Sopra ci sono i due protagonisti
Buona lettura"Non hai mai visto un occhio ?" Il mio stupido cervello mise in moto il suo ingranaggio impolverato a quelle parole beffarde provenute dall'altra parte.
Blu oceano.
Pallino nero.
Oh merda ovvio che era un occhio! Come sono stupida. Intanto la risata del ragazzo dagli occhi blu intenso mi inondava le orecchie come un un suono melodioso. Rimettendo l'occhio tutti avrebbero capito che era un occhio, tranne io ovviamente. Ma sai, chi passava mai da quelle parti dove abitava una povera disgraziata?
"Si ma di solito sono io che metto l'occhio nel buco" la mia risposta era giusta. Era il mio di buco. Perché non se ne cercava un altro?
In effetti sarebbe stato strano se un tizio si fosse messo a vedere da un buco cosa si faceva dal mio lato. Ovvero niente. Quindi rivalutai il mio pensiero: perché non toglieva il suo occhio e basta?
Rideva di nuovo. Io lo facevo ridere. Era una bella sensazione.
Non avevo mai fatto ridere nessuno a parte Margaret quando feci cadere l'intera ciotola con l'impasto dei biscotti, facendola versare su tutto il mio vestito di seta verde mela. In fondo era stata una cosa buona dato che quel vestito era inguardabile per entrambe.
Ma lui rideva per cosa? Io ero seria. Mettendomi sulle punte vidi bene il suo occhio.
Blu oceano, esatto, era quello il colore. Avrei disegnato anche il suo occhio sul mio diario, con ogni tipo di sfumatura di blu tracciando in essi il piccolo e tondeggiante pallino nero.
"Allora?" La sua voce graffiante e roca rispecchiava il suo occhio alla perfezione e mi aveva rapito dai miei pensieri.
Cosa mi aveva detto? Cazzo non avevo sentito, ero troppo concentrata a quali pastelli usare per il suo occhio..
" Scusa puoi ripetere?" Dissi sperando che ripetesse.
"Ho detto: allora è abitata questa casa?" Con tono divertito mi aveva ripetuto la domanda. Anche l'espressione potevo scommettere che fosse divertita. Si notava dallo stringere leggermente l'occhio.
"Ci abito io con mia madre ma non sono MAI uscita da qui" risposi poco soddisfacente, ma dal momento che i miei piedi imploravano pietá stando sulle punte per guardare meglio, non vedevo l'ora di stendermi fra i fili morbidi e umidi d'erba.
"Oddio non ti rompi le palle" ahia tasto dolente. E ora cosa avrei risposto?
"Ehm molto ma non ci posso fare niente" pura verità. Cosa potevo fare dal momento che per uscire ci si poteva solo buttare giù da questi mattoni grigi..
"Scappa" la faceva semplice il tizio.... Di cui non sapevo neanche il nome..
"Mi chiamo Lucas ma chiamami Luke" okay mi aveva letto nella mente ne sono sicura.
"Io mi chiam.."
"Beatrix Roxanne Watson dove ti sei cacciata" sentii urlare mia madre a squarciagola inopportuna come sempre, per una volta che avevo conosciuto qualcuno al di fuori di lei e Margaret.. Anche se sapevo solo il suo nome.
"Questo è il mio nome" dissi con l'imbarazzo nella mia voce che abbatteva quel muro di cemento armato. Mentre la sua risata inebriante sentendola da lontano lo ricostruiva facendomi capire che lui era fuori e io dentro.
"È un po' lungo, ma bello. Però ti chiamerò Bri" chiamerò? Sarebbe venuto ancora? Bri? Mi aveva dato un soprannome, nessuno lo aveva mai fatto. A volta Margaret mi chiamava Roxie ma mia madre Beatrix e a volte il nome intero. Usciva bene Bri con la sua voce, chissà come era fatto?
"Mi piace" era vero. Lo adoravo, non potevo desiderare di meglio. Meno male che non mi vedeva altrimenti avrebbe potuto "ammirare" il rosso fuoco sulle mie guance fredde.
"ROXANNE" ancora la voce di mia madre. Non volevo staccarmi dall'unica persona che poteva dirmi come era fuori. Ma quando mia madre mi chiamava con il secondo nome voleva dire solo una cosa: bacchettate. Non importava che era il mio compleanno, non le facevo pena neanche un po', non mi avrebbe mai neanche compatito.
"Beh io vado Luke" no, non volevo andare avrei voluto parlare ore di Los Angeles e forse anche di lui? Volevo che mi portasse a vedere fuori.
Che film mentali.
"Oh ciao" la voce delusa e il tono rauco più di prima mi fece quasi pensare che volesse avere la mia compagnia e posso giocarmi la pelle di aver sentito "bei occhi" e il mio cuore accelerò di colpo all'impazzata accompagnato dai piedi. Con l'affanno andai incontro a mia madre che era in piedi, rossa come il tetto della nostra casa e le braccia conserte. Le labbra strette in una linea dura e gli occhi fissi su di me. Il suo vestito aveva un qualcosa di rivoltante, forse il suo colore vomito lucido.
"Dove sei stata? Ce lo siamo chiesti tutti" mentì spudoratamente."Pft ma se non mi conosco nemmeno" la sua mano arrivò violenta alla mia guancia come quando un elefante schiaccia una semplice e piccola formica. Massaggiando la parte dolente camminai verso la casa infestata da babbani. Si per me erano babbani. Mi sentivo l'unica maga fuori posto con tutti gli altri maghi lì fuori ad aspettarmi.
Entrando dentro le persone erano aumentate e il mio cervello mosse gli ingranaggi ancora una volta collegando tutto:
"Scappa" di Luke.
Se non c'era via di uscita come...
Tante persone....
Come cazzo sono entrati?..
Salve babes i capitoli sono corti ma più vado avanti più allungheranno. Spero che la storia andrà avanti e che voi voterete ancora e commenterete per farmi sapere.
Secondo voi come sono entrati?
Volando? Ahaahh no dai scherzo commentate e votate se volete che continui.
Baci
Mikey x.
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Between || Luke H.
FanfictionBeatrix Roxanne Watson è una ragazza da poco raggiunta la maturità che viene costretta dalla madre a vivere nella parte alta di Los Angeles esclusa dal mondo. Ci sarà qualcuno che la aiuterà a fuggire? A rompere il muro che c'è fra di loro? riuscirà...