53. Gli incubi non si nascondono solo nei sogni

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Il viaggio proseguì in totale silenzio, né lei né Saleem avevano intenzione di parlarsi, quindi si lasciò scivolare in un sonno profondo, questa volta senza la presenza di nessun nemico.
Quando giunsero alla città, era pomeriggio inoltrato, non si chiese se Saleem fosse triste o avesse bisogno di conforto nel rivedere di nuovo la sua città distrutta e ridotta in cenere.
Se era solo divertimento che voleva da lei e non un'amica, non sarebbe restata lì ad offrire un suo aiuto.
Neanche il tempo di parcheggiare, che uscì di corsa dal veicolo proprio come un gatto a cui avevano calpestato la coda, andò incontro al resto della squadra.
Finn aveva appena chiuso la portiera, quando si accigliò nel guardarla, poi portò lo sguardo oltre alle sue spalle verso Saleem, che li stava raggiungendo in lontananza, e come se avesse potuto capire tutto da un semplice sguardo, si avvicinò silenzioso a lei accostandosi al suo fianco con una faccia preoccupata.
«Tutto bene?» chiese non convinto, continuando a guardare dubbioso il loro superiore, la sua risposta fu alzare le spalle. Ormai sarebbe dovuta essere abituata ai suoi cambi repentini d'umore, quindi era inutile soffrirci ulteriormente.
«Mai stata meglio» mentì. Poi entrambi ascoltarono Saleem e Wave dividere la città in zone come se fosse stato un gioco da tavola, chiedendo a tutti di cercare fra macerie e detriti tutto quello che poteva ritornare utile ai membri del Villaggio.
Sarebbero state troppe ore di auto per arrivare alla base, quindi avrebbero continuato a cercare scorte e sarebbero partiti l'indomani.
Questa volta, avrebbe chiesto a Finn di fare uno scambio posto, pur di non restare altre ore in perfetto silenzio con lui.
Passarono cosi il restante della giornata alla ricerca di provviste per fare quanto più rifornimento.
A fine giornata, aveva già tagli su tutte le mani e le unghie spezzate fino alla carne per via di aver sollevato massi e cemento tutto il tempo, aveva cercato affondo.
Non aveva trovato granché, immaginò comunque che tutte quelle zone ai tempi fossero state controllate già dai suoi compagni.
Riuscì a trovare però dei vestiti, seppur logori, inoltre aveva recuperato anche dei coltelli da cucina ancora abbastanza affilati e delle vecchie coperte striminzite e impolverate, ma comunque utili.
Ritornando al punto d'incontro segnalato, che era nient'altro che la palazzina in cui avevano dormito lei e Saleem la prima notte, notò però che gli altri erano stati più fortunati, e Lama e Saleem avevano addirittura trovato del cibo in scatola e diversi pacchi di alimenti rimasti ancora sigillati, per lo più.
Quella notte, sarebbero restati Saleem e Wave di guardia, esausta com'era non perse tempo ad allontanarsi.
Finn e Lama erano accanto a loro cercando di accendere un fuocherello, mentre lei si incamminava nel palazzo, avvisando che fosse troppo stanca per tenere gli occhi aperti ulteriormente.
Non guardò dietro alle sue spalle per vedere la reazione di Saleem, ma sentì comunque i suoi occhi puntati dietro alla schiena come rasoi.
Salì tutte le rampe e si accoccolò sul pavimento, ignorando il cuore pesante che sembrava sanguinarle in petto come punto da mille spine.
Cadde in un sonno pesante ma non altrettanto profondo perché sentì presto dei boati assordanti che sferzarono l'aria, aprì gli occhi di colpo e prese repentina l'arma che aveva sempre tenuto accanto al suo zaino, si alzò subito in piedi interrompendo definitivamente la sua fase rem e ignorando le vertigini di quel gesto improvviso.

Si guardò confusa intorno, le pareti divennero più distinte man mano che i suoi occhi si abituarono alla scarsa luce di quella luna piena.

«Andate via!» tuonò una voce familiare poco distante, il marcato accento britannico era senza dubbio di Wave. Dietro a quelle parole, vi fu solo un trambustò creato da spari ininterrotti che rumoreggiarono nella città deserta. Corse verso la finestra e dall'alto, poté vedere Wave al di sotto, era vicino ad un vecchio muretto e continuava a premere il grilletto a raffica verso dei veicoli che lei non riconobbe per niente. Non erano i loro furgoni, quel pensiero la fece rinsanire d'un colpo come colpita da una doccia di acqua gelata.
Il suo sangue sembrò bloccarsi e raggelarsi.

«Maledetti» continuava ad urlare il suo amico, non cessando mai il fuoco. Saleem era poco distante da Wave e copriva sull'altro fronte, ma almeno una decina di veicoli si divertivano a correre in cerchio intorno ai due soldati, le ruote alzavano vortici di sabbia e stridevano, ma nonostante tutto non risposero però mai al fuoco dei suoi compagni.

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