Capitolo 44

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Per tutto il viaggio Raegan guardò di rado l'orario e questo mi fece capire che stesse cercando di riservare il suo tempo solo per me, o almeno fino a quando non sarebbe arrivata l'ora di raggiungere Abigail e dare il via alla festa. Avevo un brutto presentimento su tutta quella storia, ma come potevo intralciare i loro piani solo perché mi sentivo come se fossi sempre a un passo da qualcosa che avrebbe distrutto, ancora una volta, la mia realtà o quella di qualcuno vicino?

«Siamo arrivate.» disse Raegan distraendomi dai miei pensieri. Aveva sempre un gran tempismo.
Ci trovavammo in un edificio sorvegliato che ospitava numerosi appartamenti.

«Puoi darmi qualche altra informazione?» le chiesi. Lei sorrise, passò una mano tra i suoi capelli e infine si girò verso di me.

«Okay. Tra circa mmh... 4 ore andrò ad occuparmi di Bastian ma, comunque vada,  scatenerò un bel casino. Il posto in cui eravamo stava iniziando ad attirare curiosi e le mie azioni avrebbero solo accelerato l'inevitabile.» iniziò a spiegare senza mai staccare i suoi occhi da me. Il suo sguardo era, come sempre, indecifrabile eppure mi sembrava come se lei stesse aspettando un qualche tipo di risposta da parte mia.

«Qui sta alloggiando qualcuno di importante a cui nessuno darebbe fastidio. Tranne me, ovviamente.» disse ridacchiando per poi dare una veloce occhiata a una delle porte che portavano sul retro di quel posto che sembrava un hotel piuttosto costoso.
Raegan, per la prima volta, sembrava intenzionata a fare qualcosa di tranquillo, in modo tale da non attirare l'attenzione su di noi. Questo però la costringeva ad attendere uno dei dipendenti del posto, dato che per entrare dalla porta sul retro doveva per forza aspettare che qualcuno l'aprisse dall'interno.

«Lo metterò a riposo per un po', noi entreremo nell'immenso appartamento a lui riservato e staremo tranquille per un po'. Beh, più che altro ho preparato questa cosa per portarti via da lì. Almeno, quando mi occuperò di Bastian, sarò sicura del fatto che nessuno ti starà alle costole. Ma se accadrà il contrario e qualcuno verrà a cercarti, mi basteranno pochi minuti per raggiungerti.» disse con nonchalance.

«Oh e non preoccuparti per le tue cose, sono al sicuro.» concluse.
Rimasi per un po' di tempo a fissarla senza dire nulla, quasi come se stessi ancora riflettendo su ciò che mi aveva detto. Aveva davvero pensato a tutto quel casino solo per tenermi al sicuro? Ed era davvero disposta mandare all'aria il piano nel caso in cui mi trovassi in pericolo?

«Stai per aggiungere un altro nemico alla lista di quelli che ti vengono dietro per farti fuori.» le dissi cercando di celare il fatto che il sorriso che mi era spuntato dipendesse dalle sue parole.

«Uno in più, uno in meno, non cambia molto. Posso dire che la tua sicurezza vale il rischio.» mi rispose mettendomi ancora di più in difficoltà.

«E la tua?» le chiesi.

«Oh beh, ci sei tu a proteggermi, no? Non vorrai certo permettere che qualcuno deturpi una tua proprietà.» disse con il suo solito sorrisetto sul viso e quel tono di voce che non mi fece pienamente capire se fosse seria o meno.

«Stai dicendo che mi appartieni? Mi stai forse dando la completa esclusiva?» le chiesi, a mia volta, con un tono da presa in giro. Lei passò la lingua fra le sue labbra e continuò a guardarmi con quel suo sguardo capace di consumarmi senza il minimo tocco.

«Non te l'avevo già data? Sei davvero così distratta quando si parla di me? Mmh... magari dovrei... oh, è il momento. Mi occuperò velocemente del nostro amico, tu preparati a seguirmi.» prima che rispondessi lei uscì dall'auto ed iniziò a dirigersi verso l'entrata sul retro.
Attese per un po', poi il dipendente che era all'esterno aprì nuovamente la porta sul retro e Raegan, con uno scatto fulmineo, impedì alla porta di chiudersi utilizzando il suo piede e, senza perdere tempo, entrò all'interno.
Mi guardai un po' intorno per essere certa che nessuno ci avesse seguite, poi iniziai a fissare la porta sul retro e mi feci venire un'improvvisa ansia a causa dei miei pensieri che non facevano altro che dirmi che, presto o tardi, sarebbe successo qualcosa. Fortunatamente però, Raegan non ci mise molto a tornare e, assicurandosi che la porta non si chiudesse alle sue spalle, tornò all'auto, prese la sua pistola e mi fece cenno di seguirla.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora