Capitolo 27

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Scarlett non aveva detto molto altro dopo quel 'no' che era uscito fuori quasi come un suono disperato, ma quel poco riuscì ad allontanare Raegan da quei pensieri. Dentro di me la ringraziai mille volte per il semplice fatto che fosse in grado di distrarre quel contenitore di problemi, rimpianti e dolore, ma avevo anche un gran voglia di svegliarla a furia di sberle visto il suo essere poco propensa a portare avanti una conversazione. Sapevo bene che il suo silenzio non era niente di buono, l'avevo già conosciuto tanti anni prima con Raegan, e ciò l'aveva trasformata, per un periodo, in una macchina omicida, fatta di odio e desiderio di vendetta. Fortunatamente, poco dopo, si accorse che ciò che stava facendo andava contro tutto ciò che la madre le aveva insegnato quindi cambiò i suoi modi e divenne il capo rispettato da alleati e temuto dai nemici.
Ma a volte mi chiedo, in quei giorni precedenti a quello sterminio, avrei potuto fare qualcosa per cambiare il futuro? Quello era stato davvero il prezzo che aveva pagato per aver salvato una singola vita? E io, meritavo davvero di essere lì? La mia vita era davvero così importante?
Tante volte avevo provato sensi di colpa per il semplice fatto che fossi viva, per essere stata la scusa in più che aveva spinto mio padre a fare la sua ultima mossa, ma Raegan non mi aveva mai dato nessuna colpa, anche se bruciava all'interno, anche se aveva l'animo a pezzi, irrimediabilmente incompleto e destinato a vivere nei suoi cocci. Ma Scarlett sarebbe stata in grado di tornare in sé? O si sarebbe persa in quel vortice divenendo schiava del suo stesso odio?

Mentre quei pensieri correvano imperterriti nella mia testa, aspettai poggiata all'auto, in un parcheggio sopraelevato, quelle ricerche che, in qualche modo, Raegan era stata in grado di farci consegnare. Dopo quella singola parola, per rispettare quella situazione surreale, avevo deciso di allontanarmi e di non origliare il resto. Ovviamente, dopo aver parlato con Raegan, mi pentii di non averlo fatto dato che mi ero persa ciò che aveva portato al mio presente.
Sospirai al pensiero di essermi persa una cosa simile, poi aprii la portella dell'auto, accesi la radio e infine mi sdraiai sui sedili posteriori.

«Gli scontri non cessano e gli abitanti non smettono di chiedere giustizia. Le accuse contro il noto Bastian Moore continuano ad essere smentite, ma ciò che continua a far parlare e destare sospetti è la testimonianza dell'ex agente Williams, l'ultima ad aver parlato con Scarlett Burke...»

«Ma lo fate apposta...» commentai mettendo un braccio sui miei occhi.
Subito dopo sentii un rumore di passi e, con uno scatto fulmineo, presi la pistola dalla fondina, mi alzai leggermente e la puntai contro chiunque si stesse avvicinando.

«Ci incontriamo sempre così.» commentò Anne mettendo le mani nelle tasche della sua giacca.

«Anne? Si può sapere perché sei sempre fra i piedi?» chiesi tirandomi su per poi abbassare la pistola.

«Sai com'è, ho sentito ciò che stavano dicendo alla radio e mi sono incuriosita.» rispose.

«Stronzate.» dissi solamente facendola sorridere.

«Sto facendo delle indagini, ultimamente sono un po' ovunque. In più cerco di non perderti mai di vista.» rivelò facendomi alzare un sopracciglio.

«Ah sì? E perché?» chiesi curiosa.

«Per poterti arrestare una volta che sarà tutto finito.» mi rispose sorridendomi. Io la guardai per qualche secondo senza dire nulla, poi pensai un po' alle sue parole e infine iniziai a ridacchiare.

«Ah davvero?» chiesi.

«Sono pur sempre una poliziotta, e tu una criminale.» continuò.

«Ex poliziotta.» puntualizzai facendole ruotare gli occhi.

«Credo nella giustizia, Abigail. E non parlo di quella che c'è ora, ma di quella vera. Mi sono tirata fuori da tutta quella falsità, quella corruzione, quel giro di soldi e chissà cos'altro.» Anne si avvicinò all'auto e si poggiò alla parte superiore di essa mentre io, ancora seduta, mi limitavo ad ascoltarla.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora