LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE CHE VI RIGUARDA, È PER VOI. Buona lettura ❤️
Rimanerlo a guardare per quelle che sembravano ore, minuti, secondi non sapevo. Sapevo solo che nessun tramonto avrebbe superato quel magnifico blu a tratti pieno e a tratti vuoto. Sapevo solo che in quel momento volevo averlo davanti, piangere dalla felicità, urlargli quanto lo volevo bene, quanto gli fossi grata, stare tra le sue braccia. Ma non potevo e così mi limitai a stare in silenzio, ma un silenzio piacevole dove io piangevo e lui sembrava fare lo stesso.
"Non piangere" sussurrò lui, tirando poi su col naso.
"Lo stai facendo anche tu" ridacchiai asciugandomi gli occhi.
"Sono felice, stavo per morire senza vederti" confessò. Il mio cuore fece un 'poof' a quelle parole così dolci e vere. Io provavo lo stesso.
"Ti ho pensato ogni secondo da quando.." Non riuscii a finire la frase che mi strozzai con i ricordi che stavano prendendo il sopravvento sul mio corpo. Era come se passasse una ruota di piombo su una ferita ancora aperta dal dolore lancinante.
"Ehi non fare così è passato" mi confortò con tono caldo. Era uno dei lati che amavo di più di Luke. Era capace di confortarmi anche senza essere al mio fianco fisicamente. Le sue parole erano come piccole pillole benefiche. Ma io mi sentivo troppo in colpa per quello che gli aveva fatto quel Calum davanti ai miei occhi e non avevo fatto niente.
"Allontanati" gli ordinai di colpo con tono autoritario. Volevo vederlo. Volevo vedere cosa gli avevo fatto.
"Cosa?" Mi chiese lui incerto.
"Fammi vedere il tuo viso" gli ordinai ancora più dura sentendo la rabbia verso me stessa arrivare alle stelle.
"Ma... Tranquilla non mi ha fatto niente" cercò di fregarmi.
"Cazzate.. Ho detto allontanati Luke" gli ordini ancora quasi urlando. Il mio cuore si appesantì quando sentii sbuffare e non vidi più il suo occhio.
"Contenta?" Disse ironico. Mi portai una mano alla bocca alla vista del suo viso martoriato, ma non ricordavo che gli avesse fatto così male. Avevo un'occhio nero e stretto e dei tagli sulle labbra. No, non era stato solo Calum.
"Chi ti ha picchiato oltre a quello?" Gli chiesi chiudendo i pugni mentre lacrime bollenti mi solcavano frequentemente le guance.
"Bri basta okay? Non sono cazzi tuoi" mi rispose in tono acido. Mi sentii ferita.
"Cosa?" Sbottai. Lui riavvicinò l'occhio. Come poteva dire che non erano cazzi miei? Io lo avevo ridotto in quello stato, io gli avevo dato continui problemi.
"Okay sai una cosa è vero non sono cazzi miei. Perchè dovrebbero? In realtà io ho creato problemi a te e a me stessa. Sono destinata a stare qui per sempre. Perché un Australiano, biondo perfetto dagli occhi fottutamente blu, dal piercing sexy e un carattere forte dovrebbe interessarsi di uno sbaglio come me? Giusto non ci avevo mai pensato" finii piangendo e mi girai iniziando a correre. Che stupida, come poteva un ragazzo come lui interessarsi a una come me che non sapeva nemmeno bene di che colore erano i suoi occhi? Un giorno erano verdi splendenti, un altro grigio cupo e un altro, fottute sfumare dello stesso colore della pioggia. Ma che cazzo.
Però forse avevo esagerato ma era quello che pensavo. Mi sentii chiamare e infondo era proprio quello che speravo. Mi fermai e ritornai disperatamente da lui.
"Ehi non fare così ho sbagliato a risponderti in quel modo solo che non te ne devi preoccupare. Ora dobbiamo solo capire come farti uscire da questo posto. E comunque tu sei perfetta quanto me, anzi di più. Meriti più di me, più di tutto" concluse e io mi sentii meglio. Era un ragazzo dal cuore d'oro, io pensavo seriamente di amarlo. Forse era troppo presto per dirlo ma non avendo mai avuto una vera e propria persona, esclusa Margaret, che si prendesse cura di me, era quello che sentivo.
Sapevo che fosse arrossito perché l'occhio si inclinò verso il basso per l'imbarazzo. Questa volta fu il mio turno dirglielo.
"Ehi okay mi fido di te. Io ti voglio più che bene solo che non so spiegarti bene. Io mi fido ciecamente e quello che mi dirai di fare per rivederti lo farò. Pur di scalare questo fottuto muro grigio" lo rassicurai. Non sapevo dove avevo preso quelle parole. Ma sentivo di dirglielo e l'ho fatto perché se lo meritava. Capii che scosse la testa perché l'occhio andò da destra a sinistra e viceversa.
"Sei unica e speciale Bri ma io non merito un minimo di sforzo da parte tua davvero" disse con convinzione. La cosa che mi chiedevo era perché dicesse così. Lui mi stava salvando e mi stava facendo conoscere cose che non avevo mai provato. Perché era così basso di autostima?
"Biondino hai ragione. Meriti molto di più ma adesso basta con le smancerie. Illuminami con il tuo piano" la feci breve, facendolo ridacchiare e scuotere la testa nuovamente.
"Ehm okay allora, è simile a quello precedente ma più attento ed elaborato e avremo una mano dalla tua governante e.. Ehm.. Da un mio amico" terminò un po' incerto.
"Owh, chi è questo tuo amico?" Gli chiesi curiosa con neanche un briciolo di malizia.
"Owh che ficcanaso" rise e lo feci anche io. Sbattendo il sedere a destra e a sinistra come un cane felice.
Sentii qualcosa muoversi sulla mia spalla. Mi girai lentamente e trovai una schifosa blatta. Ululai cadendo dal tronco e alzandomi subito e scuotendo la testa per liberarmene. "Togliti togliti!" urlavo spolverando le spalle con le mani. Intanto la risata di Luke faceva da sottofondo al teatrino ma poi si bloccò di botto e a quel gesto mi fermai anche io.
"Che c'è? Ora non ridi più perché ne hai una anche tu sulla spalla?" Risi prendendolo in giro e risalendo con attenzione sul tronco umido.
"Bri.." Disse in tono più che duro.
"Luke.." Lo presi in giro imitando la sua voce e in effetti ero davvero brava. Ma lui non rise. Non capivo la sua reazione ad una schifosa blatta che oltretutto era sulla mia di spalla non sulla sua.
"Che cazzo hai fatto in faccia?" Mi chiese. Il blu del suo occhio era scuro come il fondale dell'oceano, come gli abissi sconosciuti e infiniti. Io mi tastai il viso emettendo un gemito. Subito mi ricordai. Abbassai lo sguardo dicendo un 'owh'. Lo guardai nuovamente nell'occhio.
"Non è niente" cercai di rassicurarlo ma la mia voce spezzata mi tradiva. E le lacrime pizzicavano di nuovo.
"È stata tua madre?" Il suo tono ormai aveva assunto un tono freddo e distante che faceva raggelare il mio sangue. Il suo lato protettivo mi scaldava il cuore ma lui diventava gelido.
"Si ma è passato" risposi passandomi lentamente le mani in viso e poi sul braccio che fortunatamente era coperto dalla stoffa non mostrando il grande livido provocato dalla rugosa mano di mia madre.
"Io la uccido. È tua madre cazzo!" disse questa volta sciogliendosi e passandosi una mano sull'occhio.
"Luke è tutto ok-okay" Ugh non mi riusciva proprio mentire.
"Cosa ci hanno fatto?" Chiese lui evidentemente più a se stesso che a me. Io abbassai lo sguardo annuendo.
"Ti prometto che ce ne andremo. Quindi mettiamoci a lavoro" disse sospirando. Io accennai un sorriso che lui sentì perché io sentii il suo. Questo legame che avevano i nostri cuori era forte e ci faceva capire cosa provava l'altro anche attraverso blocchi di cemento armato. Ed era una cosa che mi rendeva sicura che solo lui poteva essere la mia persona, il mio amore platonico.
"Allora ora ti spiego. La governante ti starà già preparando le cose in questo momento e stasera distrarrà per un'ora tua madre. Mentre il mio- deglutì- amico distrarrà il tizio all'uscita del passaggi segreto. Intanto tu uscirai da lì mentre la guardia sarà distratta e verrai con me" finì. L'adrenalina era salita a mille a quel piano e al suo occhio concentrato a spiegare la mia fuga tanto attesa. Ma poi mi venne una domanda.
"E il tuo amico?" La esposi senza problemi e appoggiando stanca il petto al muro freddo che mi fece rabbrividire.
"Oh ehm se la vede lui già ci ho parlato" rispose e potei sentirlo rigido e scosso dalla mia domanda.
"Tu ehm hai mai avuto amici?" Mi chiese incerto sviando ovviamente da quell'argomento che a quanto pare gli dava fastidio. Questa volta fui io a irrigidirmi.
"Si" risposi semplicemente sentendo un groppo salirmi in gola. Cercai di ingoiarlo ma era così grande tale da farmi quasi affogare.
"Oh parlami di loro" mi chiese con innocenza. Non ne avevo voglia perché tanti ricordi salirono a galla facendomi provare forti emozioni.Avevo sei anni e la porta di casa si aprì. "Oh che piacere vedervi. Ma guarda quanto siete cresciuti l'ultima volta che vi ho visto eravate piccolissimi. Tu -indicò la piccola bimba mora- eri così -abbassò la mano fino ad un filo da terra e la bambina sorrise- e tu -indicò il bambino- eri in una culla di ospedale." Poi si girò verso l'uomo e la donna continuando "Des, Anne da quanto tempo" salutò mia mamma aprendo le braccia alla coppia che ricambiarono sorridenti. Io mi soffermai sul bambino di otto anni che mi fissava con un piccolo ghigno mentre la bambina mi salutava con la mano e io ricambiai. Anne si accovacciò per arrivare alla mia altezza e mi sorrise pienamente, con quegli gli occhioni chiari luminosi. "Ciao Beatrix io sono Anne e loro sono Gemma e Harry" mi presentò ai due piccoli. E fece lo stesso con loro. Gemma si avvicinò e mi abbracciò e io titubante ricambiai, sentendo il tessuto arancio del suo vestito solleticarmi i polpastrelli. Poi si avvicinò il bambino dagli occhi color prato "ciao Bea". Lui fu il primo a darmi un soprannome.
"Quindi non sono il primo a darti il soprannome?" Mi chiese Luke indispettito dopo avergli raccontato la storia del mio unico 'amico' e la mia unica amica. Io ridacchiai alla sua sottospecie di gelosia.
"Esatto ma Bri è molto più carino" lo rassicurai.
"Lo so" ammise modesto dandosi evidentemente delle arie.
"Comunque tu invece che mi racconti sui tuoi amici?" Gli chiesi ormai stanca di essere io il soggetto dell'argomento. Il suo blu si incupì quasi terrorizzadomi.
"io non ho veri e leali amici, le persone sono inaffidabili e cattive".Hola chicas y chicos, yo soy muy contenta... Basta allora vi adoro vivo solo dei vostri commenti e dolcezza. Io davvero sono soddisfatta, so di non essere proprio la più brava e che la storia non sia arrivata alle stelle però per me è un traguardo. Ora un'altra cosa che vi ho anticipato all'inizio: VORREI TRADURRE UNA STORIA INGLESE A VOSTRA SCELTA CHE VI PIACEREBBE LEGGERE. COMMENTATE CON IL TITOLO E IO VEDRÒ CHE FARE THANKS ❤️
Mikey xx
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Between || Luke H.
Fiksi PenggemarBeatrix Roxanne Watson è una ragazza da poco raggiunta la maturità che viene costretta dalla madre a vivere nella parte alta di Los Angeles esclusa dal mondo. Ci sarà qualcuno che la aiuterà a fuggire? A rompere il muro che c'è fra di loro? riuscirà...