Capitolo 50

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Due anni dopo...

"No, Bri! Non ce la faccio... e se Maradit mi odiasse? E se fosse diventata una ragazzina problematica per colpa mia? Se seguisse la mia stessa strada? Oddio, io non saprei che dire o fare!" sì, stava dando decisamente i numeri. Luke era uscito da un anno dal carcere e finalmente si era deciso a chiamare la sua famiglia, dopo ben sei anni che non li vedeva. In quel momento camminava avanti e indietro nella nostra camera, con le dita strette ai capelli, vestito e profumato, per accogliere la sua famiglia. Sbuffai e mi alzai dal letto, poggiai i piedi sul parquet beige e mi diressi verso di lui. Lo bloccai dal torturarsi il labbro, i capelli e il suo povero cervello. Catturai il suo viso nelle mie mani e stabilii un contatto visivo. I suoi muscoli si rilassarono e i suoi occhi mi guardarono con pietà.

"Luke, è la tua famiglia. Non potranno mai odiarti. Sono delusi da te, questo è vero e non posso negarlo. Ma non hai fatto niente a loro in prima persona. Già che hanno accettato di venire è un grande traguardo e dovresti calmarti perchè stai sudando e saranno qui a momenti" cercai di tranquillizzarlo, ma ebbi la reazione contraria. Scappò dal mio tocco e sbarrò gli occhi. Diede una fugace occhiata all'orologio per poi girarsi verso di me se, possibile, ancora più spaventato.

"Penso che fingerò un malore e tu dirai loro che non sto bene e che è contagioso" blaterò velocemente, buttandosi sul letto con il viso schiacciato nel cuscino. Sorrisi intenerita e mi avvicinai, sedendomi sul letto dal lato opposto e gli poggiai una mano sulla schiena contratta.

"Luke tu non fingerai un malore, tu aggiusterai le cose con la tua famiglia, perchè vi volete bene ed è così che si fa. E poi togli quegli scarponi dal letto" lo rimproverai, per poi dargli una leggera spinta. Lanciò un urlo di disperazione, ovattato dal cuscino e poco mascolino. Sorrisi ancora e mi alzai, tirando giù la canotta dei Blink-182 che mi aveva regalato Calum e un vuoto allo stomaco si fece spazio, al ricordo del mio migliore amico. Sospirai e tornai al gigante biondo, che non aveva intenzione di alzarsi. Aggrottai la fronte, incrociai le braccia e iniziai a battere un piede, coperto da un paio di vans nere basse, a terra.

"Senti biondino, lo sappiamo che non sono in grado di prenderti di peso. Quindi ti ordino di alzarti, fa' l'uomo cazzo! Se non ti alzi li faccio salire qui, sappilo!" lo ricattai, per poi girare i tacchi e scendere al piano inferiore.

Entrai in cucina e preparai la macchinetta del caffè, in attesa che i signori Hemmings arrivassero dalla lontana Australia, esclusivamente per vedere il figlio cresciuto. In effetti era così, Luke era cresciuto a dismisura: i capelli erano ormai abbastanza lunghi e caratterizzati da piccoli ricci definiti; la barba ormai imminente sulle sue guance e sul suo mento, gli dava ancora di più l'aria di un adulto maturo, cosa che infondo ancora doveva diventare, era un poco come Peter Pan, stava crescendo ma si comportava come se avesse ancora diciannove anni; il piercing al labbro ormai non lo aveva più ed era diventato più alto di prima. Anche il suo stile era leggermente cambiato, ogni tanto indossava qualche camicia, a mio parere, un po' strane; portava quasi sempre degli stivaletti neri o di un giallo scuro, questa volta a parere della maggior parte delle persone, orrendi, poichè aveva dei piedi enormi e gli stivaletti lo aiutavano solo a farli sembrare delle scialuppe. I jeans neri erano sempre presenti.

"Bri perchè mi fai questo? Almeno ad aprire potevi andare tu!" sussurrò d'improvviso Luke, camminando di soppiatto e avvicinandosi alla porta. Corrucciai il viso, capendo che avevano bussato ed io ero talmente immersa nei miei pensieri da non avere sentito.

Continuavano a bussare e Luke rimaneva a guardare attraverso lo spioncino, facendo oscillare il suo sguardo terrorizzato su di me, mentre Roxie abbaiava come una forsennata, grattando vicino la gambe lunghe del biondo. Scoppiai a ridere e lo raggiunsi, gettandolo con gesto convinto in un angolo dietro la porta.

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora