Fermò quella sua ira con un bacio, e lei si sentì crogiolarsi in mille pezzi.
Le sue mani le circondarono il viso mentre la spingeva con tutto se stesso verso di lui, come se avesse potuto fondere i loro corpi in quel preciso istante.
Dischiuse le labbra appena in tempo per accettare la sua lingua che non perse tempo mentre i respiri affannosi diventarono sempre più veloci.
Proprio come nello stagno, Saleem portò le sue grandi mani sotto alle sue natiche, alzandola di peso verso la scrivania e mettendola seduta, non lasciò passare altro tempo prima che lei aprisse le gambe per accoglierlo, nonostante i vari tessuti che fungevano da barriera, pensò a quanto sarebbe stato bello sentire la sua pelle contro di lei.
«Saleem» rantolò a fil di voce, mentre lui si distaccò da lei giusto il tempo di affondare il viso nell'incavo del suo collo, non vi era nulla di tenero in quei baci, la passione era cosi vorace che fu tutto uno scontro di lingua, labbra e morsi, ogni bacio sembrava riscuotere in lei un terremoto di brividi indomabili. Non era simile al bacio casto del giorno prima, tutt'altro, la scia di baci che le dedicava era un urlo soffocato, un'urgenza celata, una passione a cui non sarebbero stati capaci di sottrarsi facilmente e che non aveva mai provato in vita sua.
Quando ritornò sulle sue labbra, pensò bene che il paradiso avrebbe avuto proprio quello stesso sapore.
«Ripetilo» sussurrò afferrandole un labbro.
Inizialmente non capì, mentre confusa si beava ancora della sua vicinanza, poi rispose con un sorrisetto di scherno a quella sua richiesta «Io ci sarò sempre» lo sentì gemere mentre la sua bocca ritornò sulla sua, incapace di ragionare oltre, gli afferrò i lembi della maglia, pronta ad alzargliela quando sentirono tossicchiare dietro di loro.
Saleem si staccò controvoglia, e con sguardo torvo guardò oltre la sua spalla mentre tutta la sua altezza la tenevano nascosta nella sua ombra.
Approfittò di quel momento per regolarizzare i suoi respiri, mentre il calore sulle sue guance e il rossore sul suo collo dimostrava ciò che appena avevano fatto.
«Che vuoi?» la voce minacciosa e intimidatoria avrebbe fatto indietreggiare chiunque.
Si scostò appena dalla sua figura per osservare meglio chi era alla porta, sbucò dal suo fianco e vide Wave tenere aperta l'anta, sulla sua faccia vi era un sorrisetto compiaciuto, ammiccò verso di loro fischiando e poi disse «Adil ci aspetta all'ingresso» si chinò in segno di scuse e se ne andò, non prima di aver ridacchiato sommessamente, l'eco di quella risata riecheggiò nel corridoio anche dopo.
Saleem si rivoltò verso di lei, e con occhi cupi come il posto più buio e freddo della terra, la rimise a terra senza alcuno sforzo. Come se non di fossero avvicinati fin troppo. Si domandò se non fosse arrivato Wave fin dove si sarebbero spinti.
Poi fece qualche passo indietro, la squadrò veloce e quando ebbe finito di scrutare ogni millimetro di pelle, le mise una ciocca di capelli sfuggita dalla treccia dietro l'orecchio, fu un gesto non pensato, involontario ma tremendamente dolce che quasi stonava con quello che era sempre stato Saleem.
Sorrise, mentre lui si accigliò e questa volta attese che anche lei lo seguisse.
Cosi fece, uscirono dalla sala spionaggio e si addentravano nel corridoio.
Era ancora vuoto, e camminando verso l'uscita, notarono che anche le camere e tutte le brandine erano libere. Quando Saleem davanti a lei aprì la maniglia della porta d'ingresso, Skye tolse il pezzo di stoffa che fungeva da elastico e liberò la sua treccia, i capelli ancora corti fino alle spalle si sparpagliarono ovunque, coprendo gli eventuali segni sul collo.
Se davvero Icaro non aveva idea di dove fosse la loro nuova base, e se non fosse scoppiata nessun imminente guerra quel giorno, era certa che quella sera le sarebbe stato difficile resistere nel cercare Saleem e chissà come avrebbero placato i loro bollenti spiriti che a malapena avevano gestito poco prima, insieme erano in grado di perdere qualsiasi raziocinio, e forse proprio per questo avrebbe volentieri evitato quella situazione.
Sapeva che per lui era difficile accettare distrazioni, questo incrinava la figura da perfetto soldato che si era creato, a cui lui stesso credeva ardentemente.
Come anticipato da Wave, Adil era fermo all'ingresso, accanto a lui c'erano tutti i soldati, mancavano solo loro due.
Gli occhi indagatori del Vecchio si posarono su di lei, non fece in modo di far vedere che quello sguardo la turbasse, raddrizzò quindi la schiena e attese che parlasse.
«Buongiorno» mormorò, e dalla voce ebbe conferma che neanche lui fosse riuscito a dormire poi molto quella notte. «Come prassi artificieri e fabbri hanno scortato le altre persone nell'arsenale, ognuno dovra ripetere meglio come usare l'arma. Joseph e George avete fatto un gran bel lavoro l'ultima volta» si complimentò osservandoli, i due fecero un cenno di testa e poi batterono il cinque soddisfatti, il piccolo tonfo portò alla realtà un Finn assente. «Per questo li seguirete nell'arsenale e spiegherete loro come utilizzarle di nuovo...poi» li guardò tutti fino a fermarsi su di Lama «Tu aiuterai Indie e Muna a sistemare gli ultimi pazienti, ne sono rimasti davvero pochi per nostra fortuna, quando avrai finito potrai andare a dare un aiuto a Finn se occorrerà» fece un mezzo sorriso che accentuò le rughe del viso mentre lei annuiva solenne «D'accordo»
«Finn tu aiuterai le persone del Villaggio a mantenere la calma e i nervi saldi. Molti di loro sono particolarmente agitati» il ragazzino annuì con il volto stanco e tirato, abbozzò un piccolo sorriso che a malapena sembrò tale.
Nessuno di loro era pronto ad una nuova guerra, e non era solo la loro stanchezza a preoccupare Skye.
«Voi tre, sorveglierete i radar» immaginò che Patrick fosse nell'arsenale con gli altri, quindi annuirono decisi.
«Dobbiamo mantenere sempre i nervi saldi. Gli sbagli non sono concessi oggi, non nella nostra situazione» ammise, guardando con la coda degli occhi tutti i suoi amici, li riconobbe cosi bene da comprendere la paura sui loro visi nervosi.
Perse qualche battito quando sentì le dita sottili di Lama sul suo braccio, trovò a pari altezza il suo sguardo graffiante «Non fare stupidaggini di cui potresti pentirtene» strinse il braccio prima di mollarla, poi andò via.
George e Finn la seguirono, quest'ultimo l'abbracciò velocemente, mormorandole un «Appena possiamo, dobbiamo parlare» non seppe se si riferisse a cosa si erano detti per ore lui e Indie quella sera, oppure se avesse già notato cos'era di nuovo successo fra lei e Saleem.
«D'accordo» gli sorrise, e lui ricambiò a specchio quell'enorme sorriso, George invece, le diede un'occhiata eloquente, prima che anche loro sparissero dietro l'anta che stava per chiudersi con un tonfo, se non fosse stato per la mano grassoccia di Joseph che la bloccò.
L'altra mano invece, si posò sulla sua testa.
«Oh. Molto meglio cosi» rise mentre i capelli si muovevano a ritmo della sua mano. Non le diede il tempo di controbattere o schivare la sua presa, perché anche lui andò via.
«Bene» mormorò Wave, incamminandosi anche lui, mentre Saleem era al suo fianco, per la prima volta con sguardo assente, si chiese in quale universo si fosse perso.
«Manco solo io» il Vecchio la fronteggiò, le mani conserte dietro alla schiena si allargarono sui fianchi larghi. Wave e Saleem erano già a qualche metro di distanza.
«Tieni gli occhi aperti» raccomandò in primis, gli occhi piccoli si chiusero in due fessure mentre lei annuiva.
«Ormai noto con piacere che ti sei ambientata bene nella squadra» era certa che avesse notato il rossore sul suo collo, scosse i capelli in modo che potesse nascondere ad altri occhi indiscreti il piccolo livido che già si stava formando. «Sì, tengo molto a loro» rivelò ad alta voce, con Adil sentiva spesso di potersi aprire, talvolta sentiva di essere perfino capita.
«E sono certo che loro tengono a te, da come ho visto poco fa» indicò la porta con il capo «Sono preoccupati» mormorò. «Come biasimarli, tutti lo siamo» rispose, riportò le mani dietro la schiena annuendo verso il cielo «Ma tu un po' di più pare. Voglio che tu lo sappia, Skye» la osservò serio mentre lei si concentrò per rimanere con il viso impassibile «C'è la remota possibilità che Icaro verrà qui per te» svelò schietto, ma lei era pronta anche a quell'eventualità, aveva avuto a disposizione lunghe settimane per rimuginare sopra al biglietto che aveva attaccato sopra a quella dannatissima scatola.
«Da solato, nessuno si aspetta errori da te» chiarì, attendendo una sua reazione.
Se avesse creduto che a quelle parole avesse reagito eccessivamente, ne sarebbe rimasto sorpreso. Niente la scalfì.
«Ne sono a corrente» aprì la porta, ed entrambi si incamminarono verso la sala spionaggio.
«Bene, vedo che sei consapevole di ciò che sta per accadere» camminava al suo fianco, e strinse leggermente i pugni a quelle parole.
Niente, mai niente aveva rimosso dalla sua mente quel abito e ciò che dimostrava per lei. Niente tranne...Saleem.
«Farò tutto ciò che è nelle mie facoltà per far indietreggiare le sue truppe e distruggerlo» mormorò a denti stretti, Adil appoggiò una mano sulla sua spalla, costringendola a fermarsi.
«Non ne dubito» sorrise «Solo, sta attenta, essere sprovveduti in guerra è letale» si assicurò che avesse recepito bene il messaggio prima di dileguarsi.
Lei non lo seguì, sapeva quale era il suo posto.
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RESISTANT
RomanceSkye e Saleem sono due persone che agiscono diversamente l'uno dall'altro e mai e poi mai si sarebbero aspettati di finire nella stessa squadra. Soprattutto Skye, dapprima ballerina, ora si ritrova in una realtà nuova, sottratta dalla sua vita prece...