poi sussurrare un forse.

"Adesso devo andare, ci vediamo domani, ok?" Si scambiarono qualche bacio e poi Finn uscii dalla stanza, io sorrisi alla mia amica e lei, prendendomi alla sprovvista, mi caricò come un sacco di patate sul letto prendendo un cuscino e iniziando a colpire. Riuscii a bloccarle le braccia.

"Non è quello che volevi?" Chiesi cercando di rimanere seria ma con scarsi risultati.

"Non così!"

"Ma il risultato è quello che conta, dovresti ringraziarmi!"

"Grazie." Sorrise lei, così le lasciai le braccia e lei mi colpii un ultima volta prima di levarsi di dosso e gettarsi nel letto con un sospiro sognante. Mi misi ad osservarla sorridendo con le mani sotto il mento pronta per ascoltare la storia. Rimanemmo a parlare per un'altra oretta, poi ordinammo qualcosa da mangiare e mettemmo su un film, e ci addormentammo nello stesso letto.

Il mattino seguente fui la prima ad alzarmi, il sole non era ancora spuntato ma non mancava molto, così scesi dal letto facendo attenzione a non svegliare Val e andai in bagno per lavarmi i denti e mettere il costume. Presi la tavola che mi aveva fatto lo zio di Finn e uscii dalla mia stanza.

Appena arrivata in spiaggia mi spogliai e mi tuffai, al mattino non c'erano tante onde ma non ero venuta per quello. Rimasi a fissare l'alba seduta sulla tavola con le gambe in ammollo. Sentii qualcuno raggiungermi e sorrisi sapendo già fosse Aiden.

"A cosa pensi?" mi chiese osservando anche lui il sole che ormai era sorto quasi completamente.

"A nulla, per la prima volta dopo tanto."

"Quindi, l'hai superata?"

"Superato cosa?" Non ne avevo mai parlato ne con Aiden ne con gli altri della mia situazione con Sean, come faceva a saperlo?

"Ricordi che ti ho detto di essere uno psicopatico ma non che tu mi hai dato del bravo osservatore."

Risi e lo osservai, la luce rossastra metteva in risalto il buondo chiaro dei suoi capelli, teneva le spalle leggermene ricurve tenendosi alla tavola con la testa leggermente piegata osservandomi sorridendo. La fossetta della sua guancia si vedeva solo quando sorrideva. Ora che ci penso non l'avevo mai veramente osservato, lo vedevo e basta.

"Si, adesso è passata." Sorrisi anch'io.

"Tra due settimane ci saranno delle selezioni per entrare in un'importante squadra di surfisti, perché non ti iscrivi? Sei veramente molto brava e mi sembra di aver capito che tuo padre era un campione."

"Tu vuoi diventare un campione?"

"Non ne sono ancora sicuro al 100% ma Surfare tutto il giorno, viaggiare per vedere i mari più belli del mondo ed essere pure pagato, chi non lo vorrebbe?"

"Beh si, effettivamente."

"Tu invece, cosa vuoi?"

"Non ne ho idea." Ammisi facendo spallucce. "A volte vorrei seguire la carriera di mia madre, diventare una ballerina, ma non credo di avere un talento come il suo. Seguire la strada di mio padre lo renderebbe davvero fiero ma non so se è quello che voglio davvero fare."

"Non ho detto cosa renderebbe fieri i tuoi, Mal."

"Mi piacerebbe avere un qualcosa di mio, tipo un agenzia o qualcosa di simile."

"Ecco, ora iniziamo a ragionare, e di cosa?"

"Tipo un'organizzatrice di eventi, o comunque qualcosa che abbia a che fare con le persone, renderle felici."

"Ma non mi dire." Rise lui.

"Cosa?"

"Ti ci vedrei, sarebbe proprio azzeccato per te." Mi disse guardandomi attentamente negli occhi facendomi arrossire ma non distolsi lo sguardo.

"Hai detto che non sei sicuro al 100%, cos'altro vorresti fare?"

"Sempre qualcosa che abbia a che fare con il mondo dello sport, sono entrato al college grazie alla mia borsa di studio per il football e sono una specie di celebrità, avrai modo di scoprirlo il prossimo anno."

"Ti stai dando troppe arie."

"Sono solo realistico, insomma dai, mi hai visto?"

"Ma sentilo!" Risi seguita da lui.

"E' inutile che fingi, bambolina, lo pensi anche tu." Disse avvicinandosi alla mia faccia, feci lo stesso con un sorrisetto stampato sulla faccia per poi capovolgere la sua tavola con la gamba facendolo finire in acqua.

"Ti stavi scaldando troppo, campione." Risi una volta che riemerse. Lui afferrò la mia tavola e non ebbi tempo di fare una qualche minaccia che la capovolse e mi ritrovai nella sua stessa condizione.

"La prossima volta, scappa."

"Ho smesso di scappare." Dissi mentre salivo sulla tavola schizzandolo. Guardai all'orizzonte e lo stesso fece lui. Quella era la prima onda buona della giornata ed entrambi lo sapevamo, così senza dire nulla iniziammo a nuotare verso l'Orizzonte ed entrambi non riuscivamo a smettere di ridere schizzandoci e facendo a gara per chi arrivasse primo. Era una bella sensazione, una sensazione nuova che non mi dispiaceva affatto.

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