27.Non mentirmi

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Skye camminò incerta verso la sua botola, lo stomaco era contrito e ancora più in subbuglio rispetto a quando erano stati convocati tutti solo pochi minuti prima.
Il suo corpo questa volta si muoveva bene nel buio nonostante avesse la mente altrove, i suoi passi continuarono a riportarla indietro.
Come un pesce rosso in un'ampolla la sua mente vorticava su se stessa, forse non aveva ancora realizzato il contenuto di quella lettera, proprio il loro peggior nemico, aveva inviato una lettera al Villaggio stanandoli.
E come se non bastasse anche un vestito per lei.
Proprio per lei.
Ma la sua più grande paura non era quella di indossare quel maledetto abito e lasciarsi portare al Palazzo, ovunque esso fosse, magari con la possibilità di ucciderlo una volta per tutte dall'interno.
No, la sua paura scoprì non essere per la sua incolumità, ma per tutti i singoli membri di quel posto.
Icaro li aveva davvero trovati. In quel preciso momento lui sapeva dove fossero e avrebbe potuto farli fuori tutti. Si guardò intorno quasi come una flotta di soldati stesse entrando.
E se Skye non si fosse presentata, sarebbe successo proprio quello.
Brividi, sentiva brividi ovunque, ed era certa che neanche il plaid sgualcito le sarebbe bastato per ricevere il calore di cui aveva bisogno.
Aveva rovinato tutto come sempre. Per colpa sua c'erano centinaia di vite erano in pericolo.
Sapeva in cuor suo che quando aveva partecipato alla missione voleva solo aiutare il Villaggio ma cosi facendo non aveva fatto altro che arrecargli un danno enorme.
Eppure, nonostante le fosse stato espressamente vietato di andarci, si era intrufolata lo stesso sul furgone dando così il via ad una serie di spiacevoli eventi.
Che mai più avrebbe dimenticato, lo stesso volto di Icaro le era impossibile da cancellare poiché incombeva in tutti i suoi incubi.
E probabilmente lo stesso era per lui, essendo che aveva deciso di invitare proprio lei al Palazzo.
Adil probabilmente aveva avuto ragione fin dall'inizio, lei era solo l'ennesima preda con cui giocare.
Un vestito blu, era proprio questo il suo destino?

Quando finalmente arrivò alla botola, non vi trovò nessuno come al solito, eppure si sentì amareggiata, sperava forse di trovare Saleem al di fuori ad attenderla?
Poi pensò che di sicuro Saleem non era il tipo da darle conforto. Forse era rinchiuso da qualche parte a distruggere tutto ciò che lo circondava. O forse si era rinchiuso impassibile in se stesso, come sempre.

Sfinita si chiuse la porta dietro e si spense totalmente. Non era sicura di riuscire a prendere sonno con tutti quei pensieri.
Eppure ci riuscì, non seppe quanto tempo dormì finché non sentì bussare alla porta.
Con gli occhi ancora assonnati e con una strana sensazione in petto si alzò, aprì l'uscio che rivelò i suoi compagni quasi al completo.
Lama, Wave, Finn e Joseph la squadrarono da capo a piedi prima di entrare, chiudendosi la porta alle spalle.
Avevano i volti stanchi, probabilmente avevano appena finito di parlare con il Vecchio a differenza sua, ma fecero finta di nulla, e silenziosamente occuparono tutto lo spazio circostante di quella minuscola camera.
Non aveva dimenticato il loro supporto, l'avevano tutti abbracciata, rimettendo per un momento tutto al loro posto.
Si accomodarono e lasciarono andare tutti in sospiro.

«Quel viscido» imprecò Joseph, appoggiando la testa al muro dietro di lui.
«Vedrai che creperà prima di quanto possa immaginare» sussurrò Finn dando una pacca all'amico accanto, che annuì deciso ma esausto.
«My lady, il silenzio proprio non ti si addice» Wave si avvicinò al viso di Skye e la guardò diritto negli occhi, prima di sorriderle genuinamente e iniziare invano a farle il solletico.
Skye infatti non mosse un muscolo, non aveva mai sofferto il solletico eccetto quando a faglielo era Cal. Ma si sforzò comunque di aprirsi in un sorriso, se non altro per Wave che ci provava speranzoso.
Quando la vide sorridere, annuì vittorioso e indietreggiò dando un ceffone alla nuca di Finn.
«Ehi, che centro io?» si lamentò il ragazzino grattandosi la nuca, dando il via ad una zuffa.
«Nessuno ti ha mai detto di essere sempre in allerta in guerra?» lo beffeggió, ricambiando i pugni scherzosi del soldato.
Lama invece se ne stava in disparte a godersi la scena con le braccia conserte «Idioti» mormorò.
«Saleem?» chiese Skye notando che era l'unico che mancava. In realtà l'aveva notato già appena aveva aperto la porta.
«È uno che bisogna lasciarlo solo, in questi casi» rispose Lama facendo spallucce.
«In realtà tutti noi dovremmo riflettere a quello che succederà» sentenziò Joseph catturando la piena attenzione di Skye.
«Cosa succederà ora?»

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