26. Le promesse vanno mantenute

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Nella sua botola, in un sonno profondo ma non altrettanto duraturo, Skye sentì bussare freneticamente alla porta.
Il cuore le si arrestò per lo spavento, aprì gli occhi e di fronte a lei una soffitta immersa nel buio la riportò alla realtà, sapeva di non aspettarsi nulla di buono da una visita in piena notte fonda.
Appena spalancò la soglia, vide la sagoma di Lama illuminata a malapena da una flebile luce che proveniva dalla torcia fra le sue mani.
«Andiamo» disse solo prima di addentrarsi nelle tenebre. Dall'urgenza e ostilità della sua voce, Skye seppe di non dover controbattere né porle la miriade di domande che le si stavamo formando in mente, ancora con il cuore in bradicardia, provò a seguirla con passo frettoloso ma non riuscì a sviare da chiederle almeno qualcosa
«Che succede? E dove stiamo andando?» balbettò attenta a non inciampare fra i massi e il terriccio, non c'era quasi nessuno in giro, quindi suppose che gli altri membri del Villaggio stavano ancora dormendo.
Proprio come avrebbero dovuto fare loro.

«Non lo so, siamo stati tutti convocati da Adil con estrema urgenza» rispose, essa stessa era ansiosa di sapere il motivo di quella insolita riunione. Solitamente quando venivano informati delle missioni per salvare il Villaggio, non si aveva l'urgenza di farlo nel cuore della notte.
Entrambe si scambiarono un'occhiata fugace sotto al tremolio debole della torcia, non sapevano cosa aspettarsi, ma di certo nulla di buono. La luce a fascio illuminò per un secondo il viso minuto di Lama, i suoi occhi scuri e i capelli corvini si mescolarono al buio circostante.
«Gli altri già sono lì, all'edificio accanto alla Torre» infatti fu proprio lì che si stavano dirigendo, ogni passo per Lama era facile, essendo che ricordava tutti i passaggi a memoria anche con scarsa luce, ma per Skye non fu così, seguiva ciecamente l'alleata sperando di non inciampare copiosamente al suolo.
Da lontano vide un'ombra più scura delle altre, e capì che era la torre che si ergeva maestosa dal sottoterra, passarono al suo fianco, dove ricordò il palazzo costruito in mattoni esser strettamente collegato ad essa tramite una porta nell'atrio delle scale.
Qui, le luci erano sempre accese, poiché era l'unico punto di ritrovo in caso di bombardamenti o addirittura situazioni ben peggiori. In lontananza Skye intravide due guardie farsi largo alla loro vista, lasciando così libero spazio di accesso alle due donne che imperterrite avanzarono.
Al suo interno l'edificio era scarsamente arredato, lì non vi era il tempo di costruire nulla che fosse ritenuto superfluo. Sì susseguivano solo due stanze vuote prima di giungere a quella dove si udiva impercettibile un chiacchiericcio.
Arrivate al suo interno, trovarono un grande tavolo, Adil e gli altri membri della squadra interruppero bruscamente la conversazione azzittendosi appena le videro avvicinarsi. Dopo un attimo di indecisione e scambio di sguardi, si fecero da parte, rivelando una grossa scatola sul tavolo, evidente oggetto di loro interesse.

Adil sporse leggermente la scatola verso le due, con sguardo solenne decise di non proferire parola.

«Il contenuto di questa scatola non è neanche da prendere in considerazione» proseguì Saleem con tono aspro, rivolto al capo del Villaggio che non lo degnò di parola, concentrando l'attenzione sulle due nuove arrivate, particolarmente su Skye.
Il superiore, neanche si accorse della loro presenza, si voltò accigliato seguendo lo sguardo del Vecchio, tanto da vedere il viso delle due ragazze rimaste sulla soglia della porta.
Irrazionalmente, Saleem batté cosi forte il pugno destro sul tavolo, che persino Lama saltò sul posto dallo spavento.
«Era proprio necessario chiamarla?» ringhiò a denti stretti rivolto di nuovo ad Adil, sembrava esser stato lì ad abbagliargli contro come un segugio per tutto il pomeriggio. Skye ebbe la mera sensazione che si stesse riferendo proprio a lei.
Era come se lei avesse il potere di far prevalere in lui soltanto la sua parte peggiore.
Il suo cuore fece una capriola.
«Calma, amico» Wave spuntò alle sue spalle, invitandolo a indietreggiare e mettersi sui lati della stanza proprio come avevano fatto tutti gli altri.
Ma a nessuna delle due erano sfuggiti gli sguardi ansiosi dei presenti.
Cosa diamine c'era in quella scatola da suscitare tanto trambusto?
«Avanzate pure» Adil diede loro il permesso, ignorando tutte le proteste del superiore.
Lama e Skye si scambiarono un'occhiata fugace, entrambe interdette, prima di avvicinarsi caute verso il contenuto della scatola, non avendo la benché minima immaginazione su cosa ci fosse all'interno di quella scatola.
Si mossero lentamente come se al suolo vi fossero mine inesplose.
La tensione era alle stelle, lo si poteva leggere chiaramente sui volti dei loro compagni.
Lo stesso Adil era messo a dura prova dalle pesanti sensazioni che provava.
L'aria della stanza grava sulle spalle di Skye quasi facendola spezzare in due.
«Ripeto, non credo che sia una mossa giusta questa, si rischia di metterla ancora più in difficoltà, credo sia inutile che venga a saper...» continuò quest'ultimo invano, incapace di accettare la situazione. il Vecchio si degnò di riguardarlo ancora una volta, gli occhi in due fessure lo intimandolo al più totale silenzio.
Appena le ragazze si fermano ai vertici del tavolo, Adil riaprì il coperchio della scatola laccata in rosso.

Al suo interno vi era della stoffa...anzi no, era un vero e proprio vestito, non solo era uno di quelli femminili, Skye pensò che erano come quelli da sera che si indossavano le dame per i grandi balli a corte, era di un colore unico, una tonalità di blu scuro ma brillante allo stesso tempo, con qualche sbalzo in tonalità più chiare del medesimo colore, anche se era avvolto dalla pellicola protettiva e sfoggiava un estrema eleganza.
Era sicuramente il tipo di vestito che disegnava da piccola, quando immaginava un castello pieno di principesse, ampio, sfarzoso e colorato.

Entrambe si accigliarono di fronte alla vista del tessuto, cosa avrebbero dovuto dedurre da ciò?

Ma Skye fu la prima a notare un pezzo di carta incastonato sotto al coperchio della scatola, evidentemente era quello che aveva reso i loro compagni tanto agitati e il Vecchio tanto enigmatico.
Skye guardò Adil, come per chiedergli il permesso di prelevare quel bigliettino, ricevendo come risposta un consenso.
Appena lo aprì, Lama si avvicinò a lei tanto quanto bastava per sbirciarne il contenuto, su un foglio ruvido di avorio vi erano scritte poche frasi, con un inchiostro e una calligrafia impeccabili.
Skye lesse attentamente ogni parola, anche più volte a dire il vero, e nessuno osò fiatare fino al completamento della lettura. Si accettò che avesse ben letto ogni singola parola.

"Ci ho messo più del dovuto a trovarvi, ammetto che non sia stato facile.
Manca poco al mio primo traguardo, ovvero conquistare le terre del sud, e per festeggiare sono diventato magnanimo, spero apprezzerete.
Vi lascio una tregua a patto che, consegnerete il regalo a chi è destinato, a farete in modo che lei rispetti i tempi e i patti da me cordialmente proposti.
L'incontro pattuito sarà fra quattro settimane dall'arrivo di questa stessa lettera, sotto alla Torre posta sopra al vostro Villaggio.
Se andrete da qualsiasi altra parte, sarà mia premura palesarmi a voi.
Se la ragazza si presenterà al mio Palazzo dove sarò onorato di festeggiare la mia vittoria, sarò lieto di non torcere un capello a nessuno di voi almeno fino a fine anno.
Altrimenti, sarò costretto a ricorrere ad altri mezzi.
Saluti, Yuri Dan Icaro"

Accanto alla scatola, il suo nome era inciso con un altro inchiostro, di un rosso sangue.

Skye.

Mai il suo nome le era sembrato cosi tanto una sentenza di morte.

Un brivido squarciò la sua spina dorsale mentre l'aria dapprima tesa divenne tagliente. Era vero e proprio terrore quello che le stava montando dentro.

Un boato si sentì nell'aria, il tavolo vibrò sotto a quella forza, ma Skye non ebbe la forza di voltarsi. Né di guardare Saleem mentre sentiva i suoi passi allontanarsi dalla stanza in cui erano.
Non riusciva a distogliere lo sguardo da quel vestito, e dalla scatola di quel rosso cremisi.
Non riuscì a guardare ne sentire ciò che Adil le stava dicendo.
Voleva davvero prestargli attenzione, mostrarsi come il soldato che aveva promesso d'essere, ma in quel momento, una bolla l'opprimeva, risucchiando l'ossigeno.

Molto probabilmente avrebbe avuto un attacco di panico se non fosse per delle braccia muscolose che la circondarono nascondendole quella scatola per un secondo, la testa di lei sprofondò sul suo petto facendo diventare tutto buio.
Finalmente chiuse gli occhi, e poté cancellare l'immagine di quel vestito dalla sua testa ancora per un po'.
Si concentrò sul profumo di acero e menta che proveniva da Wave, di come le sue mani si muovevano rassicuranti sulla sua nuca, mentre ad ogni battito sembrò stringerla di più.
Nemmeno si rese conto che in realtà era lei a stringere lui, e che in quell'abbraccio avrebbe voluto scomparire per sempre.

Dopo pochi attimi, Skye si sentì più pesante, aprì gli occhi e la prima cosa che vide oltre alla terra, furono gli scarponi di tutti i suoi compagni di squadra radunati intorno a lei. Era avvolta da una quantità indecifrabile di pelle, braccia e capelli. Si strinsero tutti di più fino a perdere i propri confini.
«Già sappiamo come agire, vero?» spezzò il silenzio Lama, che prima di rivolgere lo sguardo verso il Vecchio, lo rivolse a lei, si piazzò all'altezza del suo viso, guardandola con quegli occhi affiliati come lame «Dimentica quel maledetto vestito» le promise. Poi andò incontro al Vecchio seguita anche dagli altri che sciolsero l'abbraccio, iniziarono a parlare di strategie e di cosa fare, ma lei guardava Adil.

Sapeva già cosa fare, come immaginava lo sapesse anche lui. Dall'esatto momento in cui avevano svolto quell'accordo taciturno, quando gli raccontò del suo incontro con Icaro. Il Vecchio le aveva detto che ci sarebbero stati dei rischi, delle conseguenze, e che avrebbe potuto perdere la sua anima.

E lei aveva acconsentito, le aveva promesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa.

Qualsiasi.

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