2. Che lo spettacolo abbia inizio.

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Tutte le ballerine si riunirono in fila indiana dietro alle pesanti tende rosse del Gran Palco.
Skye si sentì finalmente agitata, sapeva che solo uno spesso strato di stoffa impolverato la separava dagli spettatori ormai giunti alle loro postazioni e bramosi dell'inizio dello spettacolo.
Li immaginava lì, tutti squattrinati con lo sguardo puntato sul palco intenti a non perdersi nessun particolare per convincersi che il caro prezzo dei biglietti comprati ne valesse almeno la pena.

Accolse l'agitazione con fervore, era sempre propensa a sentire le emozioni rinascere, preferiva sentire di tutto, dolore, ansia, panico, gioia e felicità piuttosto che non sentire il nulla cosmico. Cosa che da quando era a Parigi l'aveva percepito più di una volta.

Quella sera, non si sentiva particolarmente bene. La stanchezza che sentiva era forse dovuta al giorno prima quando ha percorso miglia in aereo che l'han portata da Parigi a Doha. Guardando dal oblò aveva visto solo una piccola capitale circondata dal deserto che, anche a quella notevole altezza, parve immenso e desolato mentre Doha composta da grattacieli moderni sembrava tremendamente piccola.
Solo il giorno prima, lei e tutta la sua scuola di danza, era atterrata nel Qatar per l'inizio del loro tour che consisteva in piccoli spettacoli convenzionati da sponsor presenti quasi in tutto il mondo.
Quando avevano messo piede fuori all'aeroporto, avevano riposato a malapena, dopo che i piccoli gruppi di studentesse avevano raggiunto i vari alloggi sparsi per la capitale, avevano avuto a disposizione poche ore di riposo prima che un furgone messo a disposizione dall'Accademia le prelevasse e lasciasse come dei sacchi di patate di fronte al Hazm Luxury Mall un edificio faraonico nel cuore del quartiere più lussuoso della città. 

Ed ora, Skye fece scorrere lo sguardo alla sua destra, dove vide tutte le sue compagne di danza avvolte dallo stesso completo rosso, la scia dorata e lucente del tessuto risplendeva sotto alle flebili luci accese poste dietro alle quinte; si chiese quanto avrebbero brillato sotto ai veri riflettori una volta che lo spettacolo avrebbe avuto inizio.

Le mani di Jasmine, la ragazza alla sua destra, tremavano per l'ansia e uno spesso strato di sudore l'avvolgeva da capo a piedi.
Per alcune, quella era una vera e propria opportunità per farsi conoscere ed essere ingaggiate per qualcosa di grosso.
Uomini in giacca e cravatta ricchi fino al midollo erano a pochi passi da loro, avrebbero potuto dare il via alla carriera di qualche ballerina che era lì a partecipare per la prima volta ad uno spettacolo al di fuori della Francia, su cui avrebbero dovuto fare leva per la loro carriera.

Lei era lì, con tutte loro. Sapeva che quello spettacolo poteva essere qualcosa di grosso eppure...Non riusciva a capire che direzione avrebbe mai potuto prendere la sua carriera, se mai l'avesse voluto. Per questo invidiava un po' la ragazza al suo fianco, Jasmine le sorrideva rassicurante.
«Devo svelarti un segreto» le sussurrò, facendo un passo verso la sua direzione e guardandosi furtiva intorno.
Skye aggrottò la fronte confusa e le riservò uno sguardo d'intesa sperando che andasse avanti.
«Sono incinta.» le disse, prima di sorridere spalancando tutta la bocca e rivelando la sua dentatura perfetta.
Skye notò lo sguardo nei suoi occhi accendersi e capì che nonostante questo implicasse, molto probabilmente, la fine della sua carriera da ballerina, lei ne era felice.
«È stupendo! » riuscì a dire in un misto di stupore e allegria per lei. Aveva sempre visto Jasmine impegnarsi in tutte le lezioni di danza e non avrebbe mai sospettato di una sua imminente gravidanza, in realtà non sapeva neanche che avesse un partner.
«Sì lo è, questa è il mio ultimo spettacolo prima di fermarmi per un po'» rivelò, portandosi automaticamente una mano in grembo, ancora troppo piccolo per esser notato. La vide sorridere ancora una volta prima che i loro pensieri furono catturati ancora una volta dagli applausi di incitazione che provenivano al di fuori della tenda.
«Io non sono come le altre» aggiunse poi, alzando gli occhi verso un'altra compagna di corso.
«Arianna è fredda. Pensa solo alla danza e a nient'altro, non è forse sbagliato? Non si può inseguire solo la propria virtù e tralasciare il resto perché alla fine ... Non avrai niente più che qualche provino di danza e qualche soldo in più sul conto. Io sto bene così, sai? Sono contenta di questo bambino!» sussurrò, quel discorso riportò Skye alla scelta fatta qualche mese prima, quando lasciò Dover e tutti i suoi affetti e con sole tre ore di treno, qualche autobus e una nuova determinazione raggiunse Parigi e l'accademia. 

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