21. La chiave

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Stava dormendo supina sul lato buono della spalla, quando sentì bussare alla botola. Si issò con ancora la vista appannata dal sonno e l'aprì.
Aveva passato una notte quasi insonne per il dolore ed era riuscita a dormire solo nelle ultime ore, ma quando vide Saleem in tutta la sua altezza, pensò di star ancora sognando.
«È ora» avvertì, spostandosi dalla porta e attendendola. Skye provò a connettere, ma non ci riuscì subito, era ancora intontita.
Non si rese conto neanche di esser rimasta ancora davanti alla porta quando lui continuò
«Adil ci sta aspettando» precisò, e solo allora seppe che non stava sognando. Era la realtà.
Annuì flebilmente e si chiuse la porta alle spalle, dopotutto non aveva bisogno di sistemarsi o togliersi tutti i nodi che aveva fra i capelli, era sicura sarebbe apparsa comunque un disastro, come se un treno l'avesse appena investita.
Incrociò da dietro le spalle due visi conosciuti, Muna e Indie avevano fra le mani la colazione, si fermarono alla larga da Saleem e la salutarono.
«Bentornata Skye, non pensavamo avreste avuto subito impegni oggi quindi avevamo pensato...» iniziò Muna lasciando la frase a mezz'aria e guardò i piatti fra le mani.
«Passeremo dopo!» interruppe Indie, prendendo l'amica per le spalle e incitandola a camminare, effettivamente Skye capiva il loro comportamento.
Lo sguardo guardigno di Saleem non si staccò da loro neanche un attimo, metteva a disagio chiunque.
Skye stessa non ci era ancora abituata.
«Certo, vi aspetto dopo» mormorò con la voce ancora roca dal sonno, entrambe la salutarono, dileguandosi subito dopo velocemente.
Solo quando sparirono oltre i Campi, Saleem iniziò a camminare e non dovette girarsi per vedere che Skye lo seguiva.
Stavano andando al palazzo di mattoni, quello vicino alla grotta del Villaggio e la Torre. Quindi avrebbero parlato lì. Ci sarebbero stati solo loro?
Passando per i campi, notò Patrick da lontano che la salutava animatamente. Skye ricambiò, e pensò che tutti sembrarono felici di vederla, ma non era certa che sarebbe stato cosi una volta appreso la verità.
Lei aveva confessato ad Icaro l'esistenza del Villaggio, mettendo tutti in pericolo.
«Ricordati, fa parlare me» Saleem distolse anche lui lo sguardo da Patrick e lo puntò davanti.
«So badare a me stessa» ma anche a lei stessa le sembrò una menzogna. Saleem la fissò con un sopracciglio alzato. Si aspettò che battibeccasse qualcosa come "oh si ho visto" ma decise invece di rimanere in silenzio, con sua sorpresa.
Questo almeno fino a quando non entrarono nel edificio in mattoni.
Il suo cuore accelerò e si sentì mancar ancora di più l'aria. Cosa le avrebbe detto Adil? Le avrebbe riservato lo stesso trattamento del vecchio traditore?
Notò che anche la mascella di Saleem divenne più tesa, come una lama affilata, ed effettivamente le sue parole potevano essere come tali.
Entrarono in una stanza dove al centro di esso era posto un lungo tavolo in legno grezzo, nessuna sedia.
Intorno alle pareti spoglie, c'era il resto della squadra. Salutarono tutti con un cenno.
Solo dopo aver passato con lo sguardo tutti in rassegna, notò Adil accovacciato con un foglio in mano.
«Dodici lepri, quattro conigli» ripeteva sommerso leggendo il contenuto del foglio.
«Ah due camosci. Bene. Molto bene. Dunque...tre anatre e una beccaccia, funghi misti, erba miste... Ok bene» ricapitolò, mentre il resto della squadra riconfermava la loro caccia precedente.
«Oh Skye» disse distogliendo gli occhi dal foglio, le sorrise gioioso.
«Buonissimi i tuoi funghi. Dimentico che tu sei nuova» prese a camminarle incontro. «Ricapitolavamo parte dell'inventario della missione, in modo da poter decidere come distribuire i pasti che ci serviranno fino alla prossima» mormorò indicando il foglio con il bastone.
«Ora che abbiamo finito questo, immagino che ci sono altre cose importanti di cui parlare» continuò guardandole la spalla fasciata.
Quindi ancora non sapeva nulla.
Inclinò il capo per vedere meglio la ferita, quasi come se con quegli occhi inquisitori potesse vedere attraverso le bende.
«Colpo d'arma da fuoco vedo, stai bene?» gli occhi del Vecchio tornarono nei suoi.
«Sì» mormorò, schiarendosi la voce.
«Come te lo sei procurato?» chiese infine. E il cuore di lei, prese a battere ancora più veloce se poteva.
Stava per aprir bocca quando Saleem prese parola.
«Non è importante questo, abbiamo altre questioni di cui discutere»
«Come quella del perché ti ha disobbedito e si è intrufolata nella missione?» una mossa impercettibile sul viso di Saleem passò impercettibile.
«Neanche, Icaro sa del Villaggio» sentenziò infine.
L'aria nella stanza sembrò pesare il doppio.
La squadra non disse nulla, loro già sapevano, per questo tutti gli occhi erano puntati su Adil.
«Suppongo sia stato lo stesso a farti quella ferita allora...» disse dopo un lasso di tempo che sembrò infinito.
«Sì, io... volevo soltanto rendermi utile» disse velocemente prima che Saleem potesse interromperla di nuovo.
«Non ne dubito» rispose, girandosi e camminando per la stanza lentamente.
Le mani presero a lisciare la barba crespa mentre con il viso issato al soffitto, il Vecchio pensava.
«Dobbiamo evacuare» consigliò il superiore.
Diritto e fiero nella sua altezza, sembrava esser quasi un Dio senza alcun timore. Anche stanco e sporco, Saleem sapeva attirare l'attenzione di chiunque. Anche Adil lo guardò.
«Bisogna iniziare i preparativi, prendere l'occorrente, ultimare i ricoveri, velocizzare la produzione...» elencò Lama, contando sulle dita delle mani la miriade di cose da fare.
«So cosa c'è bisogno da fare» iniziò il Vecchio guardando Lama.
«Come sapevamo tutti che prima o poi Icaro ci avrebbe presto scoperti, era questione di pochi mesi, credo che avesse cessato con i bombardamenti proprio per questo» i suoi passi erano gli unici che risuonavano nella stanza.
«Eravamo pronti anche a questa ipotesi. All'uscire allo scoperto, stabilirci nella vecchia città» proseguì accarezzandosi la folta peluria del viso.
«Il punto è...» si fermò in mezzo alla stanza, vagò con gli occhi fino a soffermarli in quelli di Skye.
«Perché non ci ha ancora stanati e colpiti» proferì.
«Signore perché ancora non ci ha trovati» spiegò Wave «No...Non credo sia questo» gli occhi del Vecchio indugiarono in Skye poi riprese a camminare «Potrebbe smuovere centinaia di soldati per trovarci, forse migliaia» pensò ad alta voce «E invece non ne vediamo nessuno dalla Torre.» la tensione era papabile. «Forse ancora non è giunto al Palazzo» tentò Joseph. «Neanche. Non credo fosse lì nel bosco da solo o sperduto» si fermò di nuovo al centro del tavolo, dov'era il foglio degli appunti.
«E allora perché non ci ha attaccati secondo lei?» chiese Lama, provando a seguire il ragionamento di Adil.
Lui guardò il suo bastone, come se lo stesse studiando in quel preciso momento.
«Temporeggia. Non so per quale idea malsana» svelò, puntando di nuovo gli occhi in quelli di Skye.
«Possiamo solo aspettarci di tutto ora» sentenziò infine.
«Quindi? Cosa faremo ora?» Chiese il superiore.
«Non ci resta molto da fare. Diamo il via al piano B. Usciamo allo scoperto e lo faremo in... due settimane» Skye sentì la pelle formicolarle, pensava fosse assurdo uscire allo scoperto, non avere più un tetto che li proteggesse dagli aviatori.
«Ma Signore, abbiamo troppe cose da fare prima di esser pronti, serve più tempo » protestò Lama ma il Vecchio alzò la mano per fermarla.
«Non abbiamo altro tempo. I dettagli li chiariremo dopo. Ora però, desidero farmi una chiacchierata con Skye, se la ferita consente» Si posizionò di fronte a lei, chiedendole il permesso.
«Credo bisogna ancora aspettare che si rimetta» tentò Saleem, ma Skye annuì.
Temporeggiare non sarebbe servito a nulla.
Il Vecchio fece un gesto a tutti, e la squadra non dovette fare altre domande per capire di lasciarli soli.
Con la coda degli occhi vide Saleem intrattenersi alla porta, ma nessuno dei due gli prestò attenzione, aspettarono invece che si chiuse la porta, prima di parlare.

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