Capitolo 10

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La sensazione dovuta al momento e all'adrenalina si affrettò a sparire, e l'indomani lo passai rinchiusa nella mia stanza per mettere un po' d'ordine ai miei pensieri, ma quando venne sera il mio cellulare, abbandonato sul letto, prese a squillare. Visto che ero dall'altra parte della stanza per osservare il mare dovetti sbrigarmi a raggiugerlo.

"Pronto?"

"Ancora non hai registrato il mio numero, comincio a pensare che sono io quello che non piace a te e non viceversa."

"Ah, ciao Kol."

"Mi raccomando, con non troppo entusiasmo. Esci, ti aspetto."

"Non sono davvero in vena."

"Preferisci passare la serata in camera tua? Ti ricordo che la so già, ci metto un secondo."

"Ok, 5 minuti." Gli dissi sospirando. Mi tolsi il pigiama e indossai un paio di pantaloncini e una felpa leggera, messe le scarpe uscii, lasciando il cellulare, tanto nessuno mi avrebbe chiamata.

"Eccomi."

"La tua faccia fa schifo." Disse osservandomi.

"E' un piacere anche per me, come stai?"

"Io bene, tu piuttosto?"

"Dovrai farmi ubriacare per farmi parlare." La buttai sul ridere, anche se c'era un fondo di verità, lui sorrise e una volta che fummo in macchina parcheggiò davanti un bar e ne uscii con alcune bottiglie che poi mi porse, continuò a guidare e arrivammo in spiaggia.

"Che ci facciamo qui?"

"Non se l'unica ad aver bisogno di ubriacarsi." Disse scendendo dalla macchina e io lo seguii. Ci sedemmo una accanto all'altro e lui prese la bottiglia di Whiskey lasciando a me la Vodka.

"Chi inizia?" Chiese prendendo un sorso, feci lo stesso e lo indicai. Non riuscivo a immaginare che problemi potesse avere, ma la mia esperienza in materia mi ricordava di non fermarmi all'apparenza. Osservai il suo pomo d'adamo andare su e giù mentre ingeriva il liquido ambrato e mi sistemai meglio per ascoltarlo.

"Tempo fa uscivo con questa ragazza, Grace, era più piccola di me e molto più innocente. Ci siamo conosciuti alla festa di suo fratello, che era uno dei miei migliori amici, non me ne accorsi nemmeno che mi stavo innamorando di lei. Si prendeva cura di me, mi calmava, era l'unica a cui davo ascolto da arrabbiato." Presi un lungo sorso per ostacolare i ricordi di me e di Sean che minacciavano di uscire.

"Che successe poi?" Chiesi cauta.

"Lei si ubriacò ad una festa, perché era convinta io la volessi lasciare, mentre io volevo fare tutt'altro. Nessuno sapeva di noi e io mi ero stancato di nascondermi, la volevo con me ogni ora del giorno e della notte, volevo portarla con me quando uscivo con i miei amici, la volevo vedere esultare per me alle partite di Basket, la volevo completamente mia. Fatto sta che l'avevo trascurata perché cercavo il modo di dirlo a suo fratello e quando finalmente trovai il coraggio la trovai a letto con un altro. Quando dopo settimane ne riparlammo lei mi confessò di non sapere bene cosa stesse facendo, non ricordava se avesse detto di si a quel tipo che era maggiorenne mentre lei no." Fece una pausa per prendere un sorso e grazie alla luce della luna intravidi i suoi occhi lucidi. "Lo cercai, anche se lei mi pregò di non farlo, mi feci confessare tutta la storia con metodi discutibili e lui lo ammise, ammise di aver abusato di lei. Finimmo in tribunale, lei lo denunciò ma anche dopo quello non riuscii a superarla e quindi decise di partire per un centro di recupero e quando tornò era una ragazza completamente nuova. L'innocenza che mi aveva fatto innamorare di lei non c'era più, la spensieratezza di una dolce ragazza troppo pura per appartenermi lasciò spazio ad una ragazza menefreghista e dura con tutti. Quando gli chiesi di rimetterci insieme, un paio di settimane fa, mi rise in faccia addossandomi la colpa di tutto quello che le era successo." La mia bottiglia era quasi a metà e la mente iniziava a farsi più leggera, mentre quella di Kol era quasi finita. "Kev mi ha convinto a venire qui per liberare la mente ma ieri l'ho rivista, ed eccomi qua ad ubriacarmi con una sconosciuta." Alzò la bottiglia verso di me e ne finì il contenuto.

"Bella merda." Dissi ridendo per via dell'alcool, e lui fece lo stesso.

"La tua storia, zuccherino?" Mi chiese lui. Sospirai e gli raccontai tutto dall'inizio, dalla morte dei miei genitori, ai miei incubi che Sean ha calmato, alla rottura e a Val e gli altri finendo con l'episodio di ieri. Sollevai la bottiglia come aveva fatto lui prima e ne bevvi un altro sorso.

"Sarebbe divertente che i nostri ex erano quelli che si stavano baciando." Rise Kol, mi venne da ridere anche a me e mi gettai all'indietro sulla sabbia fredda.

"Ad essere sincera, non mi importa più." Poi mi alzai in piedi e lo invitai a fare lo stesso.

"Che cosa stiamo facendo?" Mi chiese lui.

"Li mandiamo a fanculo! Tu l'hai aiutata e lei ti ha addossato la colpa di tutto, se non fosse stato per te non avrebbe mai scoperto la verità e vivrebbe nel suo mondo di fiori e farfalle! Io mi sono fatta prendere per il culo da un coglione introverso e megalomane che non si apriva mai con me mentre io gli ho dato tutto, quindi si, Fanculo!" Urlai l'ultima parola ridendo, barcollando leggermente.

"Fallo anche tu! 1-2-" Partii il conto alla rovescia ed entrambi urlammo come dei pazzi facendo voltare alcuni passanti, ma a noi non importò. Stavamo ridendo e gridando come solo due persone con il cuore rotto potevano fare.

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