43 Capitolo.

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Per favore leggete alla fine xx

La mia mente in quel momento era vuota, non sapevo come reagire, come pensare. Riuscivo solo a vedere Luke su quel letto attaccato a miliardi di tubi e macchinari, punto.

Il medico ci guardava con sopracciglio alzato aspettando, probabilmente, una risposta che ne io ne Calum avevamo.

"Allora? Cosa ci fate qui? Chi vi ha fatto entrare? Sempre se non siete entrati senza il permesso di nessuno" ci schernì l'uomo con un sorriso sghembo.
"Ragazzi lo so che è difficile per voi ma fin quando non arrivano i genitori non posso dare il permesso di entrare a nessuno" ci spiegò allungando una mano a Calum che la afferrò e si alzò.

"Io non capisco, lui è maggiorenne non ha bisogno dei genitori" si oppose Calum venendo poi verso di me, aiutandomi ad alzare e a reggermi a lui.

"Già vi ho spiegato che ci sono degli interventi che hanno bisogno di un consenso di un qualsiasi componente della famiglia, anche una zia" ci spiegò paziente.

"Siamo noi la sua famiglia" risposi io con un filo di voce e il dottore mi sorrise dolcemente, aggiustandosi gli occhiali sul ponte del naso.

"non ne dubito cara, ma non porti lo stesso cognome e all'anagrafe tu per lui non sei nulla. Mi dispiace davvero. Per quanto riguarda la vostra presenza è perché il ragazzo è in coma ma può recepire molto e non vogliamo che si agiti nel sonno, per non rischiare nessun problema, finchè i genitori non saranno qui. Ora vi prego di uscire" terminò il medico indicandoci l'uscita con il braccio.

Calum mi prese per mano e mi trascinò fuori, io mi girai l'ultima verso Luke, verso un semplice corpo steso su un lettino privo di vita. Infine fulminai il dottore, prima di chiudermi la porta alle spalle.

"Cazzo.." sussurrò Calum, massaggiandosi le tempie e appoggiandosi al muro. Io rimasi ferma in piedi, avendo ancora l'immagine di Luke in testa. Guardai gli altri ormai svegli, che ci guardavano con rabbia e un misto a qualcosa che non riuscivo a capire.

Non riuscivo a capire niente, avevo appena vissuto qualcosa di troppo forte da essere retto da me, persona debole e sensibile. Non mi importava di nulla, mi importava solo di lui e aspettavo solo l'arrivo dei genitori.

"Che avete combinato?" chiese Louis incrociando le braccia e venendomi incontro. Aveva i capelli arruffati e gli occhi pieni di sonno. Più azzurri del solito.

"Louis sta' zitto" lo ammonì Calum andandosene via dal corridoio. Io lo guardai finchè non divento un piccolo puntino che sparì dietro l'angolo.

"Come vi viene in mente di entrare lì dentro? Per lo più senza permesso e senza dirlo a noi.. magari avremmo potuto farlo insieme" mi rimproverò Ashton venendo anche lui vicino e poggiando una sua grande mano sulla mia spalla.

"Infatti, tutti vogliamo vederlo ma dobbiamo rispettare i tempi e le regole, poi dobbiamo essere uniti per lui. Le decisioni vanno prese tutti insieme" aggiunse Liam poggiandosi al muro di fianco a me.

Lo guardai annuendo, sul punto di crollare, di autodistruggermi, di scoppiare.

"Liam ha ragione dovevate avvertirci, non sai Luke come avrebbe potuto reagire alla vostra presenza. Se fosse successo qualcosa? Non siete diversi dagli altri, tutti siamo arrivati al limite e vogliamo stare al suo fianco" terminò Jack.

"Bri-"

"NO! Basta!" urlai interrompendo Colton. Spinsi tutti quanti che si erano messi in cerchio davanti a me. Avevo bisogno di respirare. Non capivano, loro non potevano capire nulla. Luke era la mia persona. Il mio primo amico, il mio primo amore, la persona che mi ha tirato fuori dal mio incubo, che mi ha donato una vita, che mi ha fatto sentire me stessa, che è stato anche la mia rovina e la mia medicina. Lui era il mio tutto e loro non potevano capire. Mi sedetti a terra piangendo, mi mancava l'aria, un macigno mi si era posato sul petto e non voleva dissolversi.

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora