Capitolo 12

3.2K 118 41
                                    

Era ufficialmente passato un mese dalla nostra partenza, e non ricordo un periodo dopo la morte dei miei genitori più felice di questo. Le giornate le trascorrevamo facendo ogni sorta di divertimento possibile ed immaginabile, abbiamo anche fatto delle immersioni visto che il padre di Kevin era una guida specializzata, e si loro si sono uniti al nostro gruppetto legando subito.

Io e Kol siamo diventati molto uniti, ma a malincuore di Valery, solo come amici.

La sua relazione andava a gonfie vele e tutti facevamo il tifo per Aiden per le selezioni che ci sarebbero state tra due giorni. Ho passato molte mattinate ad allenarmi con lui, gli ho anche insegnato qualche trucchetto di mio padre e lui me ne ha insegnati a me. Passavamo molto tempo insieme e la cosa stava diventando una di quelle routine che appena ti metti a letto non vedi l'ora di rifare. Adoravo stare con lui. Ridevo e mi sentivo la me stessa che ho sempre voluto essere, ma l'effetto non spariva quando lui se ne andava, questo era il bello.

Visto il duro allenamento che stava facendo abbiamo accordato che questi due giorni si sarebbe dovuto riposare, o per meglio dire l'ho minacciato dicendogli che avrei tagliato la sua tavola se non andava a farsi una bella dormita.

Ma questa mattina mi svegliai lo stesso all'alba e decisi di andare a surfare da sola. Sorrisi a Valery e Finn che dormivano notando che stava piú Finn nella nostra stanza di me e uscii prendendo la tavola. Mi godetti gli ultimi spiragli di vento freddo della notte mentre facevo un po' di riscaldamento. Appena vidi il cielo colorarsi di un rosso acceso mi tuffai in acqua respirando a pieni polmoni quella che mi sembrava casa. La mia mente mi trasportò dolcemente a quando ricevetti la mia prima tavola fatta su misura. Vidi la prima onda della giornata e andai subito verso di essa. Era molto alta per essere una delle prime, questo mi fece sorridere ancora di più. Aprii le braccia, lasciando che il mio corpo facesse quello che sapeva fare meglio, e gettai all'indietro la testa sentendomi più libera che mai. Rialzai la testa e osservai il mio riflesso sullo specchio dell'onda che accarezzai con le punta delle dita e per un momento vidi mio padre sorridermi.

Quando sentii che le mie gambe avevano bisogno di riposo feci una pausa, il sole era ormai sorto da un pezzo e la spiaggia si era riempita. La prima ad arrivare fu Kim. Realizzai che quello era il primo momento che passavo da sola con lei e quindi, o ora o mai più. Le raccontai di quando Aiden mi trascinò a seguirla, omettendo il piccolo particolare di quando mi sono buttata addosso, e lei mi osservò strabuzzando gli occhi.

"Lui non ha visto nulla!" Mi affrettai a dire "E non ne ho parlato con nessuno." Aggiunsi, lei parve sollevata, e anche di parecchio.

"Grazie. Non pensavo che ne avrei parlato così presto con qualcuno. Sai, volevo del tempo per capirci qualcosa anch'io ma sono giunta alla conclusione che ci capisco meno di prima. Non penso di essere lesbica ma neanche etero. Quindi forse sono bisex ma non so come dirlo agli altri. E' la prima volta che lo dico ad alta voce."

"E come ti senti, dopo averne parlato?"

Kim mi sorrise e fece un sospiro di sollievo come se si fosse tolta un macigno dal petto.

"Mi sento, wow." Sorrise Kim e poi mi strinse in un abbraccio.

"Ehi!" Urlò una voce familiare, ci voltammo entrambe e vidimo Valery correre verso di noi. "Voglio anch'io un abbraccio di gruppo!" Si lamentò facendoci ridere e abbracciammo anche lei.

"Non che mi dispiaccia, ma perché ci stiamo abbracciando?" Chiese l'ex rossa ancora attaccata al nostro abbraccio. Ci staccammo e Kim mi osservò, io le feci un sorriso incoraggiante e l'occhiolino. Lei prese le mani di Val facendo un sospiro.

"Non mi starai per fare una qualche proposta di matrimonio, vero?"

"Sta zitta, Val." La ammonì io ridacchiando.

"Mi prometti che non cambierai idea su di me?" chiese Kim.

"Ora inizio a preoccuparmi." Disse Valery facendo una risatina nervosa.

"Sono bisex!" Disse di gettò Kim chiudendo gli occhi come per prepararsi ad un esplosione, ne aprii uno cautamente per vedere la reazione di Valery.

"Quindi, a te piacciono sia ragazzi che ragazze?" Chiese e Kim annuì. "Quindi c'è ancora speranza per te e Kevin!" Esordì facendo fare l'ennesimo sospiro di sollievo alla povera ragazza che sorrise serena. Alzai gli occhi al cielo e feci partire un secondo abbraccio.

Poco dopo vennero i ragazzi, tutti tranne Aiden, e fecimo una partita a pallavolo. Ridevo sempre quando Kol non riusciva a perdere ma nemmeno accettava di stare nella mia stessa squadra. Quando si fecero le 10 decisi di ritirarmi in stanza per fare una doccia e fare qualche chiamata. Uscita dalla doccia cercai di fare più chiamate possibili, non ero una ragazza a cu piaceva rimanere in chiamata per ore oppure quelle che avevano l'appuntamento giornaliero per fare una chiamata. Fosse per me le abolirei le chiamate, basta un messaggio del tipo 'Ehi, sono viva! Ti voglio bene, ciao!'. Fortunatamente i miei amici lo sapevano e si erano arresi a questa mia indole. Appena chiusi l'ultima chiamata con Ruby, Jess e Brooke mi arrivò un messaggio da Aiden, dicendomi che mi aspettava fuori dal mio albergo. Mi alzai dal letto e guardai le mie condizioni; se mi sarei vista qualche mese fa per strada mi sarei di certo invidiata, non tanto per il fisico, anche perché ho ripreso i chili che avevo perso a causa dell'incidente e non me ne lamentavo, non sono mai stata una ragazza magra e col tempo ho imparato ad accettarlo, ma invidierei la luce nei miei occhi, il mio sorriso, il battito del mio cuore che batteva così forte da sentirlo fino alle punta delle dita dei piedi.

Sono viva, non respiro e basta.

Indossai le scarpe e presi cellulare e dei soldi che infilai nella cover del cellulare, una volta uscita dalla camera mi avviai all'uscita del mio albergo e trovai Aiden chino sul suo cellulare, appoggiato alla jeep decappottabile. Era così assorto che non si accorse di me che mi avvicinavo, pensai subito che potesse messaggiare con qualcuna, involontariamente, e sentii una punta di fastidio ma che scomparì quando alzò lo sguardo su di me e mi sorrise. Quel sorrisetto furbo che ha come marchio di fabbrica ma che è uno di quelli più sinceri.

"Ciao straniera."

"Ciao straniero, perché mi hai chiesto di incontrarci?" Entrambi salimmo in macchina e lui accese il motore partendo per una meta a me sconosciuta.

"Capisco che preferisci passare il tempo con un Aiden senza maglietta e bagnato, ma sono anche una persona! Ho dei sentimenti! E vorrei che la smettessi di trattarmi come se fossi una statua da osservare!" Parlando gesticolava, imitando una qualche scena madre di una soap strappalacrime piena di cliché, lanciandomi di tanto in tanto un'occhiata. Impiegai tutto il mio autocontrollo per non scoppiare a ridere e rovinare il gioco.

"Lo potrei anche fare ma l'unica tua parte buona è il fisico. Ci provo a trovare qualcosa di interessante ma non  ci riesco. Ti lascerò da solo nel tuo letto e sparirò dalla tua vita e quando ti accorgerai che sei innamorato di me, sarà troppo tardi."

Ci guardammo per qualche secondo e il mio autocontrollo cedette, e anche il suo visto che scoppiammo a ridere all'unisono.

"Quindi, dove stiamo andando?" Chiesi mettendo un po' di musica come se la macchina fosse mia, Aiden dovette notarlo perché fece un sorrisetto ma non disse nulla in contrario.

"Devo andare a comprare la tuta e vorrei il tuo parere. E con la scusa, ti porto a vedere un po' di cose visto che hai visto solo la spiaggia e il mare." Disse per poi dare un occhiata al telefono quando ci fermammo al semaforo.

"Fidanzata?" Chiesi ammiccando.

Io direi più tic nervoso.

"Chi lo sa."

Ephemeral Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora