Grant Ward- Agents of Shield

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Per shadowhunters_black spero ti piaccia 😉

Ore e ore era stata lì, con il mirino sulla nuca di Coulson.

Ore e ore era stata lì, con il dito sul grilletto.

Ore e ore senza ricordi, senza nulla che la riportasse a chi era veramente.

L'Hydra le aveva tolto tutto, dalle emozioni alla memoria, dai ricordi di suo nonno che suonava la fisarmonica con la pipa perennemente in bocca ai suoi successi nella scuola. Tutto, ma le aveva dato un fucile e uno strano talento nel tiro al bersaglio. Era micidiale.

L' ombra che si lasciava dietro era solo una macchia di sangue nero, di corpi senza più calore.

Quel giorno però qualcosa era andato storto: il proiettile era rimbalzato sulla pelle di Phil ed un uomo si dirigeva verso di lei impugnando una pistola. I tetti e l'addestramento l'aiutarono a cercare di scappare, ma quello Specialista era velocissimo ed agile, tanto che la raggiunse pronto a vedere il suo di sangue a terra.

Da lontano sembrava che danzassero su una melodia armoniosa mentre, se li si guardava da più vicino, si capiva che in realtà le loro erano mosse di arti marziali avanzate miste a pugni che parevano ferire solo l'uomo dello Shield.

- T/n T/c sei tu?-

- Chi diavolo è T/n-

Le parole della ragazza non fecero altro che far perdere l'attenzione a Grant, il quale in poco tempo si trovò sotto a lei che piano piano stava facendo scivolare via la vita dall' agente, come era solita fare in poco tempo con il suo fedele fucile.

Una donna dai tratti asiatici le sparò nella schiena con un' Icer e lei si addormentò mentre la sua mano si rilassava attorno al collo muscoloso della sua vittima.





Guardandolo negli occhi scuri dopo un sacco di tempo dal loro primo incontro riusciva a ricordarsi come aveva cercato di uccidere l'uomo di cui alla fine si era innamorata.

Credeva che ci fosse un filo che legasse due persone, un filo che decidiamo noi di legare attorno ad un'altro individuo, che però è dannamente fragile e scivoloso. Quando questo si rompe ci cade e non riusciamo più a prenderlo e ad aggiustarlo, ma stiamo a guardarlo sprofondare; quando non lo vediamo più restiamo delusi, credendo che l'errore sia stato dell'altro, ma alla fine siamo stati noi che ci siamo aperti ed affezionati ad una persona.

A lei era successo ma era consaevole che era colpa sua, anche se nel profondo credeva che lui non avrebbe dovuto farle quello dopo ciò che aveva passato.

Grant Ward era un aguzzino dell'Hydra, senza scrupoli e che magari aveva tenuto tra le mani quel libricino rosso tanto temuto da T/n. Lui l'aveva tirata fuori dagli abissi più scuri e poi l'aveva di nuovo lasciata cadere, annaspando per un ultimo respiro d'aria.

Lui era dell' Hydra, lui era una di quelle persone che le avevano tolto la vita e che l'avevano fatta diventare un cecchino spietato.

Lui era un mostro ma lei non riusciva a stargli lontana.

Seduta davanti alla sua cella nella base Parco giochi guardava le mani in cui aveva tenuto quell'arma, con cui aveva ucciso un sacco di persone e che avevano ricucito tutte le ferite finte provocate da qualche collega di Grant per coprirlo. Quelle mani erano screpolate e rovinate esattamente come lei.

Si era potuta riscattare ma alla fine tutto si era rovinato nuovamente.

Era come se fosse tornata a respirare anche se faticosamente ma sapeva dentro di se che sarebbe finito tutto, che le sensazioni che tanto bramava l'avrebbero portata a finire come prima. Sola, vulnerabile e spietata.

Lei voleva vivere una vita normale, con Grant al suo fianco, ma le cose per lei non sarebbero mai state facili.

- Tu non puoi giudicarmi T/n. Tu hai ucciso così tante persone che non credo il numero eguagli il mio. Non sei nella posizione di dirmi cosa avrei dovuto fare, perchè sai che quella era l'alternativa più semplice.-

- Lo so, lo so che ho riversato migliaia di corpi sulle strade, migliaia di litri di sangue sono diventati scuri e freddi in pozze a terra per colpa mia. Lo so e non c'è bisogno che tu me lo dica; me lo ricordo ogni giorno, ogni notte, attraverso i sogni e le cicatrici delle torture. Non azzardarti a rinfacciarmi ciò che ho fatto, perchè io non ero T/n, ero un numero, uno stupido burattino a cui era stato fatto il lavaggio del cervello. IO NON ERO IN ME. Dovresti vergognarti, davvero; stai cercando giustificazioni per ciò che hai fatto, ti stai arrampicando sugli specchi perchè nella tua mente contorta speri che io cada tra le tue braccia di nuovo e che tutti ti credano innocente. Ti sbagli, e anche di grosso Grant.-

-Ti amo-

-So anche quello.-

La porta della base si richiuse dietro alla ragazza, lasciando nel buio le lacrime dell' agente.

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