Aveva appena premuto le labbra su di lui, quando sentì Saleem irrigidirsi a quel tocco leggero.
Temeva che sarebbe scattato all'indietro e scappasse via proprio come se avesse appena calpestato la coda di un gatto, ma dopo un attimo di esitazione, i muscoli tesi si rilassarono e fletterono verso di lei.
Poi la sua mano si spostò sulla parte bassa della sua schiena, e contro ogni aspettativa, la spinse verso di sé, rafforzando la presa e ricambiando quel bacio.
Non fu goffo, dolce o timido com'era appena stata lei, lui era un fuoco ardente che ricambiò il bacio premendo con veemenza le labbra contro le sue, come per divorarla lì seduta stante.
Il suo impeto la travolse in pieno, e mani iniziarono a tastare, toccare con bramosia ogni centimetro di corpo, mentre il bacio si intensificò, e le loro lingue presero a danzare frenetiche tra loro.
Un ansimo fuoriuscì dalle sue labbra, e fu abbastanza da spingere Skye a saltargli incrociando le braccia dietro al suo petto e stringendo forte le gambe intorno al suo busto.
Il gemito che emise Saleem per quel gesto, si perse direttamente nella sua bocca, lei risucchiò ogni suo respiro come potesse farlo suo, assaporandone ogni sfumatura e movimento.
Non riuscì a fermarsi quando fece scorrere le dita nei suoi capelli bagnati, stringendoli saldamente nel suo pugno, l'afferrò per il didietro con i suoi palmi, permettendole di stringere di più le sue gambe intorno ai suoi fianchi.
Le loro labbra continuarono a scontrarsi come in una lotta sensuale, e per un singolo attimo, il mondo scomparve lontano e finirono in un altra dimensione.
Sentirono dei passi e riluttante, Saleem si voltò staccando le loro bocche, e Skye fece appena in tempo a spostarsi con forza da lui, prima che vedessero Finn correre verso di loro in mutande, balzò nello stagno e si tuffò a pochi centimetri da loro, mentre gridava «Acquaaa!» incurante dei loro respiri affannosi e le labbra gonfie di entrambi.
L'amico riemerse subito dopo, voltandosi di schiena arzillo andò poi incontro a Wave e Lama, gettando schizzi d'acqua su di loro «Andiamo! Muovetevi!» incitava, anche Wave lo seguì gettandosi nello stagno.
«Il furgone?» chiese stizzito Saleem, e Skye si chiese come facesse anche solo a riuscire a parlare dopo quello che era appena successo.
Lama dalla sponda alzò le chiavi in aria mostrandogliele, poi le posò con cautela accanto ai vestiti bagnati di Saleem, piegando e posando anche i suoi lasciandoli lì.
Rimase in un intimo nero monocolore, le forme generose erano impossibili da nascondere e la pelle abbronzata le donava particolarmente, si tuffò. «Il cibo è chiuso a chiave dentro» spiegò, riemergendo poco distante da lui che si limitò a fare una smorfia prima di annuire.
Skye li stava fissando, quando due grosse braccia si chiusero sul suo addome e l'attirarono giù nell'acqua, spingendola di più verso il fondo.
«Wave!» lo richiamò quando riuscì a risalire a galla, aprendosi poi in un sorriso complice quando lo guardò rispuntare dietro di lei, la riprese a volo e la rispinse giù, dando via libera ad una guerra di annegamenti, gavettoni e tuffi ridicoli.
Solo quando l'aria divenne più mite uscirono dallo stagno, si rivestirono tutti con i loro indumenti che subito si appiccicarono al corpo.
Per loro fortuna, i tre avevano portato con sé delle torce, che riutilizzarono per tornare all'accampamento.
«Ma quest'idea non potevamo averla di mattina?» chiese Finn, sfregandosi le mani sulle braccia, mentre Wave annuiva «Già, siamo fatti di pessime scelte» disse filosofico prima di scoppiare a ridere.
«Idioti, avevamo altre priorità» bacchettò Lama, guardandoli torva.
Nessuno sembrava essersi accorto di aver interrotto qualcosa fra lei e Saleem, qualsiasi cosa fosse stata.
Non ebbe il coraggio di guardarlo, neanche lontanamente.
E restò in silenzio anche quando Lama si propose di far la notte e lei si chiuse nel furgone con Finn, tutto pur di non restare da sola nel con Saleem perché era certa che avrebbero fatto di tutto tranne che dormire.
Se solo non l'avessero interrotti... cosa sarebbe accaduto?
Si chiese quello per tutta la notte mentre con l'indice continuava a sfiorarsi le labbra gonfie.
Quel bacio da parte sua era stato urgente, bisognoso, affamato.
«Dormi?» spezzò il silenzio Finn nella luce tenue posta al centro dei due sedili anteriori.
«No» rispose sospirando. Le serviva proprio una distrazione, cosi smise di guardare il tettuccio del furgone e si spostò leggermente verso di lui, trovandolo ad occhi aperti che già la fissava.
Le sorrise dolcemente.
«Come mai?» gli chiese, vedendolo più pensieroso del solito. «Pensavo ad Indie» ammise in un sussurro a malapena udibile.
«E a cosa pensavi di lei?» chiese indagando, già le aveva ammesso di provare qualcosa nei suoi confronti, e sperò che l'amica ricambiasse.
«A tutto di lei. Credo che quando ritorneremo, mi rivelerò» una determinazione nuova riecheggiava nei suoi occhi come un piccolo bagliore.
«Fai bene, scommetto che non riuscirà a resisterti» rise leggermente, e lui fece lo stesso.
«Tu invece? Ti dichiarerai?» quella domanda, la fece accigliare.
«A chi?» domandò confusa. Come Leon, forse anche lui sospettava che ci fosse interesse particolare da parte sua verso Karim. Strinse la presa sul sedile, conficcandogli le unghie dentro.
«Andiamo, a lui» indicò con un cenno del capo la direzione dell'altro furgone.
Il suo cuore si fermò.
Portò le mani intorno alla bocca come un imbuto e disse «Dai! Hai capito chi Intendo, Saleem!» mormorò.
Immobile, rimase a fissarlo come una preda appena messa in trappola, valutò le vie di fuga da quella conversazione.
«Non provo niente» rispose dopo un attimo di esitazione, Finn afferrò solo la sua pausa silenziosa, evitando le altre parole.
«Non ci casco» sorrise, sapeva che poteva fidarsi di lui, ma non sapeva cosa dirgli.
«Cosa vuoi sapere?» chiese e lui sogghignò
«Tutto» lei soppesò quelle parole, gli fece promettere di non rivelare mai niente a nessuno, e quando lui giocosamente le strinse il mignolo con il suo e promise, lei iniziò a raccontargli tutto, dal primo giorno al Villaggio, a tutti i suoi sguardi, parole non rivelate, scontri, carezza e molto altro, fino a raccontargli anche di quello che era successo poco prima nello stagno, omettendo alcuni dettagli sulla densità del loro bacio.
A mano a mano che ascoltava, lui sgranava gli occhi stupito, e quando ebbe finito di narrargli tutto, la bocca di Finn era spalancata e formava una O.
«Quindi io» si indicò, ancora con lo sguardo sorpreso «Vi ho interrotti prima, proprio io!» si piantò una mano sulla nuca.
«E voi due, vi siete baciati! Proprio lì» urlò a voce bassa, cercando di collegare tutti i fili.
«E poi?» domandò, lei alzò un sopracciglio «Poi cosa?» lui indicò fuori al furgone, come se aperta la portiera avrebbero potuto mettere già piede nello stagno. «Poi cos'è successo dopo il bacio? Che vi siete detti?» lei scosse il capo «Niente, eccomi qui» si indicò, e lui sospirò.
«Wow, è tanto da metabolizzare» disse sommerso, lo sguardo sbigottito la guardò.
«Insomma, immaginavo ci fosse qualcosa, ma non tutto questo casino» bisbigliò, lei annuì, rimettendo diritta e ritornando a guardare il soffitto.
Lui fece lo stesso dall'altra parte, non distaccando mai il mignolo dal suo.
«Pensi quindi che ti dichiarerai?» con la coda dell'occhio lo vide voltarsi verso di lei che mantenne lo sguardo di fronte.
«Assolutamente no, non c'è nulla da dover dire» mentì, con il cuore cosi pesante che sembrava spingerla verso terra per portarla diritta alle porte dell'inferno.
«Beh immagino sia complicato» ragionò con le ciglia contratte, poi dopo pochi minuti, sentì la sua presa diventare più leggera e il suo muscolo rilassarsi.
Complicato le sembrava un eufemismo, era molto più di cosi. E lei stava peggiorando le cose, quando realizzò che con Cal non aveva mai provato una passione cosi tanto travolgente e accecante da farle perdere il lume della ragione e qualsiasi contatto con la realtà circostante.
Dopo un po', si focalizzò sul rumore del respiro pesante dell'amico e nient'altro, riuscì ad addormentarsi almeno per poche ore prima dell'alba.
I loro mignoli, rimasero per tutto il restante della notte uniti.Il mattino seguente, Skye protestò quando Lama aprì l'anta del veicolo e fece entrate tutta la luce al di fuori.
«Sveglia, gli altri sono già partiti» avvisò, prima di andarsene anche lei.
Quando Skye e Finn uscirono all'esterno, ci misero un po' a capire che avrebbero dovuto fare un'altra spedizione in cerca di cibo o qualsiasi risorsa utile, afferrò quindi le armi nel furgone e poi si mise in marcia, il tempo stava passando troppo velocemente, avevano speso due giorni solo per arrivare al bosco, e altri due giorni lì, dedusse quindi che la missione sarebbe durata sei giorni.
Sei giorni in cui Adil e tutti gli altri, avrebbero pregato in loro attesa. Per vederli giungere sani e salvi. E chissà se anche Joseph e George avrebbero fatto lo stesso quando allo scoccare del quinto giorno non li avrebbero visti arrivare.
Strinse forte la mitraglietta fra le mani, poi andò a caccia fin quando le tenebre non fecero rientro e avesse racimolato tutto quello che il bosco avesse da offrire.
Quando ritornò, Saleem e Lama erano al volante dei rispettivi veicoli.
«Partiamo di notte, cosi recuperiamo il tempo perso» specificò Wave, caricando il furgone poi aprì la portiera ed entrò nel sedile posteriore e Finn chiuse la portiera invece del sedile avanti, facendole un sorrisino d'intesa, che non apprezzò.
«Partiamo allora» avvisò Lama, sorpassando Saleem che la stava attendendo.
Deglutì, il pensiero di dover fare un lungo tragitto in auto da sola con lui equivaleva a ricevere una sorta di tortura per lei.
Caricò anche il suo zaino sui sedili posteriori e poi salì a bordo, muta come un pesce.
Lui partì, sembrava possedere tutta la tranquillità e l'auto controllo del mondo mentre solo il giorno prima invece sembrava non riuscisse a contenersi dal baciarla.
Arrossì a quel pensiero e affondò nel sedile. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Sembrava stupido chiedergli dei chiarimenti riguardo a quel bacio, quando era stata lei la prima a farsi avanti.
Diamine, non riusciva a credere di aver avuto un coraggio simile da annullare definitivamente la distanza, almeno fisica, fra loro.
Se gli avesse chiesto qualcosa di simile, era certa che non avrebbe ottenuto nessuna risposta, e guardandolo con la coda degli occhi, non le dava poi l'idea di uno che volesse parlare molto.
Cosi attese che fosse lui, questa volta, a fare il primo passo.
La notte scura si estendeva intorno a loro, davanti questa volta avevano Lama che guidava assieme a tutti gli altri, mentre loro li seguivano silenziosi.
Le ruote che correvano sul suolo erano gli unici rumori, ad illuminare l'area erano il bagliore dei fari.
Si assopì, stanca com'era dalla caccia fu inutile combattere quella stanchezza, tantomeno perché sapeva che Saleem non le avrebbe concesso di guidare.
Quella giornata, nel bosco, era riuscita a ottenere altre piante commestibili e selvaggina, seppur non molta. Ma l'insieme di cibo che avevano trovato, era a sufficienza per altre settimane, sicuramente di più rispetto alla data prefissata da Icaro per la fine di quel patto.
Nonostante la stanchezza, non ebbe un sonno tranquillo. Il viso sfumato dal ricordo di Icaro continuava a comparirle davanti, mentre se ne stava seduto ad attenderla con l'abito che le aveva donato fra le mani.
Quando si risvegliò, era sudata nonostante il finestrino abbassato. Si toccò la fronte umidiccia e si issò a sedere con la schiena rigida sul sedile, poi portò silenziosa le ginocchia al petto, abbracciandole.
Era stanca di tutto quel silenzio, seppure non gli andava di parlare del bacio, cosa che forse non andava neanche a lei, potevano anche parlare di altro.
«Ti va se guido io?» propose, ma come risposta lui scosse solo il capo in diniego.
Sospirò, rivolgendo lo sguardo su di lui.
«Non sei stanco? Hai bisogno di riposare anche tu» sottolineò, ma lui scosse le spalle, non aggiungendo altro.
Chiaro segno che non voleva parlare.
Ma lei si annoiava, e i chilometri da dover percorrere erano tanti.
«Riguardo a ieri...» pronunciò, mentre la voce calava e si sentiva meno audace di poco prima.
«Tranquilla, non c'è bisogno di parlarne» affermò, non staccando mai gli occhi dalla strada.
«Si ma...» avrebbe dovuto diglielo, forse aveva il diritto di sapere, ma lui la interruppe.
«Non preoccuparti Skye, siamo due ragazzi, avevamo solo voglia di divertirci. È normale» ed è stato uno sbaglio. Sembrò leggergli in volto.
Non mostrò quanto quelle parole l'avevano ferita.
Seppure entrambi avevano le loro esigenze, anche fisiche, non era quello il punto. Non l'aveva fatto solo per quello. Invece lui sì, da maschio predatore aveva solo addentato la sua vittima, niente di più.
Si sentì offesa nel profondo, ma non voleva dargliela vinta restando ferita e zitta come ogni volta in cui lui andava via da lei.
Infondo... cosa si aspettava? Ogni volta che si avvicinava un po' di più, lui la respingeva. E si sentiva una stupida anche solo per averci provato, a capirlo un po' di più.
Semplicemente lui non la voleva, era questa la realtà che lei rifiutava di accettare.
Sarebbe stato forse più facile con Karim, o se avesse continuato con Cal.
«Già» riuscì a dire, ma sembrò poco convincente anche a se stessa. Tutta via, riportò lo sguardo fuori dal finestrino, perché la vista di Saleem impassibile al suo fianco, era peggio di venti pugnalate.
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RESISTANT
RomanceSkye e Saleem sono due persone che agiscono diversamente l'uno dall'altro e mai e poi mai si sarebbero aspettati di finire nella stessa squadra. Soprattutto Skye, dapprima ballerina, ora si ritrova in una realtà nuova, sottratta dalla sua vita prece...