23 Capitolo.

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**2 Giorni dopo**
"Amoreee" urlai dalla cucina sistemando gli ultimi particolari della colazione. Era il giorno in cui compivamo quattro mesi della nostra conoscenza. Mi sembrava ancora ieri quando mi spaventai, stupidamente, del foro che diventò del suo stupendo blu elettrico che trasmetteva scintille e mille emozioni con un semplice sguardo.
Non siamo mai stati una di quelle coppie che teneva ai mesiversari ma quel giorno per me era importante perché era anche da tempo che non cambiavamo casa come sempre. Sapevo che dovevo metterlo a conoscenza del mio scontro con il biondo di Burger King, ma non usciva mai il momento giusto, e rimandavo sempre. Sapevo di sbagliare ma sapevo anche che se glielo avessi detto avrebbe fatto le valigie instantaneamente, io non volevo. Era così carina la casa che mi ero affezionata.
"Ma cosa succede qui?" Mi interruppe la sua voce roca quando entrò in cucina con tono malizioso. Aveva solo il pantalone del pigiama grigio e avrei voluto saltargli addosso, ma sorvoliamo.
Gli feci un sorriso a trentadue denti e feci un 'tadà' scuotendo le braccia verso il bancone di marmo pieno di cibo. Lui spalancò la bocca e si avvicinò lentamente e poggiò le mani sui fianchi. "Avevamo detto niente festeggiamenti" sussurrò sulle mie labbra lasciandoci un bacio amorevole. Io feci un risolino quando mi alzò leggermente da terra facendomi girare. Con lui mi sentivo una principessa, la sua principessa. Stavo vivendo una favola. Il problema è che sapevo che in ogni favola c'è un antagonista che rovina il lieto fine, in cui credevo ben poco. Ci staccammo e ci sedemmo uno di fronte all'altro. Lui afferrò subito un cornetto alla Nutella, come suo solito e poi si riempì il piatto di bacon. Per quanto riguardava i gusti avevamo entrambi gusti strambi, amavamo mischiare dolce e salato. Per questo quella mattina avevo preparato tutto ciò che potevo.
"Questi pancake sono la fine del mondo" disse sputando un po' di cibo dalla bocca che andò sul mio cornetto.
"Lucas che cazzo" urlai togliendo il cornetto dal mio piatto verde. Lui rise di gusto mostrandomi tutto il cibo in bocca..
"Hemmings smettila mi fai schifo" urlai divertita e alzandomi per dargli uno schiaffo.
"Allora tu non hai capito niente" disse alzandosi e bloccando i miei polsi. Ingoiò l'ultimo boccone e mi fece indietreggiare.
"Prima cosa: non chiamarmi più Lucas o Hemmings" mi minacciò facendomi fare un altro passo all'indietro. Decisi di divertirmi un po'.
"D'accordo Lucas Hemmings" cercai di non ridere. Lui aguzzò gli occhi e si spostò da me facendo il finto offeso. "Sei nei guai Beatrix" urlò e iniziai a urlare scappando da lui che mi seguiva con un coltello di Nutella. "Luke posa quel coso" lo sgridai spiaccicandomi il più possibile vicino al muro bordeaux. Lui rise girando il coltello tra le dita e facendo cadere gocce di Nutella per terra. "Guarda che stai combinando a terra" indicai il macello sul pavimento. Lui fece un sorriso divertito e iniziò a passarsi il coltello sulle labbra, sporcandosele tutte, facendo sparire l'anellino. Inutile dire in che paese si fossero diretti i miei ormoni.
Poi con la bocca sporca si avvicinò a me. Avevo già capito le sue intenzioni.
"Luke non ti avvicinare" lo ammonii con l'indice e inarcando le sopracciglia. Lui cominciò a lanciarmi baci, increspando le labbra.
"Cosa c'è? Non vuoi dare un bacio al tuo fidanzato?" Imitò la mia voce. Io misi le mani sui fianchi.
"Io non parlo così" dissi indispettita.
"Oh si" si avvicinò di scatto stampandomi un bacio alla Nutella. Io lo spinsi via urlando un 'bleah'. Mentre lui si manteneva la pancia per le risate. Io gli corsi addosso pulendo la bocca sul suo petto che da color latte passò a marrone.
Lui si guardò il petto e si spalmò la sostanza su tutto il petto come crema idratante.
"Bleah ma che schifo" urlai per poi prenderlo per le spalle e spingerlo in bagno.
"Fatti una doccia prima di toccarmi ancora" gli ordinai e feci per chiudere la porta di legno ma lui mi bloccò il polso. "Ti amo" mi sussurrò per poi darmi un bacio sulla punta del naso che io arricciai al gesto così dolce. "Anche io" ricambiai chiudendo la porta.
Ritornai in cucina a pulire il macello e alzare la Nutella da terra. Lo amavo, si lo amavo. Mi faceva sentire felice. Mia madre non mi aveva mai fatto sentire felice. Non mi aveva mai fatto sentire sua figlia.
In quei mesi avevo pensato ogni minuto che mia madre non avesse provato nemmeno a cercarmi. Mi aveva semplicemente fatto passare le pene dell'inferno e poi appena si era liberata di me, non aveva perso tempo a dimenticarmi. Mi sentivo da vomitare al suo pensiero. Mi faceva schifo. Chi poteva essere così cattivo? Pensai anche che potevo andare a trovare mio padre al cimitero, ma non sapevo in quale si trovava, se lo aveva interrato o cremato. Non sapevo nulla di mio padre. Solo che era mio padre. Avrei voluto fare delle ricerche per saperne di più, ma era inutile. Mentre pensavo a tutta la mia vita e pulivo la cucina, iniziò a suonare il telefono di Luke. Mi asciugai le mani con lo straccio e andai al tavolino vicino il divano per vedere chi fosse.
'Niall'
Chi cazzo era Niall?
"Amore tranquilla rispondo io" uscì d' improvviso dal bagno correndo e saltando nel jeans. Era un fulmine a prepararsi. Solo per quello volevo essere lui e anche per la sua bellezza. Io gli passai il telefono e lui rispose subito.
"Che vuoi ora?" Rispose più acidamente possibile. Io incrociai le braccia e lui si diresse per il bagno.
Sbuffai per il fatto che ogni volta che parlava al telefono si chiudeva in bagno. Io a passi felpati mi avvicinai e iniziai a sentire.
"Niall ho capito mi avete rotto le palle e fidatevi di me. Secondo me ti sei sbagliato quindi basta. Ciao" sentii e scappai subito sul divano con uno scatto felino e un salto da nuotatore. "Bri" tuonò Luke uscito dal bagno.
"Si amore" dissi facendo finta di niente.
"Amore sto cazzo. Ti hanno visto. Ti ha visto. Lui ti ha visto. Tu... Tu non mi ascolti mai, sapevo che non dovevo lasciarti da sola" si bloccò un attimo portandosi le mani fra i capelli "lo hai anche risposto. Eri sola, se ti avesse fatto del male" urlò. Cercai di mantenere la calma anche perché non ci capivo niente.
"Ma non lo ha fatto" controbattei.
"Cazzo! Bri devi obbedirmi!" strillò avvicinandosi al divano. Io mi alzai fuori di senno. Io non dovevo obbedire a nessuno, tanto meno a lui.
"Ti vorrei ricordare che mi hai aiutato a scappare perché ero sotto controllo di mia madre e pretendi che io obbedisca a qualcuno?" Chiesi retoricamente con calma avvicinandomi a lui. I suoi occhi si infuocarono diventando di un nero che non avevo mai visto.
"A me si. Sei sotto la mia protezione. Dovresti ringraziarmi non mancarmi di rispetto" delirò puntando il pollice contro se stesso. Le lacrime iniziarono a salire bruciando i contorni degli occhi. Ingoiai la bile cercando di recuperare forza.
"Che cazzo mi hai salvato a fare se poi mi devi sottomettere?" Urlai gesticolando nell'aria. Avrei voluto prenderlo a pugni, stava perdendo i senni della ragione. E io con lui.
"Sto solo cercando di proteggerti" si tirò i capelli iniziando a camminare avanti e indietro.
"Allora non voglio essere protetta" gli dissi dando urla di disperazione e iniziando a piangere. Lui si girò verso di me con uno sguardo che non gli apparteneva. Era cattivo, un mare in tempesta, mi faceva paura e feci un passo indietro quando si portò le mani al collo. No, non poteva farlo davvero. Sapevo cosa stava per fare e se lo avesse fatto mi avrebbe demolita.
"Allora vattene e prenditi questa merdata" diede il colpo finale lanciandomi la catenina con il timone addosso. Io strinsi gli occhi per paura che mi colpisse ma non lo fece. La alzai da terra.
"D-dove vai?" Balbettai vedendolo mettersi il giubotto.
"Non sono cazzi tuoi" mi sgridò sbattendo la porta e lasciandomi sola con i miei errori. Lui voleva solo proteggermi, ma mi aveva ferita con le sue parole e gesti. Scoppiai a piangere sedendomi sul tappeto, o meglio buttandomi. Presi la collana di Luke e staccai la mia iniziando ad attaccare i ciondoli e a guardarle.
*Flashback*
"LUKEEE" urlai entrando con uno scatolino blu. Il biondo corse verso di me scivolando con il calzini sul parquet.
"Cosa è successo qualcuno ti ha fatto del male?" Mi chiese tastandomi e facendomi ridere. Io lo bloccai con un bacio, che lui provò ad approfondire ma io misi un dito tra le bocche facendo creare un cipiglio sul suo viso. "No prima questo" dissi dandogli il pacchettino.
Lui sorrise e si indicò e io annuii. Lo aprì e le sue labbra si aprirono in un grande sorriso.
"Bri sono bellissime" disse prendendo le due collane ancora attaccate. Erano un' ancora e un timone. Lui le staccò e diede l'ancora a me e il timone a lui.
"Io ti guiderò in tutto e tu avrai la mia promessa che sarò il tuo appiglio per tutto" disse legandomi la catenina. E finalmente il tanto atteso bacio venne approfondito.
**Fine flashback**

HEY GRAZIE DI TUTTO SIETE LA MIA VITA VE LO GIURO. SE NON FOSSE PER VOI LE MIE GIORNATE SAREBBERO NULLA. ALLORA UN PAIO DI COSE:
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Mikey xx

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora