41 Capitolo.

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Leggete alla fine è importante, grazie. xx

Buona lettura x

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Avanti e indietro.

Era quello che facevo ormai, da una buona mezzora, nel corridoio dell'ospedale sulla sedia a rotelle.

Non sapevo che fare, l'attesa mi stava uccidendo.

Quando avevo capito che la madre di Luke doveva raggiungerci dall'Australia avrei voluto staccare tutti i capelli che aveva in testa il medico.

12645 chilometri di distanza..

14 ore e 30 minuti di differenza.

14 ore di viaggio, non diretto.

Era un brutto scherzo della natura. Che prima ci mette al mondo, come cosa bella e poi, finiamo sempre nei guai per destino. Le mie forze andavano sempre più a prosciugarsi, insieme alle mie speranze. In 14 ore Luke avrebbe potuto avere un' emorragia, sarebbe potuto andare in arresto cardiaco e avrebbero dovuto attuare la rianimazione... sarebbe potuto morire.

Allora certo che no che non dovevo ringraziare Dio, perché sembrava che mi avevano messo al mondo per farmi soffrire.

Per farmi vedere quanto il mondo e le persone siano crudeli.

Quanto possa essere sofferente vedere la persona a cui tieni di più, l'unica cosa che hai, sul letto di morte, più di quanto potresti soffrire se ci fossi tu stesso.

Avrei preferito stare io su quella barella, avrei preferito cadere io con la nuca per terra, avrei preferito mille volte prendermi le sue sofferenze che tenere una frattura e delle contusioni alla gamba destra.

Pur di rivedere quei due occhi perfetti a prima mattina, quando il blu è fresco e infinito, perché riposato e felice.

Pur di rivedere quelle labbra rosee e sottili che ti baciano per la buona notte con delicatezza, in contrasto con il metallo freddo del piercing.

Quel dannato piercing, tirarglielo con i denti ancora una volta fino a che lui faccia finta di essere ferito per poi sorridere, socchiudendo i suoi splendidi occhi, ma mostrando la dentatura bianca e perfetta, emettendo una risata che si espande in tutta la stanza, rimbombando sulle mura, tornando a me e riscaldandomi il cuore.

Le sue mani che mi accarezzano con dolcezza e quella punta di malizia che mi faceva girare la testa. Quelle mani che mi tengono stretta respingendo i miei incubi, le mie insicurezze e le mie paure.

I suoi capelli da accarezzare, una delle cose più morbide che io avessi mai toccato, che dopo un tocco ritornavano al loro posto.

Quel naso che, messo di profilo, sembrava un lupo. Non avrei mai smesso di dirlo.

Avrei fatto di tutto pur di rifare l'amore con lui, sentirmi solo sua, sentirmi in un momento intimo con lui, un qualcosa che solo noi potevamo condividere, qualcosa che ci faceva sentire così vicini e così capiti, e invece ora eravamo così lontani.


Mi fermai e scoppiai a piangere nel bel mezzo del corridoio, portando le mani in faccia e singhiozzando. Non era giusto, per niente, lui apparteneva a me, nessuno poteva togliermelo, nemmeno la morte.

Quando ad un matrimonio si dice 'finchè morte non ci separi' è una stronzata perché io manco da quella mi sarei fatta separare da Luke. Perché io gli avrei dato anche un mio polmone se fosse stato necessario, l'importante era che lui uscisse da lì dentro.

Between || Luke H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora