26 Capitolo.

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Le loro anime sono intrecciate e uguali, amalgamate per formarne una. Potrebbe mai succedere di riuscirle a dividere e cosa succede se accade?

"Luke quanto ancora dobbiamo camminare?" Chiesi al ragazzo davanti a me. Stavamo camminando da ormai dieci minuti nel nulla e entrambi sapevamo che non ero un tipo atletico.
"Oh andiamo sbrigati siamo quasi arrivati" cercò di spronarmi urlando in modo da far giungere la sua voce a me. Io sbuffai e aumentai il passo. Eravamo scesi dal treno e neanche il tempo di realizzare, che mi aveva portato in un bosco.
D'un tratto si fermò avanti ad una casetta che assomigliava alla casa dei fantasmi e io spalancai la bocca.
"Arrivati" disse con un sorrisetto e afferrando la mia mano, ma io la lasciai subito.
"Stai scherzando spero" lo schernii alzando il sopracciglio. Era orribile e sperduta nel nulla.
"No, se vogliamo stare sicuri dobbiamo stare un po' qui" disse stanco, prendendomi per i fianchi e poggiando la fronte alla mia. Lo amavo quando lo faceva perché lo sentivo così vicino e mi trasmetteva tutto quel calore che io neanche se fossi una stufa avrei.
Sentivo il suo battito cardiaco che batteva contro il mio, ed era la sensazione migliore che avessi mai provato in diciotto anni. Forse l'unica.
"Okay dai andiamo" mollai la presa e corsi verso quella cosa chiamata casa.
Lui fece un urletto di gioia e mi seguì subito cacciando una chiave dalla tasca dei jeans. La mise nella toppa e aprì la porta che cigolò in maniera alquanto inquietante. Quando entrammo, un odore di resina mi inebriò e notai che ogni cosa in quella casa era in legno, sembra la dimora di Trilly.
"Benvenuta!" disse Luke con entusiasmo, aprendo un braccio per mostrarmi la casa. Io risi e poggiai la valigia vicino ad un mobiletto con sopra delle foto di alcuni ragazzi e notai che ci fosse anche Luke.
"Bene allora portiamo le valige di sopra e sistemiamo i vestiti poi ci buttiamo sul divano" mi annunciò il suo programma e io annuii divertita.
Salimmo le scale anche esse cigolanti e entrammo in una stanza verde e marrone e pensai sempre di più che lì ci vivesse una fata. Andai vicino l'armadio di legno e lo aprii facendo uscire un sacco di polvere. Tossimmo entrambi e iniziammo a sistemare i vestiti.
"Mi passi quel vestito?" Gli chiesi, mentre stiravo con le mani i pantaloni sulle grucce. D'un tratto sentii qualcosa fiondarsi addosso. Mi girai e vidi il vestito sul parquet
"Owh che gentile e comunque ho detto passare, non lanciare" virgolettai con le dita i due verbi e raccolsi il vestito dal pavimento. Lui mi fece il verso dietro.
"Mi passi quelle scarpe?" Mi chiese mentre stava abbassato verso la scarpiera. Io feci un sorrisetto malizioso e, prendendo le scarpe, gliele lanciai sulla schiena.
"Due punti per Bri" esultai ridendo, alzando lo sguardo in cielo e aprendo le braccia per farmi acclamare da una folla immaginaria.
"Divertente" disse e poi mi arrivò un pacchetto di sigarette addosso per poi cadere a terra. Io fissai il pacchetto e poi lui sbiancò, capendo le mie intenzioni. Afferrai subito il pacchetto e corsi al piano di sotto con lui alle calcagna che mi pregava di restituirgli le sigarette e io ridevo in modo malefico, prima di essere atterrata da un mammut in calore.
"Lucas Robert Hemmings alza il tuo culo dalla mia schiena" urlai, prendendo a pugni il pavimento mentre lui se la rideva animatamente sulla mia povera schiena che stava scricchiolando sotto al suo corpo da palo della luce.
"Ridammi le sigarette e mi alzo" mi ricattò
"Brutto stronzo non puoi ricattarmi" lo rimproverai, iniziando a dimenarmi, ma niente.
"Oh si che posso"
"E se io volessi provarne una?" ghignai
"No assolutamente no"
"Si"
"No"
"Si"
"No"
"No"
"Si"
"Ah ti ho fregato hai detto di si" urlai, dopo averlo imbrogliato e riuscii finalmente a ribaltare la situazione. Mi misi sopra di lui e lo fissai negli occhi. Perdendomi qualche secondo nei suoi occhi color oceano che mi facevano annegare ogni secondo di più, ma che mi salvavano allo stesso tempo da questo mondo di merda.
"Ho vinto" feci la voce da bambina lasciandogli un bacio a stampo e alzandomi. Volevo provare veramente la sigaretta ma non ne avevo mai avuto l'opportunità, ho sempre pensato che tutto nella vita valeva la pena provare.
Aprii il pacchetto bianco e cacciai una sigaretta. La portai al naso e l'odore non era male.
"Bri sei sicura?" Mi chiese Luke alzandosi e venendomi incontro.
"Si" dissi convinta e lui mi passò l'accendino.
"Come devo fare?" Chiesi un po' in imbarazzo. Lui rise e prese anche lui una sigaretta.
"Basta metterla alle labbra e quando accendi devi tirare" spiegò per poi fare ciò che aveva detto e cacciare una nube grigia. Io annuii e feci lo stesso.
"Okay poi devi aspirare. Basta tirare e aprire la gola e i polmoni. È come se volessi inalare aria" continuò.
Io annuii per l'ennesima volta e provai. Appena lo feci iniziai a tossire come se non ci fosse un domani. Lui iniziò a ridere mantenendosi la pancia. Anche se continuavo a tossire il sapore non era male.
Feci un'altra tiro e questa volta non tossii, sentii solo i muscoli rilassarsi ed era bello vedere la nube uscire dalla propria bocca.
Tiro dopo tiro, mi abituavo sempre di più e mi sentivo sempre più rilassata e calma. Quando finii, spensi il mozzicone nella ceneriera fatta di cocco e affiancai Luke sul divano iniziando a guardare un po' di televisione.

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora