36. Came on, put your hands into the fire

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Wave era a pochi metri da lei, appoggiato al muretto dava sguardo sui confini, anche lei stava faceva lo stesso, guardando per ore il paesaggio immutato, si sentì scorrere addosso ogni singolo millesimo di secondo, il tempo divenne interminabile, o meglio quella notte le sembrò tale. La luna quasi piena illuminava meglio il paesaggio circostante, un silenzio tombale si era insinuato nell'aria calda che si appiccicava addosso come un secondo strato di pelle.

Guardando l'acciaio dell'arma fra le sue mani, iniziò a giocare con le dita intorno al grilletto già sapendo ci fosse ancora la sicura; molto probabilmente tempi addietro non avrebbe mai sentito una tale familiarità da poter anche solo tenere fra le mani un fucile cosi pesante. Guardando meglio la canna risplendere sotto alla luna, capì che alcune cose erano cambiate radicalmente dalla vecchia Skye che viveva a Dover; quando ripensava alla lei del passato, si sentiva un'altra persona, era come ricordare la vita che aveva vissuto qualcun altro, eppure quei ricordi erano stati suoi qualche tempo fa. 

Si sforzò di ricordare le praterie calme e la stalla del nonno, e per fortuna quelle le sentiva ancora sue, le appartenevano ancora e sarebbe stato cosi per sempre poiché erano parte fondamentale della sua infanzia; ma quando ripensava agli ultimi anni, all'accademia, alla danza, o a Cal... in lei non si smuoveva più niente; non sentiva nessuna mancanza viscerale. Che le cose con Cal andavano male era già assodato dal suo trasferimento a Parigi...ma oltre alla preoccupazione che Icaro avesse potuto raggiungere la sua famiglia e le persone a cui teneva lì a Dover, non provava altro, e più si sforzava e più non provava niente.

Le notti in cui sgattaiolava via dalla sua camera al primo piano e incontrava Cal nel giardino per poi correre a nascondersi nel buio della stalla e si perdeva nel modo in cui lui le accarezzava i capelli mentre facevano l'amore ed entrambi adolescenti scoprivano i meccanismi di un mondo nuovo che tutti chiamavano sesso, le sembrarono cosi tanto lontane da darle la sensazione che forse non le aveva neanche vissute lei quelle stesse esperienze; non aveva mai provato per lui una passione travolgente, non aveva mai avuto lo stimolo di saltargli addosso o cercare le sue labbra nella loro quotidianità, era stato tutto piuttosto automatico, erano cresciuti insieme e giunti alle superiori Skye aveva pensato che sarebbe stato meglio cosi, si fidava di Cal e andava bene cosi. Fra loro era stato un'accordo tacito per non restare soli o emarginati da quel mondo. Ma anche grazie a quelle notti poteva constatare con certezza che non vi era celata nessuna grande brama era stato piuttosto tutto meccanico, come se nella vita certe cose le avrebbero dovute vivere assieme e basta. Iniziava con uno squillo sul cellulare, lei che scendeva dall'albero fuori alla sue vecchia finestra e loro che sgattaiolavano via, poi le mani di Cal le slacciavano il pigiama e poi dopo era tutto un solo avvinghiare di corpi e respiri. Non si pentiva di tutto quello che aveva condiviso con Cal, semmai si chiedeva se fosse stato giusto lasciarsi andare con qualcuno che forse non avevi neanche mai amato per davvero.

Infondo lo sapeva che Dover le stava stretta, aveva per questo deciso di volare via a Parigi, Cal lo chiamava ''scappare'' e a lei aveva sempre dato fastidio, ma ora a migliaia di chilometri di distanza, gli diede ragione. Aveva sempre assicurato ai suoi che fosse solo ''un'esperienza'' ed aveva continuato a danzare, ma la stessa danza che da bambina amava, aveva via via preso a consumarla interiormente, iniziando dai suoi muscoli e arrivando presto fino alle ossa.

D'un tratto neanche più le scarpe a punta da ballerina le davano più grinta. 
Né i momenti in cui Skye continuava a colmare i suoi vuoti con Cal in quelle rare volte in cui lei ritornava a Dover da Parigi, né l'accademia le avevano più dissolto quella nebbia cosi fitta e densa dentro di lei da nasconderle perfino il suo cuore e ciò che più desiderava.

Non sapeva più chi era. La spensieratezza che da bambina aveva con Cal era evaporata via in un battito di ciglia, e tutti i suoi vecchi desideri erano diventati solo vecchi difetti da portarsi addosso.

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