Capitolo 70

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Anne's pov

Guardavo Abigail che scuoteva il capo come se stesse cercando di cacciare via dei pensieri: percepivo il suo dolore, la sua frustrazione, come se tutto quello che si era sempre tenuta dentro fosse uscito fuori diventando qualcosa di fisico, palpabile, così tanto da farmi sentire come se stessi portando sulle spalle un gran peso. Mi faceva male vederla in quello stato, e non solo per il fatto che provassi qualcosa per lei ma specialmente perché non accettavo la sua infelicità quando lei meritava molto di più. Sapevo ben poco di lei eppure quel dolore che percepivo mi dava quasi la sensazione di essere a conoscenza di cose di cui lei non mi aveva mai parlato, e io non volevo far altro che darle pace, trovare un modo per farle toccare almeno per un po' una sensazione positiva, per darle forza e farle comprendere che al mondo c'era molto più del dolore, che non era destinata solo a soffrire, non l'avrei mai permesso.

«Ti ho messa a disagio quando...» cercai di parlare ma Abigail sbatté la mano al muro alle mie spalle come se volesse scaricare in quel modo la frustrazione che sembrava aver preso il controllo del suo corpo.

«No, no, no...» continuò a ripetere per poi concentrare il suo sguardo su di me. Era imbarazzante il fatto che una cosa così semplice fosse in grado di farmi venire la tachicardia, per non parlare del fatto che la mia mente sembrava andare completamente in tilt quando lei mi guardava in un modo così intenso, quasi come se volesse scrutarmi l'anima. Non riuscivo nemmeno ad individuare in quale momento avessi iniziato a perdere la testa per lei, come una stupida, ignorando completamente quella vocina razionale che mi aveva avvisata del fatto che un casino simile non sarebbe stato facile da gestire.

«Non forzare te stessa, Abigail. Non puoi...»

«Ma io voglio capire. Non posso... non posso continuare così, Anne. È doloroso, è frustrante, mi manca il fiato, la mia mente... non riesco a ragionare. Tu sai cosa si prova, tu non sei... come me, tu...»

«Non ti azzardare a dire qualche cazzata su di te, davvero. Non hai colpe, non sei difettosa, non sei nulla di tutto quello che pensi, okay? Hai solo bisogno di... reimparare le emozioni e le sensazioni che ne seguono. Hai soffocato tutto per troppo tempo, hai cercato di proteggere te stessa, non puoi pretendere di far tornare tutto da un momento all'altro.» le dissi. Lei in risposta chinò leggermente il capo, sospirò, rimase in silenzio per un po' e infine tornò a guardarmi in un modo curioso, come se stesse cercando delle risposte sul mio viso o oltre il mio sguardo.

«Perché io?» mi chiese chinando leggermente il capo verso un lato come se fosse alla ricerca di qualcosa.

«Cosa?» le chiesi leggermente confusa ma anche spaventata dalla possibilità che si stesse riferendo al perché le andassi dietro come una completa deficiente.

«C'è quel tuo collega che non smette di venirti dietro e chissà quante altre persone. Sei divertente, specialmente quando inizi a provare imbarazzo. Sei brava nel tuo lavoro, sei intelligente, affidabile a modo tuo, hai una mira allucinante, sei gentile, premurosa, buona, forse anche troppo, e...» Abigail continuò a parlare e ci volle tutta la mia forza interiore e controllo per impedire a me stessa di prendere il suo viso tra le mie mani e baciarla. Sentivo il mio cuore esplodere di gioia, il mio viso completamente in fiamme e ad ogni sua parola non volevo far altro che urlare per tirare fuori tutta la felicità ma anche la frustrazione che scaturiva dal fatto che non potessi buttarmi e vivere quel momento. C'era di mezzo il mio lavoro, la mia vita, ma se un giorno sarei finita per perdere interesse in quello, c'era sempre il fatto che non potessi avvicinarmi a lei, stringerla a me, baciarla, sussurrarle che avrei fatto di tutto per proteggerla, che non l'avrei mai fatta soffrire, che non avrei permesso a nulla e a nessuno, neppure me stessa, di ferirla.

«Se continui così finirò per svenire.» commentai ridacchiando. Era una risata felice ma anche un po' arresa al fatto che ogni cosa andasse contro al nostro rapporto.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora