Molto spesso tra due persone si crea un filo conduttore, che lega due persone per l'eternità. È un filo trasparente e sottile ma che nessuno può spezzarlo. Può affrontare oceani, monti, uragani, ma resterà sempre tale. Questo filo è capace di far provare lo stesso dolore alle persone che lega. Può far sentire quando la persona all'altro capo si trova in pericolo. La vita è una tela di fili intricati e ogni persona ha il suo filo e l'obiettivo è districarli e scoprire dall'altra parte chi c'è ad aspettarti. Non importa chi sia, devi accettarlo. Perché sarà la tua persona per sempre.
Erano ormai le due di mattina e Luke ancora doveva fare ritorno. Avevo provato a chiamarlo 34 volte ma mi aveva sempre rifiutato. Io ero rimasta nella stessa posizione in cui lui mi aveva lasciata. Sul pavimento.
Con le collane fredde fra le dita.
Con le lacrime agli occhi.
Indifesa.
Sola.
Completamente sola.
Non avevo nemmeno acceso le luci, ero semplicemente alla luce della luna che entrava dalle finestre della casa. Appallottolata vicino al divano, a piangere in modo silenzioso. Sperando nel ritorno dell'unica persona che amavo.
Il terrore mi stava mangiando viva. Le strade erano troppo tranquille e ogni macchina che passava di tanto intanto mi faceva venire un infarto, facendomi ricordare del segno che mi aveva lasciato il ragazzo dagli stivaletti di pelle qualche mese fa.**Flashback**
Mi nascosi sotto al letto e mi tappai la bocca sentendo il tonfo decisivo che fece cadere giù la porta. Dalla mia posizione vidi due stivaletti rovinati enormi, intuibile che fossero da maschio. Ogni passo mi saliva un brivido di paura. L'uomo camminava lentamente e con tranquillità. Si fermò davanti alla televisione.
"Mhm vediamo un po', perché la televisione è accesa?" Disse con un accento strano, non era di lì.
"Mhm vediamo" camminò verso l'armadio aprendolo di botto facendomi emettere un verso di paura. Mi aveva sentita, decisamente. Me ne accorsi quando si voltò verso il letto e i suoi piedi arrivarono quasi sotto il materasso. Mise le mani ambrate sulle ginocchia, erano tatuate. Fece per piegarsi ma qualcuno irruppe nella stanza.
"Signor Malik ci sono riuscita" vidi due tacchi e sentii la voce di Tiffany. Quella troia. Dove aveva lasciato Luke?
"Bene" disse la voce roca che fortunatamente raggiunse Tiffany fuori dalla stanza. Sospirai di sollievo ringraziando Dio. Ma non uscii ero troppo impaurita che sarebbe ritornato.
**Fine flashback**Quel ricordo mi terrorizzava e ogni volta che riaffiorava alla mente le lacrime salivano e le mani tremavano. Non ce la facevo più a stare senza il mio timone, colui che mi proteggeva da tutto e che io avevo mandato via. Tirai su col naso e presi il telefono che mi cadde dalle mani che tremavano troppo.
"Cazzo" sussurrai riprendendo il telefono e componendo il numero di Luke.
Segreteria telefonica. "Fanculo" urlai piangendo e buttando il telefono per l'aria. E appena mi resi conto di quello che avevo fatto gattonai fino al telefono nel buio. "Merda" piagnucolai vedendo una piccola crepa sullo schermo. Meno male che gli IPhone erano indistruttibili, Luke mi avrebbe ucciso. Gli passai la manica del pullover sullo schermo, poi mi alzai e camminando lentamente nel buio lo posai sul bancone della cucina. Feci per accendere la luce ma la porta bussò e inciampando sulla maglia di Luke corsi alla porta. La aprii senza chiedere.
"Luke" urlai appena aperta la porta. Mi bloccai sulla porta. Il chiaro scuro che facevano le luci chiare della strada mi bastarono per capire che quello lì, davanti a me, aveva i lineamenti troppo marcati e scuri per essere il mio fidanzato. Abbassai lo sguardo alle scarpe e vidi gli stivaletti e misi una mano davanti alla bocca. Il ragazzo mi sorrise beffardo e io gli chiusi la porta in faccia ma lui la bloccò con un piede. Io spinsi di più facendo emettere un verso al ragazzo dalla pelle ambrata.
"Troia" sussurrò sbattendo la porta e facendomi cadere. Io iniziai a correre su per le scale. Avevo il cuore a mille. Ed ero in trappola. Non c'era il mio cavaliere a salvarmi. Ero sola con il mio incubo, che ogni notte faceva battere i suoi stivaletti sulla superficie del mio cervello, che mi faceva urlare durante la notte e mi faceva stringere al petto di Luke. Ma ora lo avevo visto in faccia, i suoi occhi scuri come la pece mi avevano fulminato e non c'era il petto di Luke dove potermi rifugiare.
Mi chiusi nel bagno a chiave. E poco dopo sentii fare leva sulla porta.
"Apri questa dannata porta" urlò. Mi tirai i capelli dalla testa guardandomi intorno per cercare qualcosa, qualsiasi cosa.
"Cosa vuoi da me? Lasciami stare" iniziai a temporeggiare piangendo e cercando un piano.
Pensa Bri, pensa cazzo.
"Sei davvero così ingenua?" Disse applicando più forza sulla maniglia della porta che minacciava di cedere. Aprii il mobiletto per cercare qualcosa di pesante, ma non credevo che un deodorante facesse male, aspetta...
"Beh si" continuai a parlare mentre il ragazzo forzava la serratura.
"Oh andiamo pensaci, Bri" a quelle parole mi bloccai.
"Come fai a sapere il mio nome?" Chiesi e guardai la serratura che con un altro po' di forza si sarebbe rotta. Aprii la finestra che si trovava sopra la mia testa e afferrai il deodorante spray e l'accendino.
"Questo dovresti domandarti. Apri questa cazzo di porta" iniziò a infastidirsi. Finalmente la porta cedette e rivelò la sua figura che alla luce faceva risaltare la sua bellezza. Gli occhi color caramello e pelle ambrata facevano intuire le sue origini arabiche. Caricò contro di me e, senza pensarci due volte, spruzzai il deodorante con l'accendino e in una frazione di secondo il bagno prese fuoco con la giacca del mio aggressore che urlò dal dolore. Lasciai cadere la bomboletta a terra e vidi il ragazzo venirmi incontro.
"Stronza!" urlò mostrandomi la bruciatura sulla guancia. Mi prese per i fianchi facendomi sbattere contro la porta
"Lasciami! Lasciami!" urlavo dandogli pugni ma lui non mi lasciava mi stringeva a se provocandomi dolori infernali. Gli morsi il collo così forte da farmi cadere a terra. Urlai dal dolore provocatomi da una storta. Zoppicai fino alla porta provando ad uscire. Il fumo del fuoco appiccato vicino le asciugamani mi stava soffocando.
"Dove credi di andare ragazzina?" Sbraitò afferrandomi per i capelli e tirandomi fino alla moquette che iniziò a prendere fuoco. Il moro cominciò a soffiare non sapendo le conseguenze.
"Ci uccidi così " urlai provando a uscire. Ma mi afferrò ancora il polso buttandomi nella vasca. Cercai di alzarmi ma la testa iniziò a girarmi e la vista offuscarsi. Ricaddi con le ginocchia nella vasca urlando, sentendo un rumore strano nella rotula sinistra. Vedevo la figura del ragazzo cercare di spegnere il fuoco che ormai ci circondava interamente.
"Cazzo" sentii ovattato. Mi toccai tra i capelli sentendo un dolore lancinante e poi mi guardai la mano offuscata e vidi del sangue. Le ultime cose che sentii furono delle sirene, poi il buio più totale...HEI SALVE A TODOS. ALLORAAA BI HO APPESE UN PO MA SERVIVA QUESTO CAPITOLO VVB. VOGLIO CHIEDERVI SOLO SE VOLETE PASSARE A MADHOUSE CHE NON SE LA CAGA NESSUNO... FINCHÈ L'ALTRA NON RAGGIUNGE UN BUON RISULTATO SMETTO DI SCRIVERE QUI (EH GIÀ). GRAZIE DI TUTTO VI AMO
MIKEY xx
Ps: su Twitter sono @larryswhispers
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Between || Luke H.
أدب الهواةBeatrix Roxanne Watson è una ragazza da poco raggiunta la maturità che viene costretta dalla madre a vivere nella parte alta di Los Angeles esclusa dal mondo. Ci sarà qualcuno che la aiuterà a fuggire? A rompere il muro che c'è fra di loro? riuscirà...