Capitolo 11

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Cristo, non di nuovo. Questo fu il mio primo pensiero quando, appena sveglia, corsi in bagno per vomitare dopo la sbronza di ieri con Kol. Dopo aver finito, scaricai, e gattonai fino al lavandino per lavarmi i denti. Quando uscii vidi che Valery era sveglia, e non era sola, si alzò anche Finn e ridacchiò per le mie condizioni. Anche io riderei se vedessi una ragazza gattonare verso il proprio letto.

"Spegnetelo!" Dissi affondando la testa nel cuscino, non prima di aver lanciato una rapida occhiata all'orologio, vidi che erano solo le dieci. Plausibile visto che mi sono ubriacata alle undici di sera, a stomaco vuoto. La mia psicologa sarebbe stata fiera di me.

"Spegnere cosa?" Chiese Finn.

"Il sole." Dissi con la voce ovattata dal cuscino. Sentii il letto piegarsi, aprii un occhio piegando la testa e vidi Val che mi guardava con un sorrisetto stampato sulla faccia.

"E' andato bene l'appuntamento con il bel tenebroso?" Mi chiese. Io, ormai rassegnata all'idea di ritornare a dormire presto, mi voltai stiracchiandomi. Sentii caldo e controllai le mie condizioni costatando di avere un top sotto la felpa e così la tolsi. Questa volta almeno le scarpe le avevo tolte.

"A che ora sono tornata?" Chiesi massaggiandomi le tempie.

"Eri già qui quando noi siamo entrati, verso le quattro. Ma non evitare la domanda!"

"Beh è andato bene se contiamo il fatto che lui ripensa ancora alla sua ex, che aveva un rapporto che era complicato e contorto quanto quello mio e di Sean e che ci siamo ubriacati alle undici di sera a stomaco vuoto raccontando il motivo della nostra imminente depressione e che l'ultima cosa che ricordo della serata è di aver mandato a fanculo Sean. Per la seconda volta, per inciso."

Val sorrise comprensiva e mi accarezzò la schiena, ricambiai a fatica. Non perché non volessi, sia chiaro, ma perché la cazzata dell'altra sera aveva conseguenze peggiori della prima.

"Vuoi qualcosa da mangiare?" Chiese Fin sorridente che nel mentre della mia autocommiserazione si era rivestito. A sentire quelle parole il mio stomaco brontolò facendo ridere i presenti.

"Si, ti prego!" Dissi ridendo. Val si vestì velocemente e mi salutarono prima di uscire promettendo che sarebbero tornati subito. Li salutai e sprofondai nel letto, recuperando il cellulare dal comodino.

Avevo diverse chiamate perse e messaggi dallo stesso numero, che per mesi avevo cercato di contattare invano e che alla fine Valery ha cancellato per evitarmi altre delusioni.

Possiamo parlare?

Sospirai indecisa se rispondere o bloccare il numero, ma avevo detto ad Aiden di aver smesso si scappare e decisi di chiudere quel capitolo della mia vita. Ero consapevole di averlo già detto chissà quante volte ma adesso era arrivato veramente il momento di voltare pagina.

E Sean Hogan non avrebbe più avuto spazi nelle seguenti pagine.

Digitai un veloce va bene e gli dissi di vederci nello stesso punto dell'altro giorno tra cinque minuti. Mi cambiai e mandai anche un messaggio a Val la quale mi diede un bel incoraggiamento e uscii dalla stanza. Quando arrivai lui era già lì.

"Grazie di essere venuta, volevo-" Fece per parlare ma io lo fermai.

"Sono venuta ma non per ascoltarti, Sean." Dissi più risoluta che mai. "Quando ho avuto bisogno io ci sei stato, e non smetterò mai di ringraziarti, ma entrambi siamo cambiati. Tu non sei più quel ragazzo che mi ha aiutato a superare la morte dei miei genitori e io non sono più la ragazzina terrorizzata dai suoi stessi incubi. Spero veramente che tu trovi una persona che riesca ad apprezzarti ma questa persona non sono io, non più. Preferisco non rovinare quel poco di bello che è rimasto del nostro rapporto. Voglio ricordarti come il primo ragazzo che è entrato nel mio cuore non come quello che mi ha preso in giro ed è scappato da me. Non voglio pensare che il nostro rapporto sia stato una specie di passatempo, forse non è stato così, forse c'è stato un tempo in cui mi hai amato davvero. Forse non avevi intenzione di ferirmi. Ma non si può basare una relazione sui forse, non per me almeno. Voglio che tu sappia quanto ho sofferto, ma non per la tua pena, perché tu capisca. Voglio che tu capisca quanto quello che sto dicendo adesso non è un discorso fatto per rabbia o delusione. Non ho fatto altro che pensare a te, a noi, e a quanto per la ragazza che sono adesso quel rapporto sembra sbagliato. Questa è la conclusione a cui sono arrivata e ti prego di accettarla. Ci rivedremo sicuramente in futuro, le nostre famiglie si sono intrecciate, e non voglio che ci sia imbarazzo tra di noi. Non ti dirò nemmeno di rimanere amici, perché non funzionerebbe, in futuro forse ma adesso non credo proprio. Grazie per avermi ascoltato." Finì il mio discorso con un rinnovato senso di leggerezza.

"Non doveva finire così." Mi disse il moro osservandomi con gli occhi spenti.

"Invece, era proprio così che doveva andare."

"Hai ragione, sei cambiata. Sembri felice adesso, mi dispiace di non esserne io la causa." Sorrise triste osservandomi per un ultima volta e poi se andò. Io rimasi ad osservarlo fino a quando la sua figura non si confuse con quella delle altre e poi mi voltai a guardare il mare. Riconobbi una figura familiare, si muoveva agile e leggiadra sulla cresta dell'onda, Aiden. Sulla spiaggia Kim, Val e Finn che gli davano dello spaccone e sorrisi a quella scena. E inevitabilmente pensai al mio gruppo di Miami e ai miei amici di Philadelphia facendo aumentando il mio sorriso e desiderando che loro fossero qui. Perché erano loro, erano sempre stati loro, la ragione della mia felicità. Dovevo solo imparare a capirlo.

Spazio autrice:
È stato bello Sean, fate ciao ciao.

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