37. E la passione si svegliò

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Seguì la stessa direzione dove poco prima aveva visto sparire le sue due amiche, la luce lunare illuminò il terreno dissestato in alcuni punti creando strane ombre sconnesse tra loro, continuò a camminare fra la gente che dormicchiava ancora, donne anziane distese supine, uomini con le labbra socchiuse, zaini come cuscini, e corpi aggrovigliati in cerca di calore la destò per un attimo, si sentì violare presto la loro privacy quindi li superò e continuò a brancolare nel buio quando finalmente udì delle voci poco distanti sussurrare.
Provenivano da un altro edificio diroccato di fronte a lei, continuò a seguire quei mormorii fino a quando non vide le due sagome familiari.
Entrambe si zittirono quando la videro, i corpi irrigiditi e le orecchie in allerta la fecero rallentare, poi poco dopo averla riconosciuta, rilassarono tutte e due le spalle rilasciando un sospiro leggero.
Indie, che era seduta a terra con le ginocchia a nasconderle parte del viso, si alzò di scatto riconoscendola e le corse verso di lei.
Lei non ebbe tempo di proferir parola che due braccia le si avvinghiarono subito intorno al collo.
«Skye» disse solo, continuando a non trattenere più le lacrime.
«Indie» sospirò ricambiando l'abbraccio.
Sentì di nuovo quella strana sensazione pizzicarle le viscere.
Era come se Skye non meritasse quell'abbraccio, e non ne conosceva ancora il motivo.
«Scusa» disse infine distaccandosi, riferendosi alla canottiera che le aveva chiazzato di lacrime.
«Io non sospettavo nulla...» mormorò scusandosi per non aver capito tutto fin dall'inizio.
Lama se ne restò a braccia conserte a qualche passo di distanza.
«Perché non c'è niente da sapere» singhiozzò Indie abbassando lo sguardo.
«Stai soffrendo per lui giusto?» domandò allora, confusa più che mai, ma nella sua voce vi era anche con remore.
La risata soffocata di Lama la raggiunse ma Indie anticipò la sua spiegazione.
«No...Si... anzi...» prese un bel sospiro prima di continuare e racimolare tutti i pensieri. «Allora...Non sto soffrendo per lui nel senso che forse intendi» anticipò facendo chiarezza nella sua mente, smise di piangere finalmente e si rimise seduta sulla sabbia.
«Non eravate promessi sposi?» chiese interrogativa.
La luna proiettò strane ombre nella stanza, ingrandendo le tre figure su mura frastagliate.
«Sì» ammise e suo malgrado risentì  stringerle le viscere, quell'orrenda sensazione al torace le diede il voltastomaco, aveva comunque sperato di aver frainteso tutto.
«Ma non sono mai stata innamorata di Saleem» confessò subito dopo. Skye allora si accigliò, sul suo viso arrossato dal sole si formarono due grosse arcate fra le sopracciglia sottili.
La stessa luce che l'aveva guidata nel buio, ora faceva brillare alcune ciocche scure fra i capelli folti di Indie, che ora la guardava dal basso verso l'alto mentre provava a spiegarsi meglio.
«Non puoi innamorarti di chi non si è mai degnato di sforzarsi o di rendersi...non so! Anche solo gentile!» si afferrò frustata una ciocca di capelli e prese a torcerla fra le dita esili.
«La mia famiglia era nobile, da anni era stimata a corte ed invitata volentieri ad ogni suo evento importante. Decisero quindi di programmare delle nozze fra me e lui. Ma io iniziai ad oppormi perché avrei voluto sposarmi per amore e non con chi a malapena conoscevo, certo, come detto erano anni che andavamo spesso a corte e ho visto Saleem svariate volte ma... vedi com'è» indicò un pezzo d'aria come se lui fosse stato lì presente e sospirò.
Lama dietro alle sue spalle ridacchiò ancora «Semplicemente Saleem, era cosi anche prima» spiegò il soldato.
«Si beh....Non l'amavo, né lo conoscevo davvero. In quegli anni ci eravamo scambiati solo saluti convenevoli. Io comunque insistevo con la mia famiglia ma ogni battaglia era persa in partenza» diede uno sguardo d'intesa a Lama dietro di lei.
Skye aveva scoperto che entrambe avevano frequentato la stessa università per più di quattro anni prima che il soldato decidesse di intraprendere un'altra strada mentre lei aveva continuato gli studi, già quella volta le era stata accennata la poca volontà dei genitori di Indie nell'appoggiarla nel suo percorso universitario di medicina.
«Anche Saleem era stato poco fortunato. Avevo pensato che se non potevo annullare io le nozze, magari poteva farlo lui. Ma si limitava a dire che non sarebbe mai successo e di poter stare tranquilla. Ma i giorni passavano e con essi anche la mia ansia. Nonostante quelle parole a vuoto, i suoi genitori erano convinti del contrario e avevano organizzato il matrimonio proprio per quello, per assicurarsi che suo figlio avesse moglie perché se era per Saleem... beh avrebbe continuato a dare spazio solo alle sue armi molto evidentemente. In pratica i miei mi misero alle strette. Sposare Saleem e continuare medicina o annullare entrambe le cose» raccontò con occhi immersi nel passato, ora sentiva chiaramente la punta di astio nella sua voce.
«Ma io avevo un unico grande amore, la medicina. E non volevo perderla e Saleem continuava a rimanere chiuso nelle sue» confidò. Io sono nata per guarire. Le aveva detto tempo prima e Skye all'epoca non aveva immaginato quanto avesse lottato per quello.
«Decisi di provare, di impegnarmi nei preparativi e nel conoscere quello che sarebbe stato il mio futuro marito. Ma niente. Saleem non ha mai collaborato, non sprecava neanche un minuto del suo tempo con me» si fermò e riguardò Lama. «So che gli sei amica ma... Saleem è davvero un ragazzo impossibile. Non ha mai neanche lontanamente pensato seriamente di sposarmi o di abbassare anche solo di una spanna quel suo muro glaciale eretto contro me» disse quasi stizzita, riportando lo sguardo su Skye.
«Quindi no, non lo amo. Ma non lo odio neanche perché alla fine riuscì in qualche modo ad annullare le nostre nozze e a convincere la sua famiglia, che come sai era molto influente, e a convincere la mia per farmi continuare gli studi» sorrise infine.
«Può sembrare un bastardo a volte» scosse la testa quasi divertita «Ma non è cosi. Provo rancore solo perché non mi ha mai dato una possibilità di conoscerlo per davvero e di poter scegliere se voler quel matrimonio o no. Non pretendevo grandi corteggiamenti, ma neanche di essere evitata come la peste nera» concluse sotto ancora alcuni lievi risolini di Lama.
Skye guardò Indie mentre finiva il racconto, e fu quasi sollevata di sapere che non lo amava e neanche odiava. Non si chiese del perché si sentì cosi, decise di non voler rifletterci ulteriormente.
«A volte gli do colpa di questo... di non averci mai provato realmente, non penso di essere una persona che non merita amore» dichiarò alzandosi.
«Non è questo» la interruppe Lama ricavandosi l'attenzione e gli occhi puntati addosso delle due. «Io lo capisco... in guerra amare qualcuno può essere solo una distrazione. Ti fa essere poco lucido ed è un lusso che nessuno di noi può permettersi qui, figuratevi uno come lui» prese le sue difese. «Non eravamo ancora entrati in guerra né potevamo pensare a tutto questo» precisò Indie, ascoltandola. «Saleem non è uno facile, né credo sarà mai uno che corteggerà. Non sei tu il problema ma credo che non avreste funzionato e basta. Lui ha bisogno... di qualcosa di diverso. Tutto qui» fece spallucce il soldato, scuotendo il capo e i capelli corti fini.
Anche se Skye non poteva dire di conoscerlo bene, poteva dar ragione a quelle parole, a Lama e al fatto che il loro superiore non era tipo da corteggiamenti, anzi probabilmente tutt'altro; era rude...tagliente, scontroso e aveva mille altri difetti, che solitamente era proprio quello che lui decideva di mostrare al mondo; secondo loro lui aveva elevato mura troppo alte intorno a sé, forse perché aveva immaginato quella guerra prendere inizio molto tempo prima, proprio perché conosceva il cugino.

Ma Skye pensò che il suo carattere era l'opposto , il centro del suo essere le parve essere proprio quello, racchiudeva un animo cosi indomabile che nessun miglior destriero era capace di cavalcarlo per placarlo. Saleem era fuoco, ardeva e crepitava, qualsiasi cosa gli andasse incontro era destinata a diventare cenere, poche cose l'alimentavano invece.

«Lo sai, non è uno facile» si scusò Lama mettendo una mano sulla spalla di Indie, quest'ultima annuì. «Lo so, ci ho perso speranze molto tempo fa. Ed ora che i miei...» si perse via, scuotendo subito la testa. «Ora nessuno più può insistere su di noi» sospirò concludendo. «Immagino comunque, che verrà quella cosa o meglio persona che riuscirà a scalfire quella corazza in qualche modo» propose, mentre si alzava dal suolo e rivolgeva il suo sguardo malinconico a Skye.

«E chissà forse se non la stiamo guardando proprio ora» sussurrò afferrandole le mani, lei fece un passo indietro d'istinto, quasi come il contatto con le sue mani l'avessero scottata.

«Non credo che io...» ma l'indice sottile di Indie le si appoggiò sulle labbra, ammutolendola.

«Lo so, tu non riesci a vedere. Perché tu non lo conoscevi da prima» le mormorò e il suo respiro caldo le sollecitò la pelle.

«Ma lui ha deciso di portarti qua e tu da allora hai sempre visto soltanto quella sua versione, quel Saleem e non il resto. Non so se è amore» ammise, distaccando l'indice dalle sue labbra secche. «Ma si è creato un rapporto fra voi due... che lui non ha mai avuto con gli altri» sorrise dolcemente.

«Ti chiedo solo di non ferirlo» aggiunse infine, Skye la fissò, i capelli lucenti come diamanti sotto alla luna, gli occhi piccoli ma immensi allo stesso tempo, le labbra carnose e il corpo snello, si chiese come mai Saleem non l'avesse notata o amata e come avrebbe mai potuto farlo con lei.

Non le sarebbe servita la benedizione di Indie perché tutti si stavano sbagliando, come Karim vedevano qualcosa di inesistente, che lei proprio non riusciva a vedere neanche assottigliando gli occhi. Saleem non era gentile con lei, non l'amava. In quei mesi fra loro l'unico gesto che si erano scambiati era stato solo una stretta di mano quando entrambi erano sulla Torre l'ultima notte dopo quell'orribile giorno. Ma era soltanto conforto quello, niente di più.

Non ammise però, che era bastata quella stretta di mano per spazzare via tutte le notti in stalla passate con Cal e per svegliare in lei qualcosa a cui non aveva mai attinto per tutta la sua vita e che ancora non comprendeva.

I suoi pensieri scivolarono via quando le braccia di Indie le circondarono la vita, e questa volta rilassò i muscoli, chiedendosi se mai sarebbe stata pronta a lasciare le amicizie che stava instaurando lì per poi ritornarsene a Dover dopo la fine della guerra.

Se mai ci fosse stata una fine.

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