Capitolo 41

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"Eccola!!" Avrei riconosciuto quella voce pimpante e talmente allegra da far invidia a spongebob tra milioni di persone, e di spugne gialle strafatte.

Ebbi giusto il tempo di scendere dal taxi che dalla mia casa delle vacanze spuntò Cassy che mi venne incontro buttandomi a terra.

"Ah, mi sei mancata sanguisuga bionda." Risi abbracciandola da terra.

"Non lo perdi mai l'entusiasmo? No sul serio. Se lo fai voglio esserci, penso di non averti mai vista con la faccia rilassata o addirittura triste."

"Io non ho mai sentito qualcosa di carino uscire dalla tua bocca." Rispose Cassy tirandosi su e sorridendo sbattendo le ciglia.

"Che spasso le ragazze di Miami, io sono Aiden." Lo sguardo di Cassy cambiò immediatamente e mi guardò alzando le sopracciglia e abbassandole, ci tirammo su entrambe e io fissavo lei e Aiden con un sopracciglio alzato.

Massì, come se lui non fosse davanti a te.

"E io sono Cassandra, la migliore amica di Mal e in qualche modo anche parente. Lunga storia." Sbattè le palpebre sorridendo imbambolata. "Aiden, eh."

"Dovrei preoccuparmi?" Mi girai immediatamente al suono di quella voce e vidi Luke spalancare le braccia sorridendomi, senza esitazione mi misi a correre e gli saltai addosso, lui mi prese facendomi girare e poi mi mise giù baciandomi la testa. Sempre con il suo braccio sulle mie spalle, raggiungemmo gli altri.

"Penso che dovrei preoccuparmi più io." Aiden sorrise a Finn e poi si girò verso Luke, lui lo squadrò senza dire una parola.

"Se continui a guardarmi così, finirò per innamorarmi di te." Disse Aiden facendo l'occhiolino a Luke, il quale fu preso dalla sprovvista e lo guardò come se fosse serio.

Alzai gli occhi al cielo e trattenni un sorriso mentre gli sferrai un pugno nelle costole a Luke facendolo piegare e scoppiare a ridere.

"Smettila, idiota." Risi anch'io.

"Aiden, lui è Luke Gordon, idiota, lui è Aiden Miller."

Luke salutò Aiden con la tipica stretta di mano 'maschile', non penso abbiano ancora inventato un aggettivo per descriverla: non è una stretta di mano, non è una spallata, non è un batti il cinque. E' un qualcosa di strano, ma che fa molto figo ad essere sincera.

Presentai anche Finn e nel frattempo ci raggiunse Ange. E presentai anche lei.

"Ragazzi lei è Angelica."

Avevo scoperto che Ange era il diminutivo per Angelica, lei lo odiava e io adoravo chiamarla in quel modo.

"Stavo quasi per dire che mi eri mancata, quasi." Le feci la linguaccia e poi la attirai a me baciandola.

"Come fai ad essere bianca, ancora?!" Chiesi squadrandola.

"Non sono stata tutta l'estate alle Hawaii come qualcuno! A proposito di quello, mi hai portato qualche ricordino? E ti prego dimmi che la riccia fa parte dei souvenir."

"Non so se sia razzista quello che hai appena detto, ma comunque, lei è Kimberly."

"Non era razzista! Era il più bel complimento che mi è venuto al momento!" Mi sussurrò all'orecchio, ma sussurrare per modo di dire perché la diretta aveva sentito e si mise a ridere.

"Angelica.."

"Chiamami pure Ange! Anche se è bellissimo come lo pronunci."

Sbarrai gli occhi e la guardai, lei scosse la testa e fu come se realizzò la cosa che aveva appena detto.

"L'accento! Mi piace il tuo accento! Tipico Hawaiano, eh?" Ange stava letteralmente sudando. Io e Cassy ci scambiammo uno sguardo d'intesa e lei tirò fuori il cellulare iniziando a registrare.

"I miei hanno origini hawaiane ma sono anch'io della Florida, da Boca Raton. Quindi ti piace solo come lo pronuncio io, non il mio accento."

Valery, io e Cassy scoppiammo a ridere.

"E' stato così, strano." Disse Finn osservando le due ragazze.

"Ma assolutamente sexy." Esclamarono contemporaneamente sia Luke che Aiden, si diedero il cinque mentre io li guardavo sorridendo.

"Quando ci sono tanti adolescenti riuniti è sempre una buona scusa o per programmare una rivoluzione o qualche attentato alla Guy Fawkes." Mia zia, non so bene quando, ma era entrata nel cerchio e ci stava osservando.

Sorrisi ed andai ad abbracciarla.

"Ragazzi, lei è mia zia Carmen." Mia zia salutò tutti con un sorriso e poi fece l'occhiolino alla figliastra.

"Cass, potresti far vedere agli altri la casa?" Cassy sorrise ed entrò in modalità sergente.

"Sentito la signora? Tutti dentro, momento nipote-zia. Su, su!"

"Allora? Come sono state le Hawaii?" Mi chiese mia zia abbracciandomi di nuovo. Io sorrisi e iniziai a raccontarle un po' di cose. Nel frattempo scendemmo in spiaggia e passeggiavamo mentre io parlavo.

"E tu? Devo aspettarmi qualche baby Richard?"

"Oh no, non c'è pericolo. Lui ha già i suoi figli- si fermò un attimo, mi guardò accarezzandomi il viso e sorrise- come io ho la mia."

"Non saprò mai come ringraziarti per tutto quello che hai fatto in questo anno; mi hai sopportato nei miei cambiamenti d'umore, di stile e perfino di personalità."

"Avevi bisogno dei tuoi tempi, tesoro. Non sono mai stata un'adolescente ordinaria, chiedi alla nonna. Eppure tuo padre è sempre stato al mio fianco, quando cambiavo stile, lui voleva farlo con me per non farmi sentire sola. Vedo molto di lui in te, sei davvero speciale, Mal. E loro sarebbero fieri di te."

"E tu? Tu sei fiera di me?"

Vidi i suoi occhi brillare e guardarmi come se in quel momento fossi la prima cosa che vedesse dopo essere stata cieca una vita.

Non c'era altra cosa che desideravo al mondo, se non quella di rendere i miei genitori fieri, ovunque loro siano. Ma una cosa che volevo era di non scordarmi delle persone che erano qui con me. Mia zia ha rinunciato alla possibilità di avere una famiglia per tanto tempo, poi ha incontrato Richard ma sono arrivata io. Poteva benissimo essere scontrosa e un vera stronza ma non lo ha fatto. Mi ha accolto in casa come se fossi figlia sua, ha sopportato ogni cosa in silenzio dandomi il tempo che mi serviva e adesso che sono quella che sono, è anche grazie a lei.

Lei che non mi ha mai abbandonata, mai giudicata, mai frenata. Lei che era rimasta il mio punto fermo.

"Sei qui con me. Questo non potrebbe rendermi più fiera. Ce l'hai fatta, hai di nuovo quella luce che brilla nei tuoi occhi verdi, marchio di fabbrica Berks." Si interruppe per farmi un occhiolino e io ridacchiai sentendomi le guance bagnate. "Molti non ce la fanno, dopo una tale perdita si perdono a tal punto che l'unica via d'uscita, per loro, è la morte. Tu hai continuato a lottare, e ad un anno di differenza sei qui. Sorridi, non come se loro fossero qui, ma come se sapessi che ti stanno guardando e fanno il tifo per te. Se qui, con le cicatrici che non fanno altro che ricordarteli ma tu non te ne vergogni perché sai che non c'è nulla che va dimenticato. Malia, io non potrò mai essere più fiera e grata di quello che giorno dopo giorno stai diventando. Non permettere mai a nessuno di dirti come ti dovresti sentire, cosa fare e soprattutto chi essere. Sei Malia, sei forte e soprattutto se la ragazza che ha la stessa fortuna dei ragazzi di una serie di sfortunati eventi!" Aveva avuto gli occhi lucidi e alla fine entrambe scoppiamo in una risata lasciando che le lacrime cadessero libere.

"Qualunque cosa ci sia dopo la morte, so che anche loro sono fieri di noi. Di entrambe."

"Beh, ovunque loro siano, speriamo che ci diano la forza di affrontare i tuoi nonni e di tenere a bada nonna B."

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