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Fábio - Alta mar

- Fàbio cerca di metterti nei miei panni, io ti amo più di ogni altra cosa e non sono mai stata più felice che quando mi hai chiesto di sposarti. Sono perennemente preoccupato per te e per quello scapestrato di Steve. Non capisci che non saprei cosa fare se ti succedesse qualcosa?-

- Se tu facessi un lavoro come il mio è ovvio che sarei in apprensione per te cara, ma facendo la levatrice non c'è molto pericolo d'altronde-

- stai per caso insinuando che io non faccia un lavoro degno di essere così chiamato?-

- No, assolutamente.... solo....-

-Senti Fábio sono stanca, domani si parte e non voglio più discutere. Buona notte.-

Passandosi le dita tra i capelli rossicci T/N non poteva fare a meno di rimuginare sulla discussione che aveva avuto con il suo fidanzato il giorno prima della partenza. Era appena stato ucciso Steve ed aveva paura per il suo Fábio, l'affascinante agente dei servizi segreti dagli occhi chiari, che viveva per l'adrenalina che il suo lavoro gli dava.

Era una delle missioni più complesse e pericolose che aveva intrapreso e perdipiù c'erano in gioco migliaia se non milioni di vite innocenti.

L'amore che provava per lui non si poteva esprimere a parole e tutte le persone che li conoscevano non ignoravano l'enorme sentimento che li legava.

Le aveva chiesto di sposarla, le aveva messo al dito un anello segno di ciò che sentiva nei suoi confronti, ma subito dopo aveva dovuto sopportare , anche se momentanea, la distanza tra i loro cuori durante la discussione. Erano inevitabili questi momenti nella vita di coppia, ma loro non avevano mai avuto argomenti su cui discutere, si amavano troppo per litigare su qualsiasi cosa superficiale rispetto al loro rapporto.

Alla festa in maschera osservava colui che le aveva rubato il cuore aggirarsi per la sala ed aveva il cuore a mille sapendo ciò a cui lui stava andando incontro.
La trappola poteva essere un'arma a doppio taglio e non poteva sopportare la consapevolezza che era una nuova volta in gioco la vita dell'uomo.

- Fábio, ti prego, balla con me-

- Ho solo mezz'ora T/N, non devo arrivare in ritardo-

-Passala con me, potrebbe essere l'ultima. Mi dispiace per aver fatto quella scenata.-

-No, dispiace a me per sver detto quelle cose. Ma ammettilo, un uomo misterioso, con una pistola e dalla voce profonda non è seducente?-

-Non fare lo stupido dai. Ti amo davvero e voglio che entrambi arriviamo al matrimonio. Non riesco ad immaginare la mia vita senza di te.-

-perchè le donne devono essere così intelligenti, belle, profonde e preziose, sminuiscono quello che è l'uomo-

Sorridendo si baciarono e ballarono felici prima che lui la lasciò assieme alla finta Carolina per andare sul ponte.

Eva fu quasi uccisa da un proiettile, Ayala era stato arrestato e Fábio aveva cercato di torturarlo per avere informazioni sulla fotografia di Katona.

T/N incontrò il suo futuro marito per i corridoi della Barbara de Braganza mentre cercava Ana, o meglio Alexandra, insieme ad Eva. La Villanueva continuò la ricerca mentre l'uomo si fermò con la moglie. Le mise le mani sulle spalle e poi l'abbracciò.

- Torna in cabina ti prego. Abbiamo scoperto chi è Katona ed ora ha il virus. Stai attenta. Ti amo.-

- Voglio aiutarvi, vado per di qua. Ti amo anche io-

-Ci vediamo in cabina se tutto va bene.-

Si divisero ed ognuno prese la sua strada.
La donna trovò Ana ma non sapeva che in realtà fosse Katona, perciò si fermò a parlarle.

- Ana come mai qui tutta sola? È pericoloso stare qui ora. Il virus è su questa nave pronto per agire. Ti consiglio di tornare in cabina.-

-Oh signorina T/C, ho saputo del matrimonio, che peccato-

- Perché? Cosa?-

Un ago trapassò la pelle pallida di T/N.
Le era appena stato ignettato il virus e molta gente sarebbe morta da li a poco.

Aveva sempre riflettuto sul da farsi nell' evenienza che Fábio morisse, ma non aveva mai pensato a come sarebbe stata la sua morte.
Accasciata a terra che non riusciva a respirare, attacchi di tosse che a suo avviso non sarebbero mai finiti fino al momento del suo ultimo respiro.
Vide il nuovo capitano e tirò un sospiro di sollievo per quanto potesse fare; gli chiese di non avvicinarsi ma lui la prese per un braccio e se la trascinò dietro, senza scrupoli.
Le fece scendere le scale di testa e in tutte le curve sbatteva da qualche parte sbandando ed in quei momenti pensava a Fábio, dove era, cosa faceva, se stava bene.

Il capitano la portò in una cella, lei vedeva tutto sfocato ma poteva riconoscere due diverse figure, una delle quali riconobbe subito. Fábio.
Héctor la fece entrare con un calcio e  sbattè la porta  per poi andarsene.

- T/N! come stai? Cosa ti ha fatto?-

-N- n...on...avvicinarti...Ka-a..tona... mi ha ign...ettato il virus-

-Cosa? Oh dio, ti prego-

Chiese ad Ayala di prelevare il sangue ad Ana, immune al virus, per fare un vaccino e così lui fece.
L'agente dei servizi segreti se sedette a terra e mise la testa della sua amata sulle gambe, accarezzandole i lunghi capelli.
Il primo ufficiale Vasquez entrò per riferirgli che il primo tentativo di vaccinazione era stato vano e che una corazzata si stava avvicinando per attaccarli.
Fábio gli chiese piangendo di riprovare, di cercare una soluzione, di salvare T/N.

Lei non aveva mai visto il suo uomo piangere.

Un' esplosione, due, incendi in cantina e sul ponte di comando, ma loro due erano ancora lì abbracciati.
Passeggeri che salivano sulle scialuppe dopo il vaccino, e poi silenzio, assoluto.
Si sentiva soltanto il pianto di un uomo rotto. A cui era stato sottratto l'amore della sua vita.

Nicolás entrò nella cella dopo essersi finalmente ricordato di loro, ma trovò Fábio, distrutto dalla morte della futura moglie.

- Ayala, è entrato con l'ultimo vaccino, poi se l'è ignettato davanti a noi.-

-Fábio...-

-Dobbiamo portarla via di qui-

-non possiamo Fábio, anche io avrei voluto salutare Eva e dirle che l'amavo, ma siamo gli ultimi a dover salire sulle scialuppe-

Fábio prese l'anello che le aveva dato e si diresse appoggiato al primo ufficiale verso l'ultima scialuppa.
Veder morire la persona che si amacambia irrimediabilmente.