37 Capitolo.

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"NON CI CREDO CHE HAI ROTTO IL TELEFONO E SOLO DOPO MESI E MESI ME LO DICI" si, Luke stava urlando, camminando avanti e indietro per la camera da letto e agitando le braccia in aria. Io non parlavo, perchè avrei scommesso oro che sarei scoppiata a ridere.

Quando Luke si arrabbiava per cose stupide era uno spasso.

Stetti zitta sul letto con la testa china a mordermi il labbro per non farmi uscire nessun verso derisorio.

"Bri mi stai ascoltando?" mi chiese venendomi vicino e io feci un cenno d'assenso con il capo.

"Andiamo a comprarne un altro" disse d'un tratto infilando le sue scarpe alias barche a vela.

Mi tirai su ancora a testa bassa senza dire nulla e mi infilai anche io le scarpe.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" disse lui ridacchiando, mentre tentava di mettersi una scarpa in piedi.

Fallendo miseramente e cadendo per terra.

Scoppiai a ridere piegandomi sulle ginocchia. Avevo trattenuto una fragorosa risata fino a quel momento e quello mi sembrava il pretesto giusto per sprigionarla.

"Smettila di ridere e aiutami" borbottò allungando le sue braccia chilometriche in avanti.

Smisi di ridere e andai verso di lui, gli strinsi le mani e lo tirai.

Niente.

Provai di nuovo e ancora niente.

"Luke devi collaborare altrimenti come faccio" mi lamentai tirandolo ancora per le mani, ma il suo corpo pareva incollato per terra. Lui sorrise e si oppose letteralmente alla poca forza che avevo in corpo.

"Luke smettila mi fai affaticare" iniziai a stancarmi tirando ancora.

"Oh andiamo come sei debole!" mi provocò con un sorriso di sfida.

Era la guerra che voleva? Okay.

Impuntai di più i piedi a terra e tirai con tutta me stessa.

Ma ad un certo punto Luke mi lasciò le mani facendomi sbilanciare all'indietro e cadendo per terra.

Che iniziò a ridere, è inutile dirlo.

Si alzò ancora ridendo e mi porse la mano che io spostai con uno schiaffo leggero e mi alzai da sola, facendo il gesto di pulirmi dalla polvere. Gli rivolsi un sorrisetto sghembo e mi avviai verso la porta sculettando.

"Ti aspetto in macchina, raggiungimi appena hai finito di fare il coglione" urlai scendendo le scale.

"Dobbiamo prendere la moto dietro al piccolo garage" urlò in risposta.

Dei brividi mi percorsero la schiena ripensando alla moto. Il flashback di lui che mi allacciava il casco, o della fuga, delle urla liberatorie, le luci della città, la luce della notte, la luce degli occhi di Luke mi inondarono la mente.

"Fantastico!" risposi scendendo tutte le scale e girando dietro casa, trovandomi di fronte al bosco e una piccola casupola semiaperta e intuii che fosse quella.

Mi avvicinai alla porta e la aprii, provocando un piccolo scricchiolio a causa del legno e dei cardini arruginiti.

Entrata dentro vidi la fatidica moto nera lucente, come la prima volta che la vidi. Le andai vicino e la sfiorai con il polpastrello, facendolo scivolare dal piccolo e quasi inesistente parabrezza, fino alla sella in pelle morbida.

Riconobbi subito il casco che indossai quella volta e lo presi, infilandolo con piacere permettendo ai ricordi di entrare nella mia testa.

Lo allacciai ricordandomi come fece Luke.

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora