8 Capitolo.

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8 giorni. 8 fottuti giorni senza mangiare, bere, senza vedere luce del giorno. Ma soprattutto 8 giorni senza di lui e il suo blu oceano rassicurante e ignoto allo stesso tempo. Non cambiavo i vestiti da quando ci avevano divisi, da quando mi hanno portato via l'unica ancora di salvezza, la mia unica speranza di libertà. Il mio probabile amico o meglio il mio unico amore, perché sì, io mi stavo innamorando della sua persona senza neanche vederlo, se non una volta. Ma a me non interessava della sua bellezza, mi interessava del modo in cui mi trattava, nel modo in cui il suo blu brillava a qualsiasi luce. Del suo essere.

Non mi guardavo allo specchio, non mi interessava come ero in quel momento se lui non stava con me. Non uscivo dalla mia stanza se non per andare in bagno. Non vedevo il volto di mia madre da quando mi aveva picchiato fino allo sfinimento per la mia presunta disubbidienza. Sapevo di avere lividi lasciati dietro dalla sua cattiveria e la sua mano rugosa, ma perché avrebbe dovuto importarmi?

Mi odiavo per essermi fatta del male, ma soprattutto di aver fatto del male a Luke, che non lo meritava. Come stava? Il ragazzo che lo aveva colpito continuamente davanti a me non smetteva di apparire nella mia mente. Gli aveva fatto del male come me e mi sarei vendicata. Prima con me stessa e già lo stavo facendo, poi con quello che avevo capito si chiamasse Calum dalle urla di mia madre confuse dai suoi schiaffi sulla mia pelle, bagnata dalle ininterrotte lacrime. Perché non riuscivo a smettere di piangere da otto giorni. Fino a quel momento.

"Roxie sono Margaret posso entrare?" Si sentì un sussurro. Mugulai in consenso dalla mia posizione rannicchiata ad armadillo sul letto. Era inutile ormai, non ero più arrabbiata con lei. Entrò facendo entrare della luce accecante dalla porta. Mi lamentai mettendo le mani sul viso.

"Oh piccolina apri queste tende" disse avvicinandosi alle tende pesanti e scure, tirandole con un colpo secco. Nascosi la testa sotto il cuscino sporco del poco trucco che avevo.

"Roxie alzati dai!" mi incitò Margaret strattonandomi con dolcezza il braccio. Scossi la testa iniziando a piangere. Non avevo toccato una persona da tempo e non parlavo da quando avevo urlato pregando mia mamma di lasciarmi in pace. Avevo paura di aver dimenticato come si parlasse visto che le uniche cose che dicevo quando ero sola erano solo mugolii di frustrazione. Ma ci riuscii.

"Cosa vuoi Marg?" Mi misi con difficoltà seduta sbattendo le palpebre per abituarmi alla luce nuova.

Lei non parlò mi guardò sconvolta. Mi dava fastidio che le persone mi guardassero così.

" Che c'è?!" Sputai.

"Ma che ti ha combinato?" Disse questa volta in tono duro, stringendo i pugni intorno alle lenzuola scombinate.

Mi alzai barcollando e andai a guardarmi allo specchio e ne rimasi di stucco. Non ero io. I colori erano prosciugati dal viso. Gli unici colori che si trovavano erano una macchia violacea sotto l'occhio e una sulla guancia. I capelli erano arruffati e neri lucidi per lo sporco. I miei occhi non erano più verdi brillante come quando vedevo Luke, erano vitrei trasparenti, ma non un trasparente rilassante, uno triste di agonia.

Mi portai d'istinto una mano sul braccio scoperto dove si trovavano cinque dita viola che lo contornavano. Ricordi riaffiorarono alla mente.

"Ti prego lasciami" urlai quando mia madre mi trascinò nella mia camera e mi gettò a terra nel buio. Non vedevo il suo volto ma la sua figura. Cercai di alzarmi ma lei mi strattonò con forza il braccio rigettandomi a terra contro l'anta dell'armadio.
"Hai disubbidito" ringhiò in un sussurro pauroso. Avevo paura di mia madre. Mi diede uno schiaffo sulla guancia facendomi girare il viso. I miei singhiozzi non fermavano le manate che arrivavano sulle mie guance, non le importava niente di me.
"Sei una stronza" urlai quasi senza sensi per il dolore. Lei si fermò di botto e corse fuori e io mi alzai velocemente barcollando mantenendomi alla scrivania. Ma ricaddi a terra con un urlo acuto quando mia madre era rientrata e con una mazza di scopa mi aveva colpito l'occhio. Un dolore lancinante mi prese facendomi girare la testa.E poi il buio.

Mi ripresi quando caddi a terra. Quel ricordo mi fece quasi vomitare, ma non c'era niente nel mio stomaco se non odio.

Margaret corse subito in soccorso alzandomi di peso da terra e poggiandomi sul letto. Stavamo piangendo entrambe. Mentre lei mi accarezzava con leggiadria la guancia.

"Io la denuncio" mormorò tra le lacrime. Io le feci un flebile sorriso passando un dito sul suo braccio ossuto.

"Perdonami per il diario ti prego. L'ho fatto per il tuo bene.. altrimenti..." non finì la frase e sbuffò scuotendo la testa. Corrugai la fronte per farle capire di andare avanti. Mia mamma l'aveva minacciata di fare cosa? Avevo undici anni quando pregai Margaret di non dire a mamma il segreto del diario.

Stava facendo il letto, era mattina presto e io la guardavo con ansia mentre armeggiava con le lenzuola. E il mio terrore divenne realtà.
"Che cos'è questo?" Chiese Margaret con un sorrisetto, sventolando davanti i miei occhi il mio diario nuovo. Io arrossii e guardai la punta delle mie ballerine giocando con le tulle del mio vestitino.
"Niente" sussurrai timidamente. "Oh andiamo bambina mia" disse piegandosi sulle ginocchia e alzarmi il viso con due dita. "Il tuo segreto è al sicuro con me" disse restituendomi il diario. La abbracciai "sei la migliore Marg".

Sorrisi al ricordo e la abbracciai come quando avevo undici anni.

"So tutto e voglio aiutarti così ti ho portato una cosa" disse accontentandosi poi del mio sorriso. Ancora non avevo proferito parola.

Infilò una mano nella sua solita giacca facendomi battere il cuore come non batteva da giorni, il mio sorriso si propagò quando i miei occhi incontrarono una bustina.
"Quando ho preso la posta, ho deciso che questa non sarebbe dovuta andare nelle mani di tua madre visto che c'è il tuo nome" disse emozionata quasi quanto me. La aprii impaziente e un cartonicino si manifestò davanti al mio verde, che diventò di nuovo brillante a quelle tre semplici parole, scritte al centro del foglio in corsivo e non c'era bisogno di capire chi fosse il mittente:

" vengo a prenderti"..

CONTINUO A 4 VOTI E DUE COMMENTI VVB GRAZIE DI TUTTO VI AMO
MIKEY xx

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora