Capitolo 20

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I giorni seguenti li passai indagando nei luoghi che, negli ultimi tempi, erano stati il centro dei problemi fra polizia e criminali. Come mi aspettavo, le mie ricerche mi portarono al casinò di Rodriguez, in una vecchia stazione di polizia ma anche in quel posto dove avevo incontrato quella ragazza.

«Ti va di fare una pausa?» chiese la mia coinquilina poggiandosi alla scrivania per sbirciare ciò che stavo facendo.

«L'ho già fatta.» dissi muovendo il mio sguardo sui fogli ma anche sul portatile che utilizzavo per fare delle ricerche.

«Oh sì, dieci ore fa.» disse sospirando continuando a guardare ciò che stavo facendo.

«Ti ha davvero scombussolata così tanto l'incontro con quella ragazza? È una questione di sensazioni o curiosità?» mi chiese curiosa.

«Presentimento.» dissi solamente facendo dei veloci calcoli per creare degli itinerari di alcune persone sospette.
La mia coinquilina si allontanò leggermente dalla scrivania e fece il giro mettendosi proprio al mio fianco.

«Woh, sei impressionante. Come diavolo fai a fare quei calcoli così velocemente? Poi tutto questo multitasking, ti farai esplodere il cervello.» commentò guardandomi quasi con ammirazione.

«Non è tutta questione di cervello, a volte bastano delle semplici scorciatoie. Poi l'allenamento fa la sua parte.» le risposi alzando lo sguardo per osservare la sua espressione decisamente stupita. Era davvero così impressionante il modo in cui facevo i miei calcoli e le mie ricerche?

«Oh beh, io faccio parte di quelle persone così insicure sulle capacità matematiche da utilizzare la calcolatrice per fare 2 + 2.» disse ridacchiando. Io la guardai per qualche secondo senza dire nulla, poi scossi la testa e mi alzai dalla scrivania.

«Non giudicare.» continuò fulminandomi con lo sguardo.

«Beh tutti hanno delle mancanze o una cosa che non riescono a fare.» dissi mettendo in ordine i vari fogli e chiudendo il portatile.

«Ma immagino sia bello essere particolarmente intelligenti.» commentò la mia coinquilina facendomi storcere il naso.

«Oh no, è una sofferenza perenne.» le risposi  trovando quasi dolce la sua confusione.

«Se ci pensi il malessere e la tristezza, a volte, derivano proprio dall'intelligenza. Più comprendi le cose, guardi ciò che ti circonda e riesci ad esaminare il mondo con un'occhio attento, più finisci per desiderare di essere ignorante, stupido.» dissi sospirando.

«Beato chi è stupido?» chiese la mia coinquilina decisamente interessata.

«Beh sì, ti risparmi tante verità e realtà dolorose. Ma se dovessi scegliere mi ritroverei sempre a mirare ad essere tristemente intelligente e non felicemente ignorante.» la mia coinquilina sorrise e annuì, quasi come se stesse approvando le mie parole.

«Ti definisci una persona intelligente?» mi chiese senza mai staccare i suoi occhi da me.

«Non proprio, spesso faccio sbagli dettati dall'incoscienza. Mi perdo in ciò che credo e finisco per fare stupidaggini.» parlai guardandola a mia volta.

«Sei irrazionale, a volte.» mi disse come se mi conoscesse bene.
La guardai insospettita ma anche incerta sul da farsi e su cosa pensare, Rose mi aveva messo più volte la pulce nell'orecchio eppure volevo avere delle conferme. Quindi era una mia nemica o un'alleata? Perché rimaneva al mio fianco? Se avesse voluto uccidermi non lo avrebbe già fatto? O i miei ricordi, in qualche modo, erano ciò che attiravano la sua attenzione?

«Mi conosci bene?» chiesi cercando di intercettare ogni tipo di smorfia.

«No, direi di no. Però, bene o male, travolgi gli altri con il tuo modo di essere.» mi rispose con sincerità.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora