16. lost in the wild

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Per Skye quello era sicuramente il viaggio più scomodo mai fatto prima d'ora in vita sua. 

Per gran parte della durata del tragitto presero buche profonde, e la sabbia che innalzavano le andava spesso negli occhi. Era esausta dal doversi mantenere con tutte le forze da ormai diverse ore. 

Le sue braccia erano indolenzite e le dolevano per reggersi dall'alto, con le unghie conficcate nelle lamiere e le dita strette sulla protuberanza del tettuccio, sudava.

Le sembrava passato un'eternità da quando si erano allontanati dal Villaggio ma lo scenario non era cambiato neanche di una virgola; deserto, città distrutta e abbandonata, deserto, altra città fantasma e cosi via.

A vista d'occhio gli orizzonti erano uguali ad un susseguirsi di dune. Ogni tanto si notavano grandi cumuli di macerie e qualche detrito ma mai nessun umano. Neanche nessun soldato nemico per loro fortuna.

Era come se da quando viveva al Villaggio, tutto il mondo avesse preso fuoco, bruciando lentamente non lasciando altro che semplice macerie.
Perlopiù il furgone non accennava a fermarsi né mai avrebbero trovato provviste in quelle terre. 

Iniziava ad avere a poco a poco la paura che forse il viaggio sarebbe stato più lungo del previsto, magari sarebbe durato addirittura dei giorni, e che lei senza ombra di dubbio non sarebbe potuta rimanere a lungo in quella posizione. Erano abbastanza lontani da non poter ritornare indietro? avrebbe potuto svelarsi senza essere spedita come un pacco di raccomandata al Villaggio?

Così, per salvarsi la pelle, decise di dover almeno tentare di salire completamente sul tettuccio. Appena il furgone sarebbe rallentato e avrebbe incontrato una strada meno instabile, avrebbe provato ad alzarsi con un piccolo slancio verso di esso. Oppure si sarebbe palesata e avrebbe subito le occhiatacce dei suoi compagni. 

Ogni tanto, riceveva il supporto di Joseph, che le rivolgeva occhiate profonde per capire come stesse. Aspettava che fosse lei a fagli un cenno per fermarsi, ma la paura che l'avrebbero riportata indietro senza suo consenso, non la faceva demordere ancora.

Le cose cambiarono poco dopo, quando finalmente in lontananza, si intravide qualcosa che Skye non si sarebbe mai aspettata.

Il suo cuore fece una piccola capriola quando finalmente, vide una piccola oasi di verde in mezzo al niente, era un bosco che si estendeva per chilometri e continuava così fino a Est.
Sicuramente avrebbero fatto tappa lì. Era il suo momento.
Appena giunsero alle porte del bosco, il furgone rallentò per scansare rami spezzati sul cammino.

Ora o mai più. Si disse.

Provò a darsi il corretto slancio usando i piedi e sollevando i talloni, ma quando era pronta a sorreggersi con le braccia, queste le causarono troppo dolore e qualcosa andò storto.
In quel preciso momento non sentì più niente sotto ai piedi, si vide cadere miseramente al suolo di schiena, roteò per pochi metri nella direzione opposta al veicolo.
Era ancora sotto fase di shock quando alzò lo sguardo verso il furgone.

Non si diede per vinta e, seppur dolorante, provò a recuperare la distanza dal furgone ancora in movimento.
Corse veloce ma una fitta alla milza la fece fermare.
La sua forza era già stata messa a dura prova, e non ci volle molto prima che il furgone di fronte a lei prese velocità fino a sparire.

Joseph si sarebbe fermato, se ne sarebbe accorto. Li avrebbe visto ritornare indietro molto presto.

Una sensazione amara le risalì sulla bocca dello stomaco.

Era lì, da sola. Senza nessun mezzo per ritornare indietro e nessuna mappa.

Ma Joseph l'aveva vista, quindi li avrebbe avvisati...e poi erano in giro da ore, avrebbero dovuto prima o poi fare una sosta e quello sicuramente era il luogo giusto per farla.

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