Capitolo 54

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Abigail's pov

Per quanto cercassi sempre di non farmi toccare particolarmente da ciò che, inevitabilmente, accadeva, alla fine di ogni giorno mi ritrovavo sempre a pensare quanto le cose fossero e potessero ancora peggiorare. Bastian era stato travolto dal caos ma presto sarebbe tornato, pronto a rovinare la vita a chiunque incontrasse sulla sia strada. Anche i famosi paladini della giustizia non sembravano messi bene viste le indagini interne che erano partite in quei giorni, cosa che ci aveva permesso di prendere fiato per organizzarci meglio.
Sospirai e alzai lo sguardo verso Priya: era poco lontana da me, con una sguardo curioso ma intelligente abbastanza da non fare domande. Senza troppe storie mi porse il telefono di Anne, senza mai smettere di osservarmi come se volesse acquisire un qualche tipo di informazione, poi si sedette sulla sedia dall'altro lato della scrivania e poggiò il capo sulla sua mano sinistra.

«Qualcuno ha cercato di scoprire la posizione del cellulare?» le chiesi. Osservai per un po' il telefono e mi venne l'improvvisa voglia di tornare a mettere il naso negli affari di Anne, di chi appariva così buona e pura da far sorgere dubbi. Ciò che avevo visto aveva sicuramente fatto inclinare la mia già poca fiducia nei suoi confronti, eppure mi sembrava piuttosto assurdo il fatto che fosse riuscita a fingere così bene, tanto da non farsi beccare nemmeno da Raegan.

«Diverse volte, sì. Ma... per ora è tutto sotto controllo, se qualcuno ci riproverà verrà mandato fuori strada. Ci hanno provato quando la tenevi d'occhio ma ora hanno smesso quindi immagino fossero i suoi colleghi. Pensi davvero che sia stata una buona idea?» mi chiese. Distolsi lo sguardo dal telefono e lo concentrai su Priya, una dei pochi membri del gruppo che conoscevano quasi tutti i dettagli del caos in cui ci trovavamo.

«Dovevo farle da babysitter?» le chiesi. Priya ci pensò un po' su e infine si decise a parlare.

«Raegan si fida di te e ti ha dato la possibilità di scegliere come agire quindi... chi sono io per mettere in dubbio la sua capacità di giudizio? Non l'ho mai fatto e mai lo farò.» disse sicura.

«In ogni caso non è una qualunque.» continuò facendomi alzare un sopracciglio.

«E cos'ha di speciale?» le chiesi. Lei sorrise, sembrò pensarci un po' su e infine si decise a rispondere.

«So poco della sua personalità quindi non so darti una risposta completa ma... diciamo che averla come alleata non sarebbe una brutta idea. Suo padre è un ottimo avvocato, ha vinto cause che sembravano senza via d'uscita e ha tanti contatti. La madre invece...»

«È morta.» dissi. Lei sembrò un po' presa alla sprovvista da ciò che avevo detto ma si riprese subito.

«Certo, lo so. Sei sempre così diretta...»  disse. Sospirai alla sua affermazione e sbloccai il telefono di Anne.

«Non sono una diplomatica e non sono minimamente interessata a piacere a tutti quindi... perché non posso essere semplicemente me stessa? È un problema?» le chiesi. Non ero particolarmente interessata alla risposta ma in ogni caso le feci quella domanda.

«No, certo che no. Non intendevo dire che... insomma...» cercò di dire ma sembrò essere un po' in difficoltà.

«Comunque la poliziotta è un problema. È davvero brava a ficcare il naso un po' ovunque, ha un ottimo istinto, non si ferma mai e nonostante tutto non sembra minimamente spaventata. Se Beth non fosse morta beh... penso che se la sarebbe vista piuttosto brutta dato che lei ha sempre agito in un modo meno diretto, quindi meno prevedibile.» disse sospirando come se temesse di dire la sua.
Iniziai a riflettere un po' sulle sue parole, storsi il naso irritata chissà da cosa, sbloccai il cellulare ed iniziai a dare un'occhiata, ancora una volta, alle varie cose all'interno di esso: vi erano diverse note, forse troppe, ma sistemate in un modo così preciso da stupirmi. Era tutto protetto da password ma quel dettaglio fu un problema facile da superare quindi potevo muovermi senza problemi. Poi c'erano alcune sue foto che riguardavano indagine, altre dove sorrideva spensierata insieme ai suoi amici, poi alcune con il padre e infine c'era una cartella piena di foto e video della madre, cosa che mi fece un po' sentire in colpa per quello che stavo facendo. Non notai nessuna foto con atteggiamenti più intimi con un presunto ragazzo, ma mi sembrò di riconoscere quello che l'aveva baciata in diverse foto fatte insieme ai suoi colleghi, ma non sembravano essere più che amici dato che Anne appariva sempre lontana da lui.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora