Capitolo 60

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Faith's pov

È assurdo come i ricordi possano plasmare una persona, come le emozioni che essi ci provocano non smettono di modificare la nostra realtà, il nostro presente, incapaci di lasciarci vivere a modo nostro.
Conoscevo Scarlett da tempo, più di quanto lei immaginasse, eppure era stato proprio il momento esatto in cui avevo iniziato a parlarle a farmi comprendere quanto ci fosse di speciale in lei. Quando iniziò ad avere a che fare con Raegan, lei finì presto sulla bocca di tutti, come se fosse l'elemento mancante in quel gioco malato durato generazioni e generazioni, la fine di quel bagno di sangue che aveva sporcato le strade della città per troppo tempo. Certo, erano davvero pochi quelli che ci pensavano due volte prima di commettere un omicidio, ma tra quella mandria di ladri, assassini, mostri senz'anima, bestie con le pulsioni più assurde e disgustose, vi era chi non voleva altro che giungere al traguardo, posare il piede su quell'ultimo gradino che avrebbe portato ad un attimo di pace, ad un riposo meritato, una fine tanto attesa. Ma quel momento sarebbe mai arrivato? Erano passati innumerevoli anni eppure nulla sembrava migliorare, nulla sembrava andare per il verso giusto, nulla cambiava.
Non so esattamente cosa, inizialmente, avessero tutti visto in quella nuova pedina, eppure seguendo le vicende, quando ne ebbi l'occasione, non esitai nemmeno un attimo a voltare le spalle a Beth: una volta scoperto il luogo in cui lei teneva Scarlett, avevo trovato il modo di contattare Raegan e io ne avevo pagato le conseguenze diventando a mia volta una sua vittima. Avevo passato un sacco di tempo ad aver paura delle mie stesse ferite e, una volta che Abigail e Raegan mi tirarono fuori da quella situazione, iniziai a cercare infinite forme di dolore solo per scacciare i ricordi di ciò che Beth mi aveva fatto. A volte mi sembrava di sentire la sua presenza, come se nonostante tutto fosse ancora lì a tormentarmi, a sottopormi ad innumerevoli torture, senza mai darmi pace.
Mi cercavano e non avrebbero mai smesso fino a quando non avrei pagato per quel tradimento. Ma in fondo non mi dispiaceva, questo perché non mi pentivo minimamente di aver contribuito a salvare Scarlett per poi assistere a quella strana collaborazione con Priya. Sapevo quanto fosse determinata e quanto avrebbe sacrificato per le persone che amava, ma non avrei mai pensato che, con quel suo caratteraccio, sarebbe riuscita a convincere qualcuno ad aiutarla. Ammiravo enormemente il fatto che lei lottava continuamente contro cose più grandi di lei, quasi come se fosse incapace di accettare la sconfitta e rinunciare, o forse era semplicemente un'incosciente, qualcuno che, nonostante la consapevolezza di essere inferiore, più debole, non si arrendeva mai, perché ciò avrebbe portato a perdere quel poco che teneva vicino al cuore. Sarebbe finita per sacrificare ogni centimetro di sé senza esitazione, come se non avesse istinto di autoconservazione.
Mi risultava impossibile non guardarla mentre scambiava informazioni con Priya per poi sviluppare un piano sempre più preciso. Il suo sguardo si muoveva dal portatile alla mappa, dalla mappa ad un mucchio di fogli, senza mai fermarsi, calcolando ed individuando luoghi chiave che avrebbero reso più semplice avere il controllo di varie aree. Avevo già avuto un assaggio delle sue doti nascoste, dopotutto avevamo passato un bel po' di tempo lontane da occhi indiscreti, intenzionate a sopravvivere e ad acquisire le informazioni di cui avevamo bisogno, eppure osservandola non riuscivo a non provare un po' di ammirazione oltre a stupore. C'erano enormi capacità che cercava di soffocare, che cercava di buttare giù come se volesse negare la loro esistenza. Non sembrava voler essere quella bambina prodigio che l'aveva condannata a una realtà che aveva sempre detestato, voleva semplicemente essere Scarlett, una ragazza qualunque, senza nulla di particolare ma che non si sarebbe mai arresa di fronte a nulla.

Quando mi ripresi un po' dai miei pensieri e mi accorsi di star sorridendo, scossi il capo, indietreggiai e infine mi allontanai da quella stanza per poi dirigermi nel seminterrato, proprio dove si trovava Rose. Aprii la porta chiusa a chiave per poi chiuderla nuovamente una volta entrata, dopotutto avevamo una bambina curiosa nei paraggi. Certo, amava i giochetti che le avevamo messo a disposizione ma spesso la curiosità l'aveva portata in posti poco adatti.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora