18. ti ho rubato il destino, Saleem

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Passarono altri minuti, ma non captarono nessun movimento.

E se non li avrebbe mai più rivisti?

«Se non dovessi trovarli più?» diede voce alle sue paure. Era strano, ma in quel momento capì di avere qualcosa... come una sorta di legame con il Villaggio.

«Se cosi fosse, verrai con me. Nella mia dimora. E cercheremo insieme chiunque tu voglia trovare» Yuri l'afferrò per le braccia, e il calore di un altro corpo l'aiutò a placare l'ansia che stava via via montando in lei.

Era impaurita e confusa.
Soprattutto confusa.

«Hai una casa quindi...» sussurrò lei provando a concentrarsi su altro oltre alla sua ansia. Lui prese a sfregare le mani sulle sue braccia per riscaldarla prima di vederlo annuire.

Eppure Skye aveva visto soltanto desolazione dal tetto della Torre, lo stesso nel suo tragitto sul furgone. Si voltò verso i piedi della collina, dalla parte opposta, effettivamente non sapeva cosa si celava dall'altra parte di quel bosco.

«Hai una casa...» ripeté con un filo di fiato, mentre lei aveva visto soltanto deserto e rocce. Soltanto le mura umide del Villaggio. I volti di tutti coloro che si nascondevano all'interno. Le botole arrangiate e fatiscenti.

Si voltò verso di lui che aveva smesso di muovere le mani, sembrava quasi che la tenesse ferma ora.

Gli occhi verdi di lui si incupirono, l'aria le sembrò diventare carica di tensione.

«Yuri» sussurrò, come se un secchio d'acqua gelida fosse venuto a contatto in quell'istante con il suo corpo.

«Skye» il fiatò sembrò mancare anche a lui.

E se avesse fatto soltanto le domande sbagliate finora?

«Hai un secondo nome? Oppure dimmi come fai di cognome» domandò infine, mandando giù la bile.

Ma non poteva esser vero, Yuri era bello, giovane, gentile e le sembrava addirittura dolce. Non avrebbe potuto omettere cose cosi importanti a lei... lei che era una perfetta sconosciuta per lui.

Ma perché esitava nel risponderle?

«Dimmelo! Ora!» quasi gli gridò, come poteva comportarsi cosi con lui? L'aveva aiutata. Era impossibile. Era soltanto Yuri.
Lo guardava, ma sembrava star cercando delle parole, delle parole che avrebbe dovuto pronunciare facilmente.
«Io...» Si avvicinò nel preciso istante in cui lei fece un passo indietro.
Sembrò perso per un secondo, le mani dapprima tese su di lei, si ammorbidirono.

«Allontanati subito da lei.» un urlò squarciò l'aria.

Come un tuono assordante.

Il respiro le si mozzò a quel suono.

«Allontanati subito da lei.» ripeté ancora quella voce.

La sua voce.

E tutte le ansie, paure, angosce divennero non più leggere come aveva sperato, ma più tese ancora.

La testa di Skye si voltò cosi velocemente verso la sua provenienza, dopo si sarebbe sicuramente lamentata del movimento rigido del suo collo. Ma non riuscì a guardarlo, probabilmente era dietro di lei.
E aveva ancora la presa di Yuri sulle braccia.
Anche se non poteva ancora vederlo, riconobbe all'istante come il suo corpo accoglieva quella voce profonda e distinta, la colpì diritta nelle sue viscere. Il petto le premette così forte che iniziò a martellarle ogni atomo.

Fece più pressione per girarsi spezzando la presa quasi ferrea di Yuri, e finalmente lo vide.

E stava guardando proprio lei.

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