"Un ragazzo là fuori è nato per essere l'amore della tua vita, il tuo migliore amico, la tua anima gemella, l'unico a cui puoi raccontare i tuoi sogni.
Ti spazzolerà i capelli dagli occhi.
Ti manderà fiori quando meno te lo aspetti.
Guarderà te durante i film, anche se ha pagato otto dollari per vederli.
Ti chiamerà per la buonanotte o solo perchè gli manchi.
Ti guarderà negli occhi e ti dirà che sei la ragazza più bella del mondo.
E per la prima volta nella tua vita, gli crederai."Mai fidarsi dei demoni vestiti da angeli e mai fidarsi delle persone che dal primo minuto ti mostrano affetto, fin troppo.
Forse mia madre aveva ragione, forse anche lei teneva a me.
Forse lei voleva solo proteggermi.
Forse sarei dovuta rimanere a casa con lei, e crescere come una ragazza intelligente, educata ma sola.
Ed era proprio questo il fottuto problema, che ero sola, o meglio mi sentivo sola.
Cazzo è proprio vero che gli esseri umani non si accontentano mai di quello che hanno e cercano sempre più.
Se fossi stata un'altra specie di essere vivente o semplicemente un'altra persona più umile, in quel preciso momento, non mi sarei trovata stordita, con metà della faccia schiacciata sul sedile di un auto e le mani legate dietro la schiena. La corda mi faceva prudere i polsi e la parte del viso che aderiva alla pelle del sedile iniziava ad addormentarsi.
Non mi ricordavo un granché se non un qualcosa sulla mia bocca che mi aveva fatto cadere nel sonno più profondo.
Ogni volta che succedeva qualcosa mi ritrovavo sempre dormendo o ferita, dentro.
Con l'occhio aperto diedi una sbirciata alla macchina. Era molto grande e mi trovavo sui sedili posteriori.
Mentre quello del guidatore era occupato da un ragazzo moro che dalla voce e i capelli capii fosse Louis, quello stronzo. Al suo fianco c'era un biondino che rideva e scherzava come se stesse portando un bambino al parco. E quando si girò di profilo, riconobbi Niall.
Nelle mani di chi ero finita?
Sentii dei rumori dietro di me ma non potevo muovermi, così capii che dietro di me c'erano ulteriori posti.
Non sapevo dove stavamo andando e perché, sapevo solo che volevo trovare Luke, sistemare tutto e ritornare in quella piccola casa nel nulla.***
L'auto si fermò di botto e Louis spense il motore indicando al biondo di scendere.
Avevo già ideato un piano durante il tragitto:
Fingersi addormentata,
Farmi uscire dalla macchina,
Correre nel vuoto,
Trovare qualcuno per un telefono,
Chiamare Luke,
E ritornare nella casa di Trilly.
Non era poi così complicato nella mia testa.
Entrambi i ragazzi scesero.
Louis andò dietro, da quello che capii, il furgone.
Mentre Niall aprì la porta dal lato dei miei piedi, così mi rese la cosa più semplice.
Quando aprì la porta, gli sganciai i piedi in petto facendolo cadere a terra.
Strisciai fuori la macchina e iniziai a correre.
"Louis cazzo è sveglia" sentii urlare il biondo. Aumentai il passo verso un bosco secco. Nn sapevo dov'ero e dove stavo andando. Sapevo solo che volevo Luke, avevo bisogno di lui.
E se era stato preso anche lui?
Mi bloccai con l'affanno e con i polsi sanguinanti per la corda. Neanche il tempo di girarmi che percepii una mano violenta stringermi il braccio e trascinarmi all'indietro.
"Che cosa vi ho fatto, che volete da me?" Gli chiesi guardandolo in viso.
"Sta' zitta" mi ordinò Louis aumentando la forza sul braccio.
Iniziai a piangere.
Luke mi aveva dato così tante protezioni e io me ne ero fottuta alla grande. Il cuore batteva persino nelle orecchie, ad ogni passo che ci avvicinavamo a Niall che aveva la rabbia che fumava dalle orecchie e uno sguardo fulmineo che mi congelò.
"Tu inizia ad entrare" istruì freddo quest'ultimo al ragazzo che mi trascinava, il quale annuì.
Mi portò di fronte un piccolo edificio di due piani, fatto tutto in metallo grigio. Arrivati alla porta scorrevole la tirò e mi buttò con violenza dentro facendomi inciampare.
"Alzati" ringhiò prendendomi per la maglia. Io mi liberai dalla presa.
"So camminare da sola" ringhiai più di lui, che sorrise beffardo e mi prese in giro facendomi segno di camminare avanti a lui. Iniziai a camminare e a destra e sinistra c'erano tutti teloni che coprivano non so cosa. Quel posto aveva un'aria così macabra.
Arrivammo ad un'altra porta scorrevole che Louis con grande sforzo tirò, provocando un forte rimbombo in quel luogo.
Io gli lanciai uno sguardo e entrai.
Era una specie di salone.
C'erano quattro divani rossi disposti a quadrato e al centro un tavolo di cristallo con sopra ceneriere e quant'altro. A sinistra c'erano delle scale di legno e a destra una parete con un mega schermo e infine dietro questo, una piccola finestra dove entrava la luce della luna.
Ma la mia attenzione si fermò sui quattro ragazzi disposti a caso sui divani.
"Ragazzi vi presento la famosa Bri" disse ironico Louis buttandomi verso di loro.
Avevano sguardi schifosi, che mi spellavano viva e sorrisetti maliziosi.
Mi tremavano le gambe e avrei tanto voluto sedermi su uno di quei divani dall'aria più che morbida.
Avevo sicuramente il trucco sciolto dalle lacrime incessanti e i capelli spettinati. Curvai la schiena in segno di paura e mi uscì qualche singhiozzo.
"Ciao io sono Ashton. Loro sono Michael, Jackson e.."
"Calum" finii al suo posto riconoscendo il moro dagli occhi a mandorla.
"Ah già vi conoscete" ridacchiò il ragazzo dai capelli colorati.
"Tu brutto bastardo" urlai in lacrime e accecata dalla scena quando picchiava Luke davanti i miei occhi.
Louis mi bloccò le spalle da dietro e mi buttò nuovamente sul pavimento.
"Troia" sentii sussurrare Calum. Mi accesi dalla rabbia e con forza disumana mi alzai.
"Figlio di puttana" ringhiai a bassa voce.
Il moro dai tratti asiatici si alzò imbestialito e mi venne incontro.
"Ehi ehi basta dai. Ashton accompagna l'ospite sopra" disse Louis mettendo una mano sul petto di Calum, il quale si sedette subito dopo ma senza mai lasciare il mio sguardo.
Un ragazzo basso ma muscoloso si alzò. Aveva i capelli ricci su un biondo cenere e gli arrivavano quasi alla spalle e gli occhi erano di un verde palude, ed era stupendo. Indossava un jeans nero e una canotta dei Green Day.
Mi venne vicino e io feci un passo indietro spaventata.
"Sta' tranquilla non voglio farti niente" mi sussurrò all'orecchio dolcemente, per poi mettermi una mano dietro la schiena e condurmi al piano superiore tra le risate degli altri. Salimmo in un corridoio lungo e buio.
"Aspetta qui" mi intimò, dirigendosi verso qualcosa che nel buio non vedevo.
D'un tratto si accese la luce e vidi Ashton vicino ad un interruttore con un sorriso umile.
"Non piangere ti prego" diventò subito cupo quando vide il mio viso martoriato dalle lacrime.
"Cosa volete da me?" Biascicai senza forze.
Lui abbassò lo sguardo sulle sue Vans.
"Lo scoprirai presto" mi rispose tristemente.
A quelle parole iniziai a respirare pesantemente.
Ricominciammo a camminare e sentivo la tensione pesarmi come se avessi il mondo sulla spalla.
Pensavo solo a Luke in quel momento. Avevo bisogno di sapere se lui stava bene, se era sano. Avevo bisogno di certezze su di lui, dopodiché potevano anche uccidermi.
"A cosa pensi?" Mi chiese il ragazzo muscoloso mentre camminavamo.
"Perché dovrei dirtelo" risposi il più acida possibile. Lui abbassò la testa mortificata.
"Hai ragione" mi sorprese e mi domandai perché uno come lui stesse con quel genere di persone.
Ci fermammo vicino una porta blindata che Ashton aprì con una chiave e mi fece cenno di entrare.
Entrammo in una stanza che non sembrava appartenesse a quell'edificio così oscuro.
Era una stanza illuminata da due lumi, una scrivania in legno d'acero e la sedia girevole. E le pareti erano color crema e dei quadri abbellivano il tutto. C'era un letto matrimoniale pieno di cuscini bordeaux e il piumone dello stesso colore. Sopra il letto si trovava una grande finestra con delle tende leggere color crema.
La moquette era grigia e di fronte a noi si trovava una poltrona a puffo.
"Perché questa stanza è così...."
"Bella? Diversa?" Mi interruppe Ashton ridacchiado, io annuii accennando un sorriso amaro e imbarazzante.
"Lo capirai" disse dandomi un sorriso compassionevole.
Ashton guardò l'ora sul cellulare e si girò agitato verso di me.
"Siediti tranquilla io... Ehm.... Devo andare, scusa" balbettò uscendo dalla porta.
"Scusa per cosa?" Urlai ma era già andato via.
"Fantastico" sbottai sedendomi sul letto.
"Dio cristo" imprecai contro i miei poveri polsi che prima o poi si sarebbero staccati dal resto del corpo.
"Luke" mi lamentai a bassa voce. Mi mancava già e sentivo il rimorso dentro di me. Ero stata una stupida.
A interrompere i miei pensieri fu lo scatto della chiave nella porta che mentre si apriva mi alzai e mi feci il più piccola possibile in un angolo.
Entrarono due figure maschili. Riconobbi subito la bellezza strabiliante di quel Malik e notai le bruciature sul viso e le mani. Mi si seccò la gola al suo ricordo e alla vista del mio peggior incubo.
Al suo fianco c'era un ragazzo con i capelli ricci fino alla spalla. Gli occhi erano due smeraldi ed aveva il sorriso sorpreso che mise in risalto due fossette profonde e lì capii.
Mi iniziò a battere il cuore di eccitazione e le mani a sudare.
"Harry...?" Chiesi con cautela e prima di far cadere la mia mascella a terra, lui annuì.
"Bea" alla sua voce molto cresciuta negli ultimi sei anni iniziai a piangere. Avevo tanti motivi per piangere ma non ne riuscivo ad identificare uno.
Il ragazzo al suo fianco mi guardò con disprezzo e Harry smise di ridere e la mia felicità di rivedere il mio amico, nonché amore della mia corta adolescenza, sparì in un poof.
Harry assunse un'espressione cattiva e i suoi occhi erano pieni di perfidia. Luccicavano di malizia.
"Da quanto tempo" disse lui aprendo leggermente le braccia ma io non mi mossi dal mio angolo. Per la prima volta avevo paura di quel ragazzo.
Lui capì le miei intenzioni ed abbassò le braccia muscolose e si formò un cipiglio strano sul viso.
"Cosa c'è? Non sei felice di rivedermi?" Mi chiese quasi dispiaciuto. Io avevo le labbra secche e non riuscivo a spiaccicare parola.
"Ti ho fatto una domanda" urlò avvicinandosi lentamente, facendomi saltare, mentre il ragazzo dietro di lui se ne stava tranquillo a guardarsi intorno.
"Si. Ma perché adesso? Perché aspettare sei anni? Perché sono quì? Perché sono legata? Quello lì mi ha quasi uccisa e lasciata in un incendio" iniziai a blaterare sperando che il suo vecchio lato protettivo uscisse ma ottenni l'effetto contrario.
"Ho provato tanto volte a prenderti da lì ma tu madre mi ha sempre visto e trovato. Così ho creato una compagnia qui. Sei legata perché saresti scappata e poi questa é la mia camera. Non ti piace?" Concluse mostrandomi con le braccia la stanza.
Io ero delusa da lui, allibita.
"Trovarmi semplicemente, senza rapirmi? Non ti piaceva eh?" Sbottai andando verso di lui. La paura era scomparsa, sapendo chi era non mi avrebbe mai fatto del male, così credevo.
Lui rise di gusto e l'amico lo seguì con un ghigno di appoggio.
"Qualcuno ci ha tradito e mi ha impedito di vederti" diventò d'improvviso di cattivo umore.
"Chi?" Sbraitai contro questo sconosciuto coglione che grazie a lui ero lì.
"Zayn fallo entrare" ghignò Harold. Il moro annuì e aprì la porta. Tornò due minuti dopo e buttò a terra un ragazzo con il viso martoriato.
Appena capii chi era diedi un urlo di disperazione e tentai di raggiungerlo ma Harry mi abbracciò da dietro. Le lacrime di dolore scendevano fino alla maglia e si seccavano sulla gola. Il biondo a terra alzò lo sguardo verso di me e piansi più forte.
Ancora.
Ancora.
Tanto da farmi girare la testa.
Aveva un occhio viola e chiuso per la botta. Un grosso taglio sulla guancia da cui usciva un sangue incessante. Le labbra erano ricoperte di sangue ancora fresco che gli colava sulla maglia nera. Era una scena orribile. Vedere l'amore della tua vita in quelle condizioni, senza poterlo aiutare e medicare era la sensazione più brutta che io potessi provare.
"Non mi toccare" urlai uscendo dalle braccia viscide, che prima consideravo casa.
Ma mi riprese subito e mi sbattè sul letto con nonchalance.
"Bene ora possiamo finalmente mettere le cose in chiaro" disse Harry battendo le mani e mettendo una mano sulla spalla di Luke, che si trovava in ginocchio.
Gliela strinse un po' e Luke emise un verso di dolore
"Lascialo stare!" sibilai, saltandogli addosso letteramente. Intervenne Zayn che mi prese per i fianchi e mi fece sedere sul letto.
"Io lo lascio andare tanto verrà a te di ammazzarlo. O tu o io mi è indifferente" ridacchiò seguito dal compagno. Io non capii, sapevo solo che erano dei vermi e che l'incontro con il mio più caro amico non doveva essere in quel modo. Doveva essere magari alla stazione a correrci incontro e a piangere di gioia. Invece in quel momento ero l'unica a piangere per dolore mentre lui mi derideva.
"Che cosa vuoi dire?" Gli chiesi tremante.
"Oh Luke vuoi dirglielo tu" chiese ridendo al ragazzo in ginocchio. Lui scosse la testa sconfitto.
"Bene mi divertirò di più. Devi sapere che il signor Luke Hemmings, proprietario del lussurioso Hotel Hemmo&Co, fa parte della mia compagnia" disse fiero indicando il biondo. I miei occhi si inumidirono e sperai di aver sentito male.
"Quindi tu l'hai sempre conosciuto?" Mi rivolsi a Luke con un filo di voce che usciva con incredulità dalle mie labbra. Luke non rispose.
"Ah aspetta non vorrai perderti la parte più bella. Io ho deciso di scegliere il mio uomo più abile e astuto per prenderti da quella casa. Ovvero lui -indicò Luke- appena ti prese eravamo tutti soddisfatti del suo lavoro ed eravamo pronti a pagarlo. Ma lui ha iniziato a scappare e tu a fare la difficile e la cosa è costata alla faccia di Zayn e una denuncia a Niall. Dopodiché abbiamo saputo che andavate al 'Rifugio verde' e siamo venuti là e finalmente il piano si è concluso nel verso giusto. Luke avrà i suoi soldi, anche se abbiamo dovuto punirlo per la sua disubbidienza, e tu sei con me....
Ora capisci perché sei qui e perché lui è così? -si fermò un secondo-
Perché hai vissuto tutto questo tempo in una grande bugia"SALVE GENTE SCUSATE IL RITARDO NON ACCADRÀ PIÙ. QUESTO CAPITOLO CI HO MESSO DUE GIORNI PER SCRIVERLO QUINDI SPERO VI PIACCIA. VI RINGRAZIO PER COME FATE ADARE AVANTI LA STORIA E PER MADHOUSE (CHI NON LA CONSCE PASSI) SIETE FAVOLOSE. NIENTE VOTATE E COMMENTATE ALLA PROSSIMA
MIKEY xx 💕
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Between || Luke H.
FanfictionBeatrix Roxanne Watson è una ragazza da poco raggiunta la maturità che viene costretta dalla madre a vivere nella parte alta di Los Angeles esclusa dal mondo. Ci sarà qualcuno che la aiuterà a fuggire? A rompere il muro che c'è fra di loro? riuscirà...