38. Nessun precipizio fa più paura

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Erano giorni di viaggio estenuanti, sul viso di ognuno era impressa una stanchezza infinita. Ma nessuno si lamentava apertamente, nonostante i vari acciacchi continuarono la loro salita lungo i colli aridi delle dune con un vento rovente che sferzava nella medesima direzione da ore.
Nuvole e piccoli vortici di sabbia sottile si creavano di tanto in tanto facendo socchiudere gli occhi di tutti loro per un bel tratto.

Skye continuava a pensare alla sera precedente, a ciò che Indie aveva detto su Saleem.
"Tu non riesci a vedere" le aveva detto l'amica con un indice fermo sulle sue labbra per zittirla. Aveva pretesto che l'ascoltasse il suo delirio sul fatto che lei aveva scalfito la corazza del loro superiore.
Proprio lei.
Lama non aveva detto niente, si era limitata a guardarle da lontano e Skye avrebbe tanto voluto scoprire cosa ne pensava di tutto quello.
Guardò Karim zoppicare poco lontano, anche secondo lui c'era qualcosa di visibile fra loro, eppure lei continuava a pensare fosse tutto pura ed effimera immaginazione.

Fra le collinette aride e il sole arroventato che picchiava sulle loro teste, continuarono a salire i pendii di quel deserto, il cielo era per la prima volta terso e questo li aiutò di molto a proseguire.
Solo la pelle diafana di Wave e Skye era scottata in malo modo dai raggi solari, mentre la pelle ambrata degli altri li aveva agevolati seppur di poco.

Il monte che Adil aveva vagamente accennato la notte prima durante il pasto, fu finalmente di fronte a tutti loro, per guardarlo dovettero alzare la testa all'insù verso il cielo, sicuro non sarebbe stata un'attraversata facile, soprattutto quando si voltò per scrutare tutte le persone intorno a lei.

Li osservò bene in viso, e intercettò lo sguardo di Lama all'altra estremità, le fece cenno di assenso e con un profondo respiro, iniziarono la scalata ripida che si estendeva per chilometri.

Saleem, George e Adil camminavano sempre in prima fila , aprendo la strada a tutti gli altri, anche se il Vecchio arrancava con il suo bastone, continuò imperterrito come gli altri.

Con il respiro corto e affannoso come se avesse appena percorso una corsa ad ostacoli, guardava spesso gli altri messi anche peggio e per questo dovettero fare più pause del previsto per riprendere fiato.

«Dopo la montagna troveremo la nostra base»  ricordò le parole di Adil che aveva rincuorato tutti. «Vi chiedo un ultimo sforzo» Beh, quello sarebbe stato molto più che un ultimo sforzo, pensò mentre dava una mano agli anziani a riprendere la salita erta, li aiutò ad alzarsi, a incamminarsi e a indicargli alcuni massi da evitare lungo il percorso insidioso.

«Venite» li incitava, e guardandosi intorno vide gli altri soldati far lo stesso; offrivano mani, braccia, spalle, tutto ciò che occorreva per aiutare il loro popolo a oltrepassare quella vetta, nonostante l'allenamento, dovevano rallentare in alcuni punti. Ma furono comunque i primi a caricarsi bambini sulla spalla, a dare un braccio a chi serviva e una spalla su cui appoggiarsi. Ognuno si rese utile più che poteva.
Quanto sarebbe stata lunga a piedi, Adil non l'aveva mica specificato.

Karim poco distante da lei faticava, il bastone che si era inventato la notte prima con un pezzo di legno, cedeva in alcuni tratti pianeggianti, rischiando di farlo cadere più e più volte.
All'ennesima buca in cui quasi inciampicò, Skye lo affiancò ponendogli un gomito.
«Vieni» si intromise fra la lotta di lui e del bastone intagliato da un legno poco robusto.
Lui si aggrappò senza esitare al suo avambraccio, chiudendo le lunga dita nella piega del suo braccio, era un po' riluttante nell'accettare di aver bisogno di aiuto, perfino durante il cambio delle medicazioni e per la rimozione di alcune necrosi Karim non aveva battuto ciglio.
Non voleva l'aiuto di nessuno, ma era anche molto intelligente, capì subito che non aveva molte altre alternative se non farsi aiutare da una ragazza durante quel cammino scosceso.
La strada era sempre più in pendio e questo mise a dura prova ognuno di loro.
«Scusa» le disse lui dopo poche ore di camminata. Skye l'aveva visto più volte cercar di prendere parola ma non proferirne mai una, mentre lei si era concentrata a sostenere il suo peso in alcuni tratti. Cosi si rilassò appena quando finalmente si decise a parlarle.
Sapeva quanto gli era costato farsi aiutare, e temeva di essere stata invadente, per questo aveva deciso di rispettare il suo silenzio fino a quel momento.
«È un dovere» rispose da soldato, ma Karim ridacchiò, distendendo le labbra carnose ed emettendo un bellissimo suono che riverberò in tutto il suo corpo.
«Oddio spero non solo quello» borbottò con un sorriso asimmetrico.
«Non vorrei che tu mi dessi la stessa importanza di una settantenne qui dietro» bofonchiò, anche le sue labbra si distesero in un sorriso di rimando.
«Mhm» disse solo, tenendolo sulle spine, Karim si scostò leggermente da lei giusto il tempo di guardarla bene in viso, era divertito e nei suoi occhi lampeggiava puro sollazzo. Si scambiarono altre battute spiritose prima che la strada sterrata divenne meno ruvida e pericolosa.
Il Villaggio si distese come una macchia d'olio, fermandosi di nuovo lungo la strada per riposare.
Un lieve chiacchiericcio inondò l'aria mentre Skye salutò Karim e raggiunse tutti i soldati riuniti intorno ad Adil.
«Giusto una ventina» disse Adil seguendo George che indicava alcuni punti sulla mappa, probabilmente dov'erano situati tutti.
«Di questo passo giusto quattro ore, arriveremo per la notte» borbottò quest'ultimo pensieroso puntando l'indice sulla cartina striminzita, poi picchiettò su un punto, guardando il Vecchio «Qui andrebbe bene?» chiese, ricevendo come risposta il suo annuire.

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