Capitolo 5

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??'s pov

Mentre lei si dirigeva, con qualche difficoltà, verso una destinazione a me sconosciuta, io mi fermai a guardarla. Il suo sguardo era un po' spento, i suoi movimenti un po' meccanici, quasi come se cervello e corpo non fossero perfettamente collegati, e infine le sue parole sembravano suoni distanti, che neanche lei riusciva a sentire.

Quando la incontrai per la prima volta, ebbi solo il tempo di capire che mi avesse salvata, e proprio due secondi dopo, finì per svenire al mio fianco, priva di forze e con la gamba sanguinante. Non ci pensai due volte a trascinarla via dalla riva del fiume, proprio in una delle grotte nascoste presenti in quel posto. Con la mia giacca le fasciai la ferita, e quando mi assicurai che fosse ancora viva, la portai nel mio appartamento e aspettai che si svegliasse.
Durante il suo stato di incoscienza, mi ritrovai più volte a sentirla parlare, e per poco non temetti che le fosse salita anche la febbre. Il più delle volte mi dava l'impressione che stesse soffrendo anche ad occhi chiusi, come se fosse in un'agonia eterna da cui non riusciva a scappare, ma poi di colpo smetteva di agitarsi e, stringendo le mani sulle coperte o sul cuscino, si stringeva a sé come se stesse cercando di proteggersi.
Quando poi si svegliò, nessuno mi salvò da un colpo dritto sul naso e da lei che mi saltò addosso come se si aspettasse che volessi attaccarla.
Dopo un po' comprese che non avessi intenzione di farle del male, poi si rese conto che fossi la ragazza che aveva salvato e infine mi lasciò andare, in modo diffidente sì, ma mi lasciò andare.
Era davvero una tipa di poche parole, mi teneva più compagnia quando era incosciente ma.. non era poi così male; era complicata, facilmente irritabile e di poche parole, ma non era davvero niente male, specialmente quando mi guardava agire in determinati modi e le veniva di consigliarmi qualcosa.

Infine passammo quei pochi giorni insieme, lei mi raccontò qualcosa in modo un po' confuso, io decisi di farla restare con me, lei si buttò nella sua ricerca, io scelsi di aiutarla, e nel mentre lei rubò i miei vecchi occhiali che, miracolosamente, oltre a darle un aspetto intellettuale e a farmi notare quanto fosse bella, l'aiutarono a stare più tempo sulle sue scartoffie.
Non mi raccontò molto di sé, non mi ero accorta che avesse qualche problema a ricordare certi avvenimenti, era stata davvero brava a far sembrare tutto come un semplice problema di privacy.
Allora stesso modo, nemmeno io le parlai molto della mia vita, anche perché di positivo e interessante non è che potessi raccontare molto, e in più, per me, non era poi tanto piacevole farlo. Le parlai solo del fatto che, insoddisfatta della mia vita e della gente che non aveva fatto altro che usarmi, avevo deciso di intraprendere una strada piuttosto discutibile e che, come poteva vedere, non mi aveva portata verso una situazione a me favorevole.

«Che c'è?» mi chiese senza nemmeno girarsi, svegliandomi dai miei pensieri. Aveva indossato la maschera, quindi non potei notare che espressione avesse, anche se alla fine, non è che lasciasse trasparire molto.
In quei giorni che avevamo passato insieme, non mi aveva riservato un sorriso nemmeno una volta, tutto ciò che mi mostrava era uno sguardo spento, di una persona svuotata, quasi priva di vita; proprio per questo, ogni tanto, finivo per chiamarla "cadavere".

«Stavo riflettendo.» dissi solamente sistemando al meglio anche la mia maschera. Guardandomi intorno, notai che anche altre persone la stessero indossando, e tutte avevano un andamento neutro, un'aura strana che li distingueva da tutti gli altri.
Era un'atmosfera piuttosto inquietante dato che era stato un suicidio a generare una simile reazione, ma poco dopo capii che si stessero dirigendo ad un incontro, il che era una cosa davvero frequente, ormai.
Lei non sembrò particolarmente colpita da quello che le accadeva intorno, sembrava essersi disconnessa completamente, come se ci fosse solo il suo corpo a farmi compagnia.

«Mi hai sentita?» le chiesi chinandomi leggermente per sbirciare oltre le fessure della maschera, e infatti il suo sguardo incontrò il mio.

«Non ti ho risposto?» mi chiese continuando a camminare nonostante si notasse che avesse qualche difficoltà.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora