ATTENZIONE
Questo capito è a Rating rosso ovvero che ci sono scene inadatte ad un pubblico minorenne. Sarà uno dei pochi che capiterà nella storia tranquille!
Buona lettura"Liam.. Che cazzo ci fai qui?" Urlò Luke avvicinandosi pericolosamente e in modo istantaneo a me e al ragazzo per terra.
"Luke, fratello come va?" Ridacchiò quest'ultimo cercando di allungare una mano per dare il cinque a Luke, con scarso risultato.
"Ma sei ubriaco fradicio.. Colton perché sta così male?" Si rivolse all'altro ragazzo che era praticamente uguale a quello a terra. Sembravano gemelli.
"Stavamo ad una festa e ha detto di non sentirsi bene così stavamo tornando a casa" sbuffò scocciato.
"E chi tornerebbe così presto a capodanno?" Ridacchiò Luke incrociando le braccia. Io risi di gusto pensando a noi due.
"Noi Luke, noi" dissi sorridendo al ragazzo che stava in piedi di fronte. Mi fissava in maniera strana, ed essendo tale quale al ragazzo per terra, anche lui mi ricordava qualcuno. Ero confusa.
"Vabbene è stato un piacere vedervi ora andiamo" si congedò freddo Luke tirandomi per il polso.
"Non possiamo lasciarli qui" protestai sfuggendo alla sua presa. Lui mi fulminò e guardò per un momento la sua mano sospesa nell'aria e aggrottò la fronte.
"Non vi preoccupate andate me la vedo io" cercò di tranquillizzarmi quel Colton, alzando il ragazzo da terra.
"Ecco vedi" disse Luke prendendomi nuovamente il polso. Io mi lasciai trascinare e mi girai indietro salutando con la mano libera.
Non capivo perché era così freddo, infondo quei ragazzi non avevano fatto niente.
Entrammo in macchina e Luke aveva ancora la mascella serrata e gli occhi chiusi a due fessure laser.
"Si può sapere che ti prende?" Sbottai dopo un po' alzando le mani al cielo.
Lui si girò un secondo guardandomi e mi sorrise.
Era lunatico, molto.
"Voglio andarmene da qui e stare solo con te. Quei due ragazzi non devono avvicinarsi" mi rispose per guardare la strada.
"Perché?" Piagnucolai poggiando la fronte al finestrino. Non so perché mi interessasse così tanto di quei due, però c'era qualcosa che non mi quadrava.
"Mi nascondi altre cose vero?" Chiesi guardando la strada che correva al mio fianco. Lui deglutì.
"No ma lo capirai in seguito, ora non voglio pensarci" sospirò, per poi poggiare una mano sulla mia gamba e regalarmi uno dei suoi più bei sorrisi. Mi si annullò tutto nella testa a quel tocco così soffice e caldo e fidandomi ancora una volta di lui.*;*;*;*
"Bri siamo arrivati" mi sentii scuotere e aprii gli occhi, per trovarmi davanti due meravigliose pozze di oceano e un sorriso smagliante. Ricambiai il sorriso e mi stiracchiai, per poi guardarmi intorno.
Eravamo nei pressi di una casa apparentemente a due piani e fatta di mattoni.
"Dove siamo?" Chiesi sbadigliando.
"A dieci minuti dal centro di Los Angeles, l'ho presa per noi" rispose indicando la casa. Io gli diedi un bacio sulla guancia e scesi.
Appena misi i piedi per terra toccai l'erba, che mi solleticò le dita nude, coperte solo dalle calze.
Sorrisi leggermente tra me e mi alzai distendendo le gambe e aggiustandomi il vestito.
"Esplora piccola bimba, mentre io prendo le valigie" mi prese in giro Luke, mentre apriva il cofano della macchina.
Io mi girai indispettita per trovarlo con un sorriso sornione.
Gli feci la linguaccia e iniziai a camminare verso la nostra casa.
"E non sculettare" urlò e io gli alzai il medio ridendo.
Mi era mancato così tanto scherzare con lui e sentirmi leggera e protetta.
Arrivai alla porta e mi ricordai di non avere la chiavi.
"Luke, coglione, non mi hai dato le chiavi" urlai mettendo le mani a coppa davanti alla bocca. In lontananza sentii solo la sua risata fragorosa che rimbombò nel piccolo boschetto.
Incrociai le braccia al seno e sbattei il piede a terra impaziente mentre lo vedevo arrancare con le valigie e Roxie che gli giocava fra le gambe, abbaiando.
"Sto aspettando" dissi con tono presuntuoso e lui si fermò aggrottando le sopracciglia.
"Portatele tu allora" mi fece il verso lasciando le mie valige nel verde. Spalancai la bocca e gli puntai un dito contro.
"Lucas Robert Hemmings non si tratta così una donzella" corsi a prendere le mie valige mentre lui apriva la porta.
"Non ne vedo" gridò da dentro per poi scoppiare a ridere.
"Ah ah ah divertente" sussurrai tirando con fatica la valigia.
Lui uscì e si appoggiò con una spalla e un piede allo stipite, incrociando le braccia.
"La prossima volta impari ad avere tanta roba" ribattè facendomi l'occhiolino.
Un sorriso da ebete si disegnò sul mio viso a quel suo gesto e mi ritrovai ancora a pensare a quanto fosse bello.
Io arrivai al porticato e salii le scalette. Sbuffai e lasciai le valige, con lui che si tratteneva dal ridere.
Stesi le braccia lungo i fianchi e calpestai con un piede il pavimento.
"Lo trovi divertente far affaticare la tua ragazza?" Gli chiesi ringhiando. Lui smise subito di ridere e mi guardò con occhi languidi e si mise in posizione eretta chiudendo la porta alle sue spalle lasciandoci fuori.
"Cosa sei tu?" Mi chiese facendo un passo verso di me.
Io arrossii pensando e capii. Avevo detto una cosa e non me n'ero resa nemmeno conto.
"La tua ragazza" squittii guardando per terra. Alzai lo sguardo e lo vidi con gli occhi chiusi e un piccolo sorriso attorniato da fossette.
Una visione paradisiaca che farebbe andare nell'aldilà anche il peggiore dei crudeli. E lì non ce la feci.
Mi avventai su di lui sbattendogli la schiena sulla porta.
Lui aprì gli occhi sconvolto dal mio gesto e lo baciai subito, premendo forte le mie labbra contro le sue che fremevano.
Vogliose une delle altre.
Fatte per combaciare.
Per appartenersi.
Realizzando il migliore dei capolavori.
Il migliore degli esperimenti fatti in laboratorio.
Perché sì, eravamo un esperimento che la prima volta aveva fatto esplodere tutto e aveva sterminato il mondo, ma la seconda volta è sempre quella buona.
Portai le mie mani alle sue spalle spingendolo di più verso la porta per poi tirarlo verso di me facendolo gemere, per fargli capire di aprire la porta.
Le nostre lingue ballavano un valzer perfetto, fatto per loro due.
Gli occhi chiusi rappresentavano la nostra passione, voglia, il nostro amore.
Luke aprì la porta senza staccarsi da me e indietreggiò per entrare, tirandomi con lui. E lo feci, camminai in sincronia con lui per poi saltargli in braccio. Lui mi sorresse con le mani sui glutei, e legai le gambe al suo bacino facendolo gemere ancora.
Nella casa buia si sentivano solo i nostri baci, marchiando come nostra la dimora.
Ma poi Luke si staccò e mi guardò negli occhi. Aveva due oceani infiniti dove io sarei potuta cadere ma lui era lì per sorreggermi e mai e poi mai mi avrebbe lasciato. Perché lui era il mio oceano di salvezza, dove non si può annegare.
"Oh Bri" sussurrò. Io gli accarezzai le guance umide dal sudore e gli lasciai un bacio sul naso.
"Shh" lo azzittii posando un indice sulle sue labbra. Lui lo baciò per poi posare la fronte sulla mia.
"Abbiamo una camera in questa casa?" Chiesi nel modo più sensuale possibile aprendo gli occhi. Li aprì anche lui e mi sorrise in modo quasi malizioso per ricominciare a baciarmi con più foga. E sempre con me in braccio iniziò a salire le scale. Gli passai le mani fra i capelli e iniziai a baciargli il collo.
"Oddio Bri" gemette. E mi sentii realizzata e quasi eccitata che fossi io a fargli quell'effetto.
Arrivati al piano di sopra sentii Luke mantenermi con una sola mano e armeggiare con l'altra vicino la porta, mentre continuava a riempirmi di baci.
Finalmente la aprì, dopo aver imprecato sulle mie labbra ed entrammo.
Io scesi subito e lo spinsi di nuovo contro la porta, allungandomi sulle punte per baciargli il collo.
"Ti piacciono le porte vedo" sussurrò con un tono che pensavo non gli appartenesse, ma che fece solo aumentare la mia voglia. Sorrisi sul suo collo e gli soffiai sul lobo facendolo rabbrividire e sentendo un 'uhuuhu oh mio dio'.
Presa alla sprovvista sentii afferrarmi ancora i glutei e sollevarmi leggermente. Strinse più forte e questa volta fui io a gemere.
Mi feci lasciare e portai le mani alla V vicino i suoi pantaloni. Non sapevo come comportarmi ma il mio istinto reagiva da se.
Iniziai ad alzargli la maglietta continuando a baciargli il collo. Mi staccai un secondo per sfilargli la maglia e lui mi aiutò. Ma era immobile per il resto, con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso l'alto. Mi morsi il labbro e passai la mano sul suo petto scendendo fino al bottone dei suoi jeans con cui giocai.
"Bri non fare la stronza" soffocò guardandomi con le pupille dilatate e io lasciai un risolino.
Mi staccai d'improvviso e lui spalancò gli occhi.
"Mi aiuti? È scomodo" lo provocai voltandomi con la schiena verso di lui per farmi scendere la cerniera.
Lo sentii deglutire.
"O-okay".
Aprì lentamente la cerniera e io lasciai che il vestito mi scivolasse da dosso fino al pavimento.
Mi girai verso di lui e mi avvicinai al suo orecchio.
"Ti amo" sussurrai e in risposta mi afferrò i fianchi, facendomi indietreggiai verso il letto e quando toccai la superficie morbida con le gambe i ricordi improvvisi delle mani di Harry riaffiorarono e lo bloccai.
"Bri qualcosa non va?" Mi chiese accarezzandomi la guancia.
Mi veniva da piangere ma io lo volevo troppo e lui mi aspettava da troppo. Per il nostro amore.
Scossi la testa e mi lasciai cadere sul letto con lui su di me.
Lo guardai negli occhi per poi riprenderlo a baciare.
Portò una mano vicino alla mia intimità ma io lo bloccai scuotendo la testa e lo feci stendere sotto di me.
Non volevo fare niente, volevo fare l'amore con lui, solo ed esclusivamente quello.
Lui mi guardò interrogativo e io posai una mano sui suoi jeans facendogli spalancare gli occhi. Mi prese i fianchi e li strinse.
"Oh merda" gemette quando liberai la tortura dei jeans che abbassai, rivelando la sua più che evidente eccitazione.
Lui in boxer, io con l'intimo e le calze.
Così poche cose a dividerci.
Mi abbassai dando un bacio sul basso ventre e lui emise un grugnito da vero cavernicolo sussurrando "mi stai facendo impazzire".
Tirai l'elastico dei boxer neri facendolo sbattere contro la sua pelle sudata e tesa.
Mi alzai.
"Do-dove vai?" Arrancò con la voce guardandomi.
"Da nessuna parte" lo rassicurai togliendomi le calze e aprendo ogni cassetto.
Lui mi guardava con aria desiderosa e interrogativa.
Finalmente lo trovai. Presi un preservativo da un cassetto per poi andare verso il letto. Luke deglutì.
"Sono io quello che.."
"Shh" lo azzittii. Mi misi a cavalcioni su di lui e aprii il pacchetto.
Poi mi fermai a guardare la sua bellezza.
"Posso?" Chiesi arrossendo. Lui annuì impaziente. Gli abbassai il boxer con un colpo secco facendolo respirare pesante. Passai la mano sulla sua erezione e con delicatezza infilai il preservativo. A quel punto fu come se si riprese.
Mi ritrovai in un secondo sotto di lui.
"Ora tocca a me bambolina" mi sfidò divertito in tono profondo. Afferrò le mie gambe e le fece attorcigliare al suo busto.
"Se ti faccio male dillo" mi avvisò e io annuii. Io ero eccitata e ansiosa allo stesso tempo.
Mi guardò negli occhi e d'un tratto sentii un forte dolore allo stomaco.
Sentii i muscoli tendersi e portai istintivamente le mani alla sua schiena. Faceva male, eccome.
Strinsi gli occhi mentre sentivo le spinte farsi più veloci, ma non volevo fermarmi.
Il piacere compensava il dolore. Mi mandava in estasi. Legai in maniera più stretta le gambe al corpo di Luke facendolo grugnire dal piacere.
" Luke" gemetti tirandogli i capelli.
"Va tutto bene" arrancò e iniziò a baciarmi con le spinte che procuravano sempre più piacere mascherando il dolore.
"Luke" lo chiamai staccandomi. Aveva gli occhi chiusi e quando li aprì accennai un sorriso.
"Ti amo" mi affaticai a dire.
"Ti amo" ricambiò.
Poi sentii stringermi alla pancia e diedi un urlò che mi fece arrivare al culmine e Luke con me.
Si staccò e si stese al mio fianco.
Si sentivano solo i nostri respiri pesanti e l'odore di amore che ormai ci circondava.
"E così sei una bomba anche a letto" disse con un pizzico di divertimento, sorridendo e guardandomi.
"Stronzo" risi dandogli un piccolo schiaffo sul braccio e abbracciandolo.
Beh..
Quello che fai a Capodanno fai tutto l'anno..ALLORA SCUSATE L'IMENSO RITARDO SOLO CHE HO AVUTO LA FEBBRE, SONO ANDATA AL CONCERTO DEI FIVE E NON AVUTO TEMPO. A PROPOSITO QUALCUNO É ANDATO? IO SONO ANCORA DEPRESSA MA VABBE CHISSENE. VI AMO DAVVERO SIETE MERAVIGLIOSO PER TUTTO COÒ CHE FATE PER LA STORIA. SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA, ANCHE LA PARTE ARGH (ODDIO CHE VERGOGNA) E NIENTE COMMENTATE E VOTATE.
Grazie
Mikey xx
Ps: QUALCUNO É ANDATO AL CONCERTO DEI FIVE? RISPONDETE COSÌ MAGARI SCLERIAMO E PIANGIAMO INSIEME
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Between || Luke H.
FanfictionBeatrix Roxanne Watson è una ragazza da poco raggiunta la maturità che viene costretta dalla madre a vivere nella parte alta di Los Angeles esclusa dal mondo. Ci sarà qualcuno che la aiuterà a fuggire? A rompere il muro che c'è fra di loro? riuscirà...