13 Capitolo.

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Ho deciso di mettere canzoni per leggere il capitolo:
Say Something di A great big world
Beside you 5seconds of summer
Mentre dalla parte in cui c'è scritto un'orario vi consiglio
Somewhere Only we know di Keane.
Buona lettura e ascoltatele.

"Quindi io non sono una tua amica?" Gli chiesi con un filo di voce quasi inudibile, mi era caduto il mondo addosso. Il dolore al petto di quando qualcuno di gira un coltello nello stomaco e ti ride in faccia alla vista del tuo dolore. La sua risposta era sostituita dal silenzio, silenzio doloroso e pesante e capii tutto. Per la millesima volta mi sentivo una stupida. Io non avrei mai potuto avere amici, nessuno voleva subire i miei problemi, nemmeno io volevo e non potevo pretendere che qualcuno lo facesse al posto mio. Raccolsi quel briciolo di orgoglio che mi era rimasto dentro e sospirai.
"Va bene" soffiai alzando le spalle sconfitta e girai i tacchi per andarmene. Lui era in silenzio e intuii che mi avrebbe lasciato andare via e a ritornare alla mia vita come se non lo avessi mai incontrato. C'era solo un piccolo problema: la mia vita era diventato lui, i nostri strani incontri, i piani divertenti e seri allo stesso momento per scappare, tutto, era semplicemente tutto per me. E ora si stava scheggiando pian piano come un bicchiere di cristallo. Ero stata troppo ingenua a pensare che questa cosa non sarebbe mai successa con lui. Gli umani sono tutti uguali.
Stronzi.
Stronzi fino all'ultimo capello.
Sentii uno sbuffo e il mio cuore si strinse. Poi seguì un singhiozzo. Non girarti Bri, non girarti, mi ripetevo. Non potevo farlo se avevo rispetto di me stessa. Anche se ero troppo curiosa di sapere perché. Perché se non mi considerava un'amica voleva per forza aiutarmi e faceva finta di proteggermi? C'era qualcosa che non quadrava, oppure ero semplicemente io che non quadravo.
"Bri ti prego" sentii. E mi fermai sui miei passi. NON GIRARTI CAZZO, strinsi i pugni strizzando gli occhi.
"Hai frainteso, ti prego non lasciarmi anche tu" a quelle parole non potei fare a meno di girarmi e andare da lui. Sì, sapevo di quanto fosse sbagliato ma io non potevo sentire il mio unico amico, o quello che era, piangere.
Mi rimisi davanti al buco senza fiatare ma il suo freddo blu non c'era più. Poi sentii un forte tonfo, e mi scappò un urletto e saltai per lo spavento.
"Oddio Luke!" urlai. Avevo una paura tremenda che si fosse fatto male.
"Bri eccomi scusa non volevo spaventarti. Non volevo nemmeno ferirti scusa hai frainteso ti prego" disse lui correndo, apparentemente, tutto d'un fiato. Io ridacchiai per la sua agitazione.
"Ti prego-" "spiegati allora" lo interruppi subito non volevo ancora sentire scuse o essere pregata. Era una cosa alquanto fastidiosa. Lui sospirò.
"Cazzo" sussurrò passandosi una mano sull'occhio. "Non sono mai stato bravo a dire un cazzo, ma visto che è necessario proverò a comporre un periodo senza dire cazzate" disse e io risi di gusto. Sapevo che non era di tante parole perché odiava esprimersi ma in quel momento ne avevo così bisogno. Avevo bisogno di sapere che per lui ero qualcuno.
"Tu... Tu.. Oh merda allora. Tu non sei una mia amica.. Cazzo no, non fraintendere di nuovo. Allora, tu sei qualcosa di più importante di una stupida definizione. 'Amica' pft, che cazzo mi significa? Okay basta. Non so nemmeno io cosa sei per me ma di sicura sei più importante che un'amica" finì sottolineando l'ultima parola.
I miei organi erano decisamente andati a farsi fottere. Ora sì che potevo morire felice. Mi bastavano quelle parole per dargli la mia vita, il mio cuore, il mio tutto. Avevo le lacrime agli angoli degli occhi.
"Invece tu?" Mi chiese timidamente, risvegliandomi dai miei pensieri da malata. Scossi la testa sorridendo. Che cosa avrei dovuto rispondere? 'Oh no sai com'è l'altra volta ho sostenuto che tu fossi il mio amore platonico colui che mi salva da tutto ma sai niente di che'. Certo.
"Ehm diciamo che vale lo stesso per me" cercai di spiegarmi senza dare la vera risposta. A quanto pare non se l'era bevuta visto che si vedeva palesemente che aveva inarcato le sopracciglia.
"Non vale, io ho provato a spiegarmi ora devi farlo anche tu!" mi rinfacciò. Aveva ragione dovevo concentrarmi per dire non tutta la verità ma una parte.
"Che dire beh, sei la mia ancora di tutto e non potrei mai considerarti una cosa così banale come l'amico" risposi semplicemente virgolettando con le dita l'ultima parola anche se non poteva vederlo.
"Wow" disse. Che avevo detto di sbagliato?
"Qualcosa non va?" Gli chiesi preoccupata.
"No assolutamente, sono felice di importare a qualcuno" rispose con la sincerità di un bambino, cosa che mi fece ammollare le gambe. Io lo adoravo.
"Tu sei la persona più importante di questo mondo e secondo me lo sei per molti" aggiunsi fiera di lui.
"No non è così, non mi conosci bene" disse freddo e il suo colore si fece più cupo. Era troppo bipolare a volte per sopportarlo, ma io lo amavo per quello che era...Volevo dire che lo volevo bene per quello che era.
"Secondo me ti conosco più di chiunque altro" lo stuzzicai con tono autoritario e aguzzando la vista. Lui rise. Avrei voluto farlo ridere a vita, avrei voluto registrarmi la sua risata per sentirmela la notte e dormire serena.
"In certi aspetti si è vero" ammise e io sorrisi soddisfatta. Ero davvero felice di sapere cose di lui che nessun altro sapessd. E a quel proposito mi salì una domanda.
"Luke, perché prima hai detto non lasciarmi anche tu?"
"Owh ehm, adesso non mi va di parlarne magari quando sarai fuori di qui ne parleremo" rimasi un po' delusa dalle sue parole ma non potevo costringerlo. Io annuii semplicemente.
"Bene allora sei pronta per stasera?"
"Sta-stasera?" Balbettai incominciando improvvisamente a sudare. Me ne ero quasi dimenticata, ma l'ansia cominciò a circolare nel mio sangue come veleno.
"Ehi andrà tutto bene Bri" mi rassicurò vedendo la mia più che evidente preoccupazione e agitazione. Se ci avessero scoperti di nuovo? Mia mamma mi avrebbe picchiata di nuovo? Anche Luke sarebbe stato picchiato? E se poi non avrei potuto mai più rivederlo? No, sarei morta in quel caso. Dovevo smetterla di pensare al negativo, io mi fidavo di lui, sì, quindi doveva andare tutto bene.
Ad un certo puntò squillò quello che pensai fosse il telefono del biondo. Questa supposizione si rivelò vera.
"Scusa" disse rispondendo al telefono.
"Pronto?"
..
"Sì sono.." "Ho capito ma.." "Non rompere il cazzo H.." "Ho capito arrivo" "sisi sto arrivando cazzo calmati" "si sono ancora da.." "ARRIVO" urlò infine.
Dall'altra parte sentivo solo una voce maschile profonda che lo interrompeva ogni due e tre.
"Devo andare scusa" mi riferì piuttosto scosso.
"Owh tranquillo vai" non volevo andasse ma sembrava urgente quindi non mi opposi.
"A stasera principessina" mi prese in giro. Io risi e poi sentii il ruggito della sua moto allontanarsi. Io mi girai e mi accasciai con la schiena contro il cemento gelido. Guardai in su verso il cielo, e sorrisi a causa del sole che mi solleticava il viso. Scossi la testa già al ricordo delle dolci parole dette da lui poco prima.
***
Ore 23.42
Stavo seduta sul mio letto a picchiettare con la punta delle scarpe con cui riuscivo ad arrivare sul pavimento. Sbuffai. Mi stavo annoiando. Avevo lo zaino sulla spalla e stavo aspettando con ansia l'arrivo di Margaret con il via, per mettere in atto il piano. Era tardi e lei ancora non era venuta. Avevo indossato il vestito che Margaret aveva aggiustato con tanto amore in questi anni. Giocavo con l'angolo verde acqua appoggiato sulle mie cosce, quando sentii bussare la porta con quattro tocchi (segnale). Il cuore arrivò con un colpo secco alla trachea. Mi alzai lentamente ingoiando di tanto intanto la bile. Camminando nelle mie comode ballerine avvicinai l'orecchio alla porta e aggiustai lo zaino sulla mia spalla.
"Bri sono Margaret" sussurrò la donna dall'altra parte, io sospirai e aprii di colpo la porta trovando la donna ancora nella posizione con l'orecchio dove prima si trovava la porta di legno. Si ricompose e mi abbracciò forte.
"Dov'è mamma?" Chiesi senza giri di parole, la cosa che mi interessava di più. Era la mia preoccupazione più grande.
"Fuori uso con un the al sonnifero" mi rispose soffocando una risata e facendomi l'occhiolino. Risi anche io alzandole il pollice in accordo. Le mie ansie erano sparite. Mia madre era la mia paura più grande.
"È il momento di andare tesoro" tornò subito seria Marg. Io annuii poi mi girai verso la stanza buia. Fotografai con la mente ogni singolo particolare di tutte le cose che mi avevano accompagnato nella mia vita di merda. Dalla lampada con la luce fioca, alla grande finestra che mi permetteva di vedere il miglior spettacolo, che da quel momento avrei iniziato a vivere, o era quello che credevo.
Diedi un ultimo sguardo veloce all'unica cosa che mi piaceva davvero di quel posto tetro: il letto. Una piazza e mezzo super comodo e che conteneva ogni mia singola lacrima e sorriso. Mi venne malinconia ai ricordi di quando correvo sul letto la notte da piccolina per scappare da mamma che, ai tempi della sua bontà, mi cercava per farmi il solletico e io ridevo come una pazza. Ora era tutto cambiato, lei era cambiata. Io stavo cambiando.
Mi sentii tirare il braccio. E mi girai verso Margaret e tutte e due avevamo le lacrime agli occhi. Entrambe annuimmo e mi chiusi la porta alle spalle.
Mentre camminavamo in un silenzio tombale, dove si udivano solo l'eco dei nostri passi e respiri, osservavo gli alti soffitti. Infondo era la casa in cui ero cresciuta piena di ricordi più brutti che belli. Ma pur sempre era casa.
Arrivammo alla biblioteca e il ricordo dove io correvo a piedi nudi per andare da Luke riafforò appesantendomi il cuore. Girai in tondo per guardare tutti i fottuti libro che avevo studiato. Ricordandone ogni titolo. Svoltammo l'angolo e la meta si faceva sempre più vicina mentre la tensione cresceva. Salimmo le scale di marmo velocemente.
Finalmente arrivammo fuori il passaggio segreto, ci fermammo e finalmente il silenzio finì.
"Marg grazie di tutto, se non fosse stato per te tutto questo non sarebbe accaduto. Sei tu la mia vera mamma, ti voglio bene e questo non è un addio te lo prometto mamma" dopo quelle parole scoppiammo tutte e due piangere. Ci abbracciammo per minuti infiniti. Non volevo staccarmi da lei ma dovevo per me.
Le diedi un baciò e entrai nella galleria familiare, con tutti i ricordi che bombardavano la mente.
Scesi le scale e quando arrivai a quelle che salivano scorsi la porticina sopra a tutto. Sospirai e salii quei poco scalini. Aprii la porta e le brezza fredda mi attaccò subito il naso.
"Luke?"
All'improvviso la figura familiare e rassicurante mi apparve davanti.
"Ti sono mancato?"

SCUSATE IL RITARDO MA TRA SCUOLA E TUTTO IL RESTO NON AVEVO TEMPO. Finalmente i due disgraziati si rincontrano. Come andrà a finire? Dipende tutto da voi, cliccate la stellina e commentate e io andrò avanti. Baci
Mikey xx

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora