32. Fuori dal Villaggio

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L'indomani arrivò.
Skye sentì un lieve calore sulla pelle, era qualcosa che non provava da tempo, da quando era a Parigi in realtà.
Spalancò di scatto gli occhi, i raggi del sole le accarezzavano la pelle. Si voltò di scatto, la paura di essere al di fuori del Villaggio fece presto capolinea ma si dissolse appena vide il profilo di Saleem appoggiato al muro, aveva ancora gli occhi chiusi ma un grosso sbadigliò prese forma sul sul viso.
Erano ancora sulla Torre, erano rimasti lì tutta la notte fino ad addormentarsi.
Guardò poi la porta che conduceva alle scale interrogativa, e solo allora realizzò che quel giorno i fedeli non sarebbero giunti in preghiera, perché quello era il fatidico giorno.

C'era una parte in lei che aveva ancora paura. Forse perché infondo, nonostante tutto, il Villaggio era diventato una sorta di posto sicuro anche per lei.
E ora avrebbe dovuto fare i conti con qualsiasi cosa l'aspettava fuori.
«Saleem» rantolò guardandolo di nuovo, si pentì del suono della sua voce ancora impastata dal sonno e della cervicale che iniziò a dolorare per la strana posizione in cui aveva dormito. Lui aprì prima un occhio, poi un altro, fece vagare lo sguardo nel atrio vuoto e poi lo portò su di lei, non sembrava sorpreso, solo stanco. I segni di ciò che aveva fatto il giorno prima erano in qualche modo ancora incisi ancora su di lui.
«Skye» salutò, distendendo le braccia e sbadigliando di nuovo prima di alzarsi.
Lì rimasta seduta, poteva ammirare come il sole inghiottiva l'intera figura di Saleem, una luce accecante fece scomparire il suo corpo per un attimo, facendole chiudere di scatto gli occhi, ma con l'udito seguì i suoi passi, e si decise ad alzarsi anche lei.
«Oggi è...» iniziò, vedendo finalmente la sua figura nitidamente, stava andando verso le scale.
«Eh già» tagliò corto, la notte di prima già cancellata, ma effettivamente avevano ben altro a cui pensare, anche se la direzione dei suoi occhi seguì la mano di lui, la stessa che aveva stretto qualche ora prima.
Appena scesero tutte le rampe di scale, giungendo all'altezza dei Campi, videro tutti i membri in raccolta, poco distanti da loro i due furgoni già colmi di merce erano chiusi, Patrick era accanto ad uno di essi, quando li vide, le fece un leggero cenno del capo con uno sguardo torvo.
Tutti stavano però ascoltando Adil, che reggeva alcuni fogli fra le dita, tutta la squadra era dietro di lui.
Entrambi raggiunsero i loro amici posti dietro alle spalle del Vecchio, che continuava a sparare nomi alla rinfusa.
«Ehi» le sorrise Finn, guardando poi l'amico preoccupato, infondo era stato lui a confessarle che Saleem solo il giorno prima aveva dovuto eseguire uno degli ordini più brutti che aveva mai sentito.
L'uomo davanti a lei l'aveva avvisata tempo addietro, che quella guerra avrebbe tolto sempre di più un pezzo della loro anima.
Wave andò subito incontro a Saleem ed entrambi mormorarono parole che Skye non riuscì a sentire, si rese però conto che Adil non sparava nomi alla rinfusa, ma stava facendo un appello di tutto il Villaggio, e ad ogni nome, vi era qualcuno che alzava debolmente la mano.
Fece vagare lo sguardo fra la folla fino a raggiungere Muna accanto ad Indie, quest'ultima era ancora un po' scossa, lo si vedeva dal volto pallido e da come guardava dispiaciuta il superiore.
«Le scorte sono pronte?» chiese infine quando finì tutti i nomi.
«Sì, qui tutto pronto» rispose Patrick sull'attenti battendo una mano sulla carrozzeria. «Bene... direi che ci siamo» sentenziò, guardando per l'ultima volta quelle pareti.
Gli occhi di Adil si persero oltre i Campi, fra i tendoni e fra quello che era stato il loro Villaggio.
«Non sarà più dura di di come lo era qua, ci stabiliremo di nuovo in una nuova zona, se saremo fortunati troveremo molti palazzi rimasti ancora in piedi dai bombardamenti, il sole ci guiderà. Saremo sempre uniti e cammineremo a passo d'uomo, fermandoci solo all'occorrenza finché non individueremo un posto sicuro, se ho ragione, ci vorrà una decina di giorni prima di arrivare a destinazione» incoraggiò, ma la paura sul volto di tutta quella gente era papabile.
«Icaro per qualche settimana non sarà una minaccia, lui stesso ci ha dato parola fino a quel giorno, poi dopo, valuteremo il da farsi. Ma per ora, continueremo a nasconderci come sempre, solo in un posto nuovo» proferì provando a rassicurare ognuno. Quando non ricevette risposta, diede le spalle al Villaggio e guardò in lontananza l'uscita, poi tutta la squadra.
«Bene direi che ci siamo» provò ad abbozzare un sorriso tirato, Lama, Saleem e Joseph annuirono, mentre lei e Finn si scambiarono una fugace occhiata.
«Andiamo» ordinò infine, e tutti presero a camminare all'unisono seguendolo.
Era quindi quello il momento, pensò Skye.
Camminando fra la gente e guardando le spalle del Vecchio, realizzava sempre di più che non avrebbe rimesso piede al Villaggio. Nessuno di loro non l'avrebbe più fatto, e dopo la giornata di ieri, forse sarebbe stato meglio cosi per qualcuno.
Guardò Indie poco distante da lei, nel suo sguardo c'era una nuova determinazione mentre si avvicinava alla luce. Poi guardò la schiena di Saleem rimasta accanto ad Adil. Rigido e possente si fece risucchiare dalla luce esterna.
Il suo cuore brancolò per un attimo, ebbe paura che oltre quel bagliore poteva esserci Icaro con tutte le sue truppe, ma quando uscirono allo scoperto e i suoi occhi si riabituarono a quella nuova luce, si vide passare solo uno zaino pieno.
«Tieni» le passò frettoloso Joseph, lei non ebbe il tempo di controbattere che ne prese uno, dietro di lei ogni membro ne veniva dotato.
La sabbia del deserto era giunta fino a lì, e si alzava in aria al passare dei due furgoni.
Guardando lì fuori tutta quella gente il cuore di Skye non ebbe meno paura, sentì che aveva qualcosa di più da perdere ora.
Erano come animali che avevano passato quasi una vita chiusi in laboratorio, ed ora che mettevano piede fuori, era come se tutto fosse diventato nuovo.
Non si sentiva libera.
Non si sentiva al sicuro.
«Abbiamo fatto tante volte questa strada durante le missioni ma ora... mi sento smarrito» la voce di Finn le giunse dalla sua destra, quando si voltò, vide il volto pallido dell'amico sotto alla luce del sole diretto.
Aveva dato voce alle sue emozioni, anche lei si sentiva smarrita e guardandosi bene intorno, pensò che in realtà tutti si sentivano cosi.
«Già» sussurrò, prima che ognuno di loro ebbe direttive di accerchiare i membri e camminare alle loro estremità, proprio come dei lupi intorno ad un gregge.
Skye era sul polo destro, d'innanzi a lei c'era il migliore dei soldati, Saleem e sulla sua sinistra, fra una fila sparpagliata di membri e malati, c'era Joseph, dietro di lei avrebbe sicuramente trovato Finn e Wave e per chiudere Lama. Ognuno di loro aveva un fucile e avevano il compito di proteggere gli altri, per questo i loro sguardi vagano oltre ogni confine, ma per chilometri interi non vi era altro che un deserto arido ed edifici rasi al suolo.
Fra quelle macerie l'unico suono oltre i loro passi erano gli pneumatici poco distanti da loro, tutti avevano ancora timore di parlare ad alta voce, vi erano solo pochi mormorii e questi spesso erano dovuti ai malati che rispondevano alle attenzioni di Indie.
Dietro Lama più al sud c'era la Torre.
Si stavano allontanando da essa, le faceva una strana sensazione vederla che si ereggeva cosi incombente su quella città, quando era sempre stato l'opposto. Aveva sempre visto la città dall'alto e mai il contrario, fino ad ora.
Quella sensazione le ricordava vagamente quella che aveva provato quando aveva lasciato i suoi genitori nella ferrovia di Dover prima di trasferirsi a Parigi. Come se anche in quel momento si stesse lasciando tutta casa sua alle spalle.
In quella Torre aveva appreso la verità su quella guerra e su Icaro. Aveva cercato una pace momentanea e doveva aggiungere anche la sua ultima notte al Villaggio con Saleem.
Ora la vedeva rimpicciolirsi ad ogni passo, si domandò se nel loro nuovo accampamento l'avrebbe più vista in lontananza.

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